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Corte di giustizia Ue: un Ordine professionale non può imporre la formazione obbligatoria

Corte di giustizia Ue: un Ordine professionale non può imporre la formazione obbligatoria

Il diritto dell'Unione non ammette che un ordine professionale imponga ai propri membri un sistema di formazione obbligatoria che elimina parzialmente la concorrenza e stabilisce condizioni discriminatorie a danno dei suoi concorrenti.

Il caso specifico riguarda L'Ordine degli esperti contabili (Ordem dos Técnicos Oficiais de Contas, OTOC), ma la Corte ne parla in quanto "ordine professionale" portoghese in questo caso, di natura associativa, presso il quale gli esperti contabili devono essere obbligatoriamente iscritti. Situazione analoga agli Ordini professionali.

La sentenza

[omissis]

Con decisione del 7 maggio 2010 (in prosieguo: la «decisione impugnata»), dopo aver definito il mercato di riferimento come quello della formazione obbligatoria degli esperti contabili su tutto il territorio nazionale, l’Autoridade da Concorrência (Autorità garante della concorrenza; in prosieguo: l’«AdC») ha rilevato che, adottando il regolamento controverso, l’OTOC aveva violato gli articoli 101 TFUE e 102 TFUE e gli ha inflitto un’ammenda.
L’OTOC ha chiesto l’annullamento di tale decisione dinanzi al Tribunal do comércio de Lisboa.
Tale giudice ha anzitutto dichiarato che, da un lato, imponendo a tutti gli esperti contabili l’obbligo di conseguire una media di 35 crediti formativi annuali nel corso dei due anni precedenti nell’ambito di una formazione erogata dall’OTOC o da esso approvata, di cui 12 crediti conseguiti nell’ambito della formazione erogata in modo esclusivo dallo stesso OTOC, e, dall’altro, stabilendo quali sono gli organismi di formazione abilitati a erogare una formazione e le attività formative che consentono di ottenere crediti formativi, l’OTOC ha determinato una distorsione della concorrenza sul mercato della formazione obbligatoria degli esperti contabili. Esso ha altresì dichiarato che il regolamento controverso era idoneo ad ostacolare gli scambi tra gli Stati membri.
Poi, il Tribunal do comércio de Lisboa ha respinto l’argomento secondo cui le restrizioni della concorrenza conseguenti a tale regolamento erano necessarie per garantire il buon esercizio della professione di esperto contabile.
Da ultimo, detto giudice ha dichiarato che l’OTOC non aveva abusato della propria posizione dominante sul mercato di riferimento. Esso ha annullato quindi la decisione impugnata nella parte concernente tale aspetto.
L’OTOC ha chiesto l’annullamento della decisione del Tribunal do comércio de Lisboa dinanzi al giudice del rinvio, sostenendo di essere incaricato di una missione di servizio pubblico, che deriva direttamente dalla legge, e consistente nella promozione e nella contribuzione alla formazione dei suoi membri. L’attività di formazione da esso messa in atto, pertanto, non sarebbe riconducibile alla sfera degli scambi economici e, conseguentemente, esulerebbe dall’ambito di applicazione dell’articolo 101 TFUE. In ogni caso, tale articolo non troverebbe applicazione nella fattispecie in esame, come risulterebbe dai punti 97 e seguenti della sentenza del 19 febbraio 2002, Wouters e a. (C309/99, Racc. pag. I1577), dal momento che gli eventuali effetti restrittivi del comportamento dell’OTOC troverebbero la loro giustificazione nella necessità di garantire il buon esercizio della professione degli esperti contabili. Inoltre, il regolamento controverso contribuirebbe a migliorare l’offerta, la distribuzione e la promozione del progresso tecnico o economico e riserverebbe agli utilizzatori una congrua parte degli utili ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 3, TFUE. Inoltre, l’istituzione di un sistema di formazione obbligatoria destinato agli esperti contabili configurerebbe un servizio di interesse economico generale, ai sensi dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE.

In tale contesto, il Tribunal da Relação de Lisboa ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

1) Se un organismo come l’[OTOC] debba essere considerato, nel suo insieme, un’associazione di imprese agli effetti dell’applicazione delle norme comunitarie in materia di concorrenza (mercato della formazione). In caso di risposta affermativa, se l’attuale articolo 101, paragrafo 2, TFUE, debba essere interpretato nel senso che anche un organismo che, come l’OTOC, adotta norme vincolanti di applicazione generale in attuazione di obblighi di legge, relativamente alla formazione obbligatoria degli esperti contabili allo scopo di garantire ai cittadini un servizio affidabile e di qualità, è assoggettato a tali norme comunitarie in materia di concorrenza.

2) Qualora un organismo come l’OTOC sia tenuto per legge a porre in essere e gestire un sistema di formazione obbligatoria per i suoi membri, se l’[articolo] 101 TFUE possa essere interpretato nel senso che permette di contestare la messa in atto di un sistema di formazione richiesto per legge, da parte dell’OTOC e del regolamento che lo ha istituito, nella parte in cui si limita a tradurre rigorosamente tale prescrizione legislativa, o se, invece, tale questione esuli dall’ambito di applicazione dell’articolo 101 TFUE e debba essere valutata alla luce degli (...) articoli 56 TFUE e seguenti.

3) Tenuto presente che nella sentenza Wouters [e a.] [cit.] e in altre pronunce simili si controverteva su una normativa che incideva sull’attività economica dei professionisti iscritti all’ordine professionale interessato in quelle cause, se gli (...) articoli 101 TFUE e 102 TFUE ostino ad una regolamentazione in materia di formazione degli esperti contabili che non incide direttamente sull’attività economica dei professionisti interessati.

4) Se, alla luce del diritto della concorrenza dell’Unione (nel mercato della formazione), un ordine professionale possa esigere, per l’esercizio della professione che esso rappresenta, una determinata formazione che solo esso eroga».

[omissis]

Alla luce delle precedenti considerazioni, si deve rispondere alla prima, alla seconda e alla terza questione nei seguenti termini:

  • un regolamento, come il regolamento controverso, adottato da un ordine professionale quale l’OTOC deve essere considerato una decisione presa da un’associazione di imprese ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 1, TFUE;
  • la circostanza che un ordine professionale quale l’OTOC sia tenuto per legge a porre in essere un sistema di formazione obbligatoria destinato ai suoi membri non è idonea a sottrarre all’ambito di applicazione dell’articolo 101 TFUE le norme promulgate da tale ordine professionale, purché esse siano imputabili esclusivamente a quest’ultimo;
  • la circostanza che tali norme non abbiano influenza diretta sull’attività economica dei membri di detto ordine professionale non incide sull’applicabilità dell’articolo 101 TFUE, dal momento che la violazione censurata al medesimo ordine professionale concerne un mercato nel quale esso stesso esercita un’attività economica.

[omissis]

Alla luce di tutte le considerazioni che precedono, si deve rispondere alla quarta questione pregiudiziale dichiarando che un regolamento che pone in essere un sistema di formazione obbligatoria degli esperti contabili al fine di garantire la qualità dei servizi offerti da questi ultimi, come il regolamento controverso, adottato da un ordine professionale quale l’OTOC, configura una restrizione della concorrenza vietata dall’articolo 101 TFUE quando elimina la concorrenza per una parte sostanziale del mercato rilevante, a vantaggio di tale ordine professionale, ed impone, per l’altra parte di detto mercato, condizioni discriminatorie a danno dei concorrenti di detto ordine professionale, circostanza che spetta al giudice del rinvio verificare.

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