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A Trento si studiano polimeri “self-healing ” per l’industria manifatturiera

. I nuovi materiali sviluppati dai ricercatori trentini affiancano infatti alla rigidità e alla resistenza, prestazioni funzionali quali la capacità di cambiare forma sotto l'impulso di stimoli esterni (“morphing”) e di autoripararsi se danneggiati (“self-healing”).

I nuovi materiali saranno destinati principalmente ai settori dell’aeronautica e degli autoveicoli
 
Il gruppo di ricerca capitanato dal professor Alessandro Pegoretti  del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Progress in Materials Science” uno studio in cui vengono illustrati composti polimerici innovativi per l’industria manifatturiera.
 
Si tratta di polimeri rinforzati, di nuova generazione, caratterizzati da una migliore aderenza tra gli strati, che però non ne impedisce la scomposizione al momento dello smaltimento differenziato, destinati principalmente ai settori dell’aeronautica e degli autoveicoli. I nuovi materiali sviluppati dai ricercatori trentini affiancano infatti alla rigidità e alla resistenza, prestazioni funzionali quali la capacità di cambiare forma sotto l'impulso di stimoli esterni (“morphing”) e di autoripararsi se danneggiati (“self-healing”).
 
“C’è molta richiesta – spiega Pegoretti – di nuovi materiali da parte dell’industria manifatturiera, che ha l’esigenza di realizzare componenti sempre più leggeri e resistenti: molti dei progetti di ricerca ai quali lavorano i nostri dottorandi sono finalizzati a realizzare nuovi materiali compositi a matrice polimerica ottenuti combinando le caratteristiche di fibre di rinforzo tradizionali, quali vetro e carbonio, a quelle di nanocariche di ultima generazione, quali nanoparticelle vetrose o ceramiche, nanotubi di carbonio e grafene”.