Ambiente in Pillole: l'Economia Circolare nell’ambiente costruito

Il modello dell’economia circolare si sta imponendo in un sempre maggior numero di contesti. 

In generale, secondo quanto definito dalla recente Tassonomia Europea (regolamento UE 2020/852 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020) “l’economia circolare è un sistema economico in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle altre risorse nell’economia è mantenuto il più a lungo possibile, migliorandone l’uso efficiente nella produzione e nel consumo, così da ridurre l’impatto ambientale del loro uso, riducendo al minimo i rifiuti e il rilascio di sostanze pericolose in tutte le fasi del loro ciclo di vita, anche mediante l’applicazione della gerarchia dei rifiuti”.  

L’economia circolare rappresenta, quindi, un cambiamento epocale che coinvolge gli aspetti economici, sociali, normativi, produttivi, organizzativi, distributivi e di consumo di tutta una società. 

L’economia circolare nell’ambiente costruito

Ma le sue declinazioni possono essere anche molto diversificate e gli standard di riferimento variare da settore a settore.  

In particolare per l’edilizia, nel contesto delle attività di Costruzione e Demolizione, la Direttiva 2018/851/EU del 30/05/2018 fa esplicito riferimento alla necessità di “incentivare la ricostruzione, il rinnovo e, se del caso, la ridestinazione dei prodotti, come pure piattaforme di condivisione” e di adottare “misure intese a promuovere la demolizione selettiva onde consentire la rimozione e il trattamento sicuro delle sostanze pericolose e facilitare il riutilizzo e il riciclaggio di alta qualità tramite la rimozione selettiva dei materiali […]”.

In questo solco, si rammenta lo sviluppo e la pubblicazione della Prassi di Riferimento UNI/PdR 75:2020 che definisce una metodologia operativa per la decostruzione selettiva atta a favorire il recupero (riciclo e riuso) dei rifiuti derivanti dalla costruzione e demolizione.

Le città, gli edifici e più in generale l’ambiente costruito possono essere visti come miniere di materiali da poter riutilizzare, riciclare e condividere negli spazi adattandoli a nuovi utilizzi. 

L’approccio circolare 

In una visione più ampia, parlare di economia circolare nell’edilizia significa ripensare tutte le fasi del processo secondo un nuovo paradigma di progettazione non più lineare ma a circolarità aperta, “dalla culla alla culla”, dove nulla finisce e al termine di ogni ciclo ne ricomincia uno nuovo. 

L’approccio circolare unisce multidisciplinarietà e interdipendenza sincrona, dove ogni competenza di diverse discipline si intreccia, producendo un risultato univoco ma completo di tutte le fasi della progettazione, realizzazione, esercizio, manutenzione e restituzione al territorio.

Incentivare l’economia circolare

A tal proposito non può essere dimenticato come GBC Italia abbia identificato come uno dei temi chiave del proprio Manifesto “Un ambiente costruito sostenibile per l’Italia del futuro: le proposte di GBC Italia” proprio l’economia circolare. Per favorire la diffusione dei principi dell’economia circolare, GBC ha anche pubblicato un Position Paper in cui presenta lo stato dell’arte, messaggi chiave e raccomandazioni su azioni prioritarie.

In esso si parte dal concetto di edificio “concepito come stoccaggio temporaneo di materiali” – building as material bank – attraverso il quale si dà nuovo valore ai materiali e prodotti da costruzione in ottica circolare. Il recupero e il riuso dei materiali – come definito dalla Norma UNI 10914-1:2001 -, il riciclo e il loro utilizzo con nuove destinazioni d’uso evitano la demolizione o interventi di nuova costruzione. L’edificio non viene più visto come “rifiuto” ma viene rigenerato attraverso un uso efficiente delle risorse durante la fase d’uso e di fine vita, considerando sempre gli impatti ambientali provocati in ogni fase.

Incentivare strategie di economia circolare, che vadano oltre al solo riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione è dunque la nuova “esigenza” nell’edilizia: si richiede una maggiore collaborazione tra gli operatori del settore per fornire più soluzioni tecnologiche e per sviluppare nuovi modelli, che facilitino l’attivazione di processi di economia circolare (riuso, riciclo e rigenerazione).