Energie Rinnovabili
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EMAS e gli indicatori di prestazione ambientale nel settore della produzione di energia rinnovabile

Il presente lavoro è stato condotto con l’obiettivo di effettuare una ricognizione sull’utilizzo degli indicatori di prestazioni ambientali adottati dalle organizzazioni italiane registrate EMAS operanti nel settore della produzione di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili. Attraverso lo studio delle Dichiarazioni Ambientali redatte dalle stesse ai sensi del Regolamento (CE) 1221/09, si è investigato sulla presenza degli indicatori chiave previsti dall’Allegato IV del Regolamento e di ulteriori indicatori specifici del settore da suggerire alle organizzazioni per un eventuale utilizzo.

PUBBLICATO UN RAPPORTO ISPRA: EMAS e gli indicatori di prestazione ambientale nel settore della produzione di energia rinnovabile 

Il lavoro è stato condotto con l’obiettivo di effettuare una ricognizione sull’utilizzo degli indicatori di prestazioni ambientali adottati dalle organizzazioni  italiane registrate EMAS operanti nel settore della produzione di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili. Attraverso lo studio delle Dichiarazioni Ambientali redatte dalle stesse ai sensi del Regolamento (CE) 1221/09, si è investigato sulla presenza degli indicatori chiave previsti dall’Allegato IV del Regolamento e di ulteriori indicatori specifici del settore da suggerire alle organizzazioni per un eventuale utilizzo.

 


LA PREFAZIONE DEL VOLUME

Siamo proiettati verso il XXI secolo e la consapevolezza che il mondo ha bisogno di un sistema economico in sintonia con la Terra, non di uno che ne causi la distruzione, si sta facendo largo nella coscienza collettiva. Un economia basata “sui combustibili fossili, sull’usa e getta, e sulle automobili evolutasi nelle società industrializzate non è più un modello perseguibile, né per i Paesi che l’hanno creato né per quelli che cercano di imitarlo1”; questo pianeta ha bisogno di una economia alimentata da fonti inesauribili come il sole, il vento, la geotermia, le maree 

Nonostante la crisi economica globale la transazione energetica dalla fonti fossili alle rinnovabili non solo è in atto ma sta avanzando con un velocità e su una scala che nessuno avrebbe potuto immaginare. Certamente la spinta propulsiva è frutto della combinazione di più fattori quali l’aumento del prezzo del petrolio causato dalla insicurezza della sua disponibilità e la preoccupazione per i cambiamenti climatici che ha gettato un’ombra sul futuro del carbone. 

Così, mentre il XX secolo è stato caratterizzato dalla globalizzazione delle fonti fossili a cui tutti gli stati si sono convertiti, per il XXI secolo si assisterà alla localizzazione dell’energia attraverso la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. Attualmente gli Stati Uniti sono in cima alla classifica per lo sfruttamento del vento seguiti da Cina e Germania. Seconda è l’energia solare la cui crescita a livello mondiale si può senza dubbio definire esplosiva. Anche in questo settore, in un primo momento guidato dagli Stati Uniti, Giappone e Germania, è la Cina ad essere leader mondiale per impianti installati. A livello Europeo, troviamo la Germania al primo posto per celle fotovoltaiche installate, seguita dalla Spagna e dall’Italia. Invece, da sfruttare a pieno, risulta essere il potenziale geotermico e l’energia intrappolata nelle maree. 

Il diffondersi così rapido del ricorso alle rinnovabili è il frutto anche dell’impegno rilevante dei movimenti dal basso che incontrando talvolta il sostegno da parte della leadership politica hanno permesso di condizionare le politiche energetiche dei Paesi con l’erogazione di incentivi al settore. Nel contesto mondiale un ruolo di primo piano è quello svolto dall’Europa che ha puntato in maniera ambiziosa sulla promozione delle fonti rinnovabili mirando ad una quota del 20% di energie rinnovabili sulla quantità complessiva di energia consumata entro il 2020 e prevedendo, inoltre, misure per promuovere lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nei settori dell'elettricità, dei biocarburanti, del riscaldamento e del raffreddamento. 

In questo scenario di nuove prospettive, così articolato e per certi versi anche complesso non va sottovalutato, infine, il ruolo che ognuno di noi può svolgere attraverso le scelte quotidiane, che ogni strumento può fornire pur nella consapevolezza delle resistenze dei poteri forti, dei pregiudizi e delle valutazioni di parte che, nella storia, da sempre, hanno accompagnato i grandi cambiamenti 


CONCLUSIONI 

La ricerca condotta nel presente lavoro ha evidenziato la generale propensione delle organizzazioni del campione ad utilizzare, con le medesime unità di misura, gli Indicatori Chiave riportati nell’Allegato IV del Regolamento per il monitoraggio degli aspetti ambientali diretti. Nei tre settori oggetto di analisi, l’impiego di tali indicatori è stato riscontrato per la maggior parte delle organizzazioni del campione, con percentuali di utilizzo anche al di sopra del 90% (es: indicatore Consumo totale diretto di energia- efficienza energetica)

Si è osservato che i casi in cui è stato riscontrato il non impiego degli Indicatori Chiave sono imputabili alla inapplicabilità in quel determinato ambito, come ad esempio l’indicatore relativo al Consumo idrico totale inadoperabile per l’idroelettrico dove il processo utilizzato per la generazione di energia elettrica non comporta consumo di acqua. Altri indicatori sono stati impiegati per monitorare aspetti ambientali poco significativi, non correlabili ai processi produttivi come il caso degli indicatori relativi alle emissioni (Emissioni totali di gas serra e Emissioni totali in atmosfera), adoperati, per esempio, nell’ambito idroelettrico ed eolico per comunicare le emissioni degli autoveicoli che transitano all’interno dei siti. 

Per quanto riguarda gli aspetti ambientali indiretti, la maggior parte delle organizzazioni del campione non riferiscono in merito ad essi; nei casi rari in cui essi vengono riportati è stata riscontrata una sostanziale assenza di indicatori di prestazione. 

Il seguente lavoro ha evidenziato anche, per i tre settori considerati, la presenza di indicatori di prestazioni ambientale non riportati nel Regolamento EMAS, ma comunque corrispondenti alle tematiche ambientali indicate nell’Allegato IV. 

Tra i più interessanti si segnala: la % di rifiuti avviati a recupero relativo alla tematica rifiuti e applicabile nei tre ambiti esaminati; semine ittiche e deflusso minimo vitale per l’idroelettrico, mortalità dell’ avifauna per l’eolico entrambi identificabili come indicatori di biodiversità; emissioni evitate per l’idroelettrico eolico e biomasse, corrispondenti alla tematica delle emissioni. 

Oltre a tali indicatori, ne sono stati individuati altri in linea con quanto previsto dal Regolamento EMAS (punto 3 dell’Allegato IV). Gli indicatori più significativi riscontrati sono: rumore, campi elettromagnetici, mancato consumo di combustibile fossile il cui impiego è risultato abbastanza trasversale nei settori esaminati. 

Le elevate percentuale di utilizzo degli Indicatori Chiave indicati nel Regolamento e la poca varietà riscontrata in merito agli “altri indicatori”, dimostrano l’aderenza dello schema EMAS al settore energetico. L’indagine effettuata ha quindi consentito di riscontrare quanto lo Schema contenga strumenti efficienti, in termini di tematiche ambientali e rispettivi indicatori di prestazione, in grado di consentire il monitoraggio delle performance ambientali delle organizzazioni che operano nei settori investigati. Inoltre l’impiego di ulteriori indicatori, come quelli riscontati nel presente lavoro, può essere letto come contributo per una gestione più completa degli aspetti ambientali diretti e indiretti anche in un ottica del benchmark. 

Una delle criticità emerse da questo lavoro è la tendenza delle organizzazioni, in taluni casi, ad “appesantire” la DA con indicatori di esercizio e di processo che inficiano il principale obiettivo, di EMAS ovvero quello di rappresentare uno strumento di comunicazione alla portata di tutti gli Stakeholder. 

Una valutazione molto attenta merita il dato relativo numero delle organizzazioni registrate EMAS che operano nell’ambito delle energie rinnovabili, ricavato in seguito all’estrazione dei dati dal data base dell’ISPRA. La stima percentuale del dato, effettuata rispetto al numero totale di registrazioni in corso di validità nel settore della produzione di energia (68 unità), ha fatto rilevare un valore del 37%, con un maggiore apporto del settore idroelettrico ed eolico, con rispettivamente 11 e 9 registrazioni, e un minore contributo del settore delle biomasse con 4 registrazioni. 

Una considerazione a parte merita il settore fotovoltaico per il quale si è riscontrata un sola registrazione. Una chiave di lettura di questo dato può essere rappresentata dal resoconto pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici relativo all’energia fotovoltaica al 2012 in cui si apprende che ben il 60% della potenza installata appartiene al settore industriale (manifatturieri ed energetico), il 15 % al comparto agricolo (aziende agricole e zootecniche), il 14% al terziario (commercio, strutture alberghiere e ricreative, Pubblica Amministrazione) e 12% al domestico (unità residenziali); si ipotizza che alcuni impianti fotovoltaici indirettamente potrebbero rientrare in EMAS in quanto a servizio di organizzazioni operati nei settori individuati dal rapporto. Tuttavia si puntualizza che il caso individuato è relativo ad una organizzazione che gestisce quattro siti a cui fa riferimento un unico numero di Registrazione EMAS. 47 

In generale il frutto di questo lavoro può essere considerato apprezzabile a riscontro dell’interesse e della fiducia consolidata del settore energetico nei confronti dello schema EMAS. 

 

L’auspico è quello di fornire al lettore una panoramica sullo stato dell’arte in materia nonché uno stimolo al mondo delle rinnovabili in modo che in futuri l’interesse per lo Schema aumento e la sua diffusione diventi sempre più capillare . Anche EMAS è uno strumento che può fare la sua parte nella lotta contro i cambiamenti climatici. 

 

IL LINK AL VOLUME

www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/rapporto_187_2013.pdf

 

INDICE 

 

ABSTRACT

PREFAZIONE

INTRODUZIONE

METODOLOGIA

1. IL CONTESTO ENERGETICO EUROPEO ED ITALIANO: TRA FONTI RINNOVABILI E EFFICIENZA ENERGETICA

2. EVOLUZIONE DEL REGOLAMENTO EMAS E SUOI VANTAGGI NEL SETTORE DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA

3. INDIVIDUAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL CAMPIONE

4. ANALISI DEI RISULTATI DERIVANTI DAL CONFRONTO CON GLI INDICATORI CHIAVE INDICATI NELL’ALLEGATO IV DI EMAS III

5. “ALTRI INDICATORI”: PRINCIPALI CARATTERISTICHE

6. ULTERIORI ASPETTI EMERSI DALL’ANALISI DELLE DICHIARAZIONI AMBIENTALI

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

ALLEGATO 1: TABELLE DEGLI INDICATORI UTILIZZATI DAL CAMPIONE NEL SETTORE IDROELETTRICO

ALLEGATO 2: TABELLE DEGLI INDICATORI UTILIZZATI DAL CAMPIONE NEL SETTORE EOLICO

ALLEGATO 3: TABELLE DEGLI INDICATORI UTILIZZATI DAL CAMPIONE NEL SETTORE DELLE BIOMASSE

ALLEGATO 4: TABELLE DEGLI INDICATORI UTILIZZATI DALL’ORGANIZZAZIONE OPERANTE NEI SETTORI: BIOGAS, FOTOVOLTAICO, EOLICO E OLI VEGETALI

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