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Il 20% della popolazione soffre di sindrome dell’edificio malato. La cura? Gli SMT

Gli schermi e le membrane traspiranti soluzione perfetta per prevenire e curare la Sindrome dell’edificio malato. Anche per questo gli SMT finalmente sono stati normati dalla UNI, pubblicata il 17 gennaio scorso.

La Sindrome dell’edificio malato, che coinvolge il 20% della popolazione in Occidente secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha una cura che si chiama SMT, gli schermi e le membrane traspiranti. «Gli SMT – fa sapere il presidente di AISMT e amministratore delegato di Dorken Italia, Gabriele Nicoli – giocano un ruolo chiave nella cura della Sindrome dell’edificio malato. In caso di nuova costruzione come in caso di ristrutturazione, gli SMT sono in grado di regolare la corretta traspirazione dell’edificio, mantenendo gli isolamenti asciutti e, di conseguenza, perfettamente funzionanti (un isolamento bagnato annulla quasi del tutto la sua utilità). Collaborano inoltre con gli impianti dell’edificio, consentendo di utilizzare in modo più calmierato riscaldamento e raffrescamento, grazie alla loro capacità di trattenere il calore d’inverno dall’interno, mentre dall’esterno hanno la funzione di schermare dai raggi solari e quindi di mantenere l’edificio più fresco (anche di 2 gradi in meno). Gli accessori, inoltre, come bande adesive e colle sigillanti, consentono di intervenire sul già posato correggendo eventuali difetti di progettazione e/o posa, responsabili di ponti termici, condense e muffe che tanto sono coinvolte nella Sindrome dell’edificio malato».

Questi geotessuti altamente tecnologici hanno anche un ruolo culturale e sociale. Ne è convinto Mario Verduci, segretario generale di Federcomated, la Federazione nazionale di Confcommercio che raggruppa 8mila rivenditori italiani di materiali da costruzione. «Questi sistemi e prodotti – dice Verduci - hanno un grande valore culturale e sociale, contribuendo alla salute delle persone. La produzione edilizia riguarda in primis i privati, prima ancora dei professionisti, per cui c’è una grande necessità di informare e formare tutti i cittadini. La funzione industriale non è mera a se stessa quando parliamo di costruzioni, perché, come possiamo vedere grazie ad AISMT, l’edilizia sconfina persino nella sanità». La presenza di Verduci alla conferenza stampa di AISMT dal titolo “La Sindrome dell’edificio malato e la cura della traspirazione”, tenutasi al Circolo della Stampa di Milano, sottolinea la grande importanza del tema per tutta la filiera edile e in particolar modo per i distributori di materiali edili oggi sempre più attenti alle esigenze etiche e sanitarie, oltre che di sostenibilità ambientale. Tre caratteristiche racchiuse negli SMT. (...)

LA NUOVA NORMATIVA ALLINEA L’ITALIA A FRANCIA E GERMANIA
«Senza una corretta traspirazione, gli edifici avranno sempre problemi, anche minimi, di condensa e di conseguenza di prolificazione di batteri. Per questo la nuova UNI 11470 del 17 gennaio 2013 è stata quanto mai auspicata», spiega Davide Torelli, responsabile della commissione scientifica di AISMT e direttore generale di Icopal. Dopo oltre due anni di lavoro che ha visto impegnati i tecnici dell'Associazione italiana schermi e membrane traspiranti (AISMT) con la commissione UNI, il risultato è arrivato il 17 gennaio 2013 con la pubblicazione della norma UNI 11470:2013 “Coperture discontinue - Schermi e membrane traspiranti sintetiche - Definizione, campo di applicazione e posa in opera”, con cui l'Italia pone finalmente termine alla mancata regolamentazione - già esistente in altri Paesi come Francia e Germania - degli schermi e delle membrane traspiranti, prodotti strategici e indispensabili per i nuovi sistemi costruttivi e per rispondere alle normative in materia di risparmio energetico. Fondamentali per proteggere gli edifici dal rischio di infiltrazioni di acqua in copertura oltre a consentire una perfetta regolamentazione termo-igrometrica, gli schermi e le membrane traspiranti giocano un ruolo fondamentale anche nel controllo della diffusione del vapore, di tenuta all'aria e al vento, diventando così una soluzione ottimale per implementare l'efficienza energetica degli edifici.

«Lo scenario delle costruzioni italiane è di un’edilizia rivolta sempre più al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. In questo contesto diventa fondamentale regolare e controllare il passaggio del vapore acqueo, affinché non possa condensare all’interno delle strutture e degli isolamenti mantenendo inalterate le prestazioni termiche degli stessi – spiega Torelli -. Di fondamentale importanza è la protezione dell’involucro edilizio dall’acqua, possibile grazie alle caratteristiche di tenuta all’acqua tipiche degli schermi e delle membrane traspiranti. Anche la tenuta all’aria di questi materiali ha un ruolo chiave: garantisce un elevato risparmio energetico, fermando le perdite di calore, che sono una delle principali cause del peggioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. L’utilizzo di questi prodotti, pertanto, diventa condizione sine qua non per i nuovi sistemi costruttivi e per gli isolamenti termici impiegati nel risparmio energetico, al fine di proteggerli dall’umidità. In questo contesto, la nuova regolamentazione garantirà quindi la correttezza dell’impiego e della messa in opera necessari per poter realizzare un’opera a regola d’arte, limitando i danni spesso derivanti dalla “libera interpretazione” nell’utilizzo degli SMT».
Decisiva, come dicevamo, si è dimostrata la collaborazione di AISMT nella stesura della nuova norma, «grazie all’esperienza degli ingegneri e dei tecnici dei soci fondatori, i principali attori presenti sul mercato italiano che, riuniti in un’apposita commissione scientifica, hanno unito le forze per studiare le differenti tipologie costruttive italiane e trovare le soluzione corrette d’impiego e di posa a regola d’arte degli Schermi e Membrane Traspiranti Sintetiche».

Grazie al contributo di AISMT, quindi, il mercato italiano delle costruzioni è riuscito finalmente a varare la sua legge in materia di SMT, seguendo l’esempio di altre importanti nazioni che molto prima hanno ritenuto necessario regolamentare questa categoria di prodotti, come Germania e Francia.
 

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