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ARMANDO ZAMBRANO: è fondamentale attivare connessioni con le realtà ingegneristiche di altri paesi

ZAMBRANO: è fondamentale attivare connessioni con le realtà ingegneristiche di altri paesi. A causa dei pochi sbocchi che caratterizzano il mercato interno gli ingegneri hanno cercato e trovato nuove opportunità di sviluppo. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat fotografano, tra il 2009 e il 2012, una grande crescita dell’export italiano di servizi di ingegneria che è passato da 1 miliardo di euro nel 2009 ai 2,5 miliardi nel 2012.E circa metà dei flussi delle esportazioni è indirizzato proprio verso paesi situati fuori dalla Ue. In particolare, come si legge nell’ultimo rapporto Oice, il flusso è diretto verso Asia e Medio Oriente.

 Intervista al Presidente ZAMBRANO su INTERNAZIONALIZZAZIONE e FORMAZIONE

   

Domanda - Il rapporto di KPMG sulle costruzione evidenzia alcune cose importanti, tra queste che le costruzioni a livello mondiale sono ripartite ma non in Europa, e che la prima priorità delle grandi aziende di ingegneria è di assumere figure competenti. L’orizzonte verso cui i nostri giovani, e anche qualche collega più anziano, dovranno rivolgere il proprio sguardo non solo è fuori dall’Italia ma anche dall’Europa ?

Armando Zambrano - Direi proprio di sì, dobbiamo prendere atto che gli orizzonti lavorativi si allargano sempre più. E, infatti, qualcosa di importante in questo senso negli ultimi anni sta già accadendo o è già accaduto. A causa dei pochi sbocchi che caratterizzano il mercato interno gli ingegneri hanno cercato e trovato nuove opportunità di sviluppo. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat fotografano, tra il 2009 e il 2012, una grande crescita dell’export italiano di servizi di ingegneria che è passato da 1 miliardo di euro nel 2009 ai 2,5 miliardi nel 2012.

E circa metà dei flussi delle esportazioni è indirizzato proprio verso paesi situati fuori dalla Ue. In particolare, come si legge nell’ultimo rapporto Oice, il flusso è diretto verso Asia e Medio Oriente.

Tutto ciò, insieme alle numerose proposte di lavoro che i nostri ingegneri ricevono dall’estero, testimonia quanto la nostra ingegneria sia apprezzata oltreconfine. 
Naturalmente avere una forte presenza sui mercati internazionali è una grande conquista, ma allo stesso tempo risulta necessario rilanciare e riattivare il nostro mercato interno con politiche mirate.


Domanda - Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri si sta muovendo sul piano internazionale per definire collaborazioni e accordi che possano essere utili per chi vuole lavorare all’estero?

Armando Zambrano - Il Cni da diverso tempo è impegnato nel volgere il proprio sguardo in tutto il mondo. E oggi non potrebbe fare altrimenti. Del resto, è ormai fondamentale attivare connessioni con le realtà ingegneristiche di altri paesi. Il partecipare alle attività degli Organismi internazionali dell’Ingegneria più importanti tra i quali posso citare il WFEO (World Federation Engineering Organization) e la Feani (Federation Europeen Association Nazional Ingegneria) che spesso conducono a nuove occasioni di lavoro.

La partecipazione alle Associazioni spesso si articola in Tavoli tematici (standing technical committees) e collaborazioni di vario tipo. Da ultimo, voglio segnalare che il Cni sarà presente all’Expo 2015 che si terrà a Milano e che prevede la partecipazione ad oggi di 140 paesi.

 

Domanda - La recente riforma della formazione continua all’interno degli Ordini è sufficiente per fornire queste competenze internazionali?

Con l’occasione ricordo che la formazione continua sarà obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2014. Ma in realtà, il Cni e tutti gli Ordini provinciali sono già da tempo impegnati nell’erogare attività formative di vario tipo e perciò assolutamente consapevoli della necessità di innovazione continua delle competenze degli ingegneri che, appunto, costituisce una precondizione per una professione al passo coi tempi.

Le posso dire, a tal proposito, che circa il 10% dei corsi erogati dagli Ordini nel 2012 hanno riguardato materie innovative e quindi immediatamente spendibili nel mercato estero che al momento sembra più propenso a recepirle. Voglio sottolineare però, che gli ingegneri italiani sono particolarmente richiesti perché la loro preparazione media risulta particolarmente alta.

 

Domanda - A livello centrale il CNI sta studiando delle iniziative formativo di alto profilo per chi volesse maturare degli skill di alto livello tecnico e manageriale?

Armando Zambrano - Certamente. A testimonianza della grande attenzione che il Cni ripone nella formazione, segnalo larecente istituzione della Scuola superiore di formazione per l’ingegneria. La Scuola ha per finalità l’organizzazione e il coordinamento della formazione e dell’aggiornamento degli ingegneri così come previsto dall’Ordinamento professionale nazionale e comunitario.

L’offerta formativa dovrà certamente prevedere per il futuro corsi e attività che, oltre a fornire skill di alto livello tecnico, li dovrà saper coniugare con gli aspetti manageriali di cui gli ingegneri hanno maggiormente bisogno. E’ dall’unione tra sapere tecnico, creativo e manageriale che possono venir fuori ambiti professionali innovativi.

 

Domanda - Ritenete che questa situazione, in cui l’internazionalizzazione delle competenze diventa una priorità, possa essere un luogo di confronto e collaborazione con le università ?

Armando Zambrano - La collaborazione e il confronto con le Università devono rimanere, indubbiamente, una priorità. Anche se oggi le facoltà di ingegneria non esistono più, il rapporto con i capi dipartimento (i vecchi presidi di facoltà) si conferma molto stretto. 
Resta, insomma, centrale, anche alla luce della crescente richiesta di profili adatti ad operare nel mercato internazionale, la necessità di rafforzare questa collaborazione con l’obiettivo di creare strumenti, sempre più efficaci, per collegare imprese e mondo accademico. Oggi, ad esempio, alla luce della recente riforma delle professioni sarà possibile, grazie ad apposite convenzioni, creare un raccordo tra la formazione universitaria e la formazione continua obbligatoria per tutti gli iscritti agli albi. In questo modo la frequenza di master, corsi universitari, dottorati, ecc. darà diritto agli iscritti ad ottenere i crediti necessari (chiamati CFP) per assolvere l’obbligo di formazione; allo stesso modo i crediti della formazione continua (CFP) potranno essere utilizzati e riconosciuti quali crediti per ottenere titoli universitari. Si tratta di uno scenario che aprirà una nuova era nei rapporti tra Ordini professionali e mondo accademico.