Alle 3:36 del 24 Agosto 2016 il centro Italia è ripiombato nella paura ed i fatti tragici di questi momenti riaprono le ferite, mai rimarginate, di chi ha vissuto e vive in queste ore la paura, il dolore e la distruzione lasciata da un evento sismico.
Dall’ormai lontano 1997, passando per il 2002 in Molise e il 2009 all’Aquila, fino a questa mattina, non sembra sia cambiato moltissimo. Eccoci, arrivata l’emergenza, scattano i soccorsi, la macchina si mette in moto e via che andare!
Da studente prima e da Ingegnere oggi, sono sempre più convinto che senza un Piano e senza una Programmazione non si può andare avanti; la sola gestione delle emergenze non può più essere accettata! Occorre un piano ed una programmazione che abbiano alla base risorse certe ed adeguate che si protraggono nel tempo che non sia soltanto quello di una legislatura.
Un Piano che abbia come dati certi il frutto della ricerca, dei modelli scientifici, delle tecnologie avanzate oggi a nostra disposizione, il tutto associato ad un corretto monitoraggio del territorio. Con un’appropriata Programmazione negl’anni, si potrà mettere in atto il Piano stesso.
Occorre fare prevenzione e occorre saper valutare e gestire il rischio sismico in Italia, non esistono più alibi.
Smettiamola di litigare su quello che si sarebbe potuto fare; occorre fare, da oggi, subito, senza più aspettare!
Da Ingegnere ribadisco che si può fare prevenzione. È vero, l’Italia ha un immenso patrimonio storico e artistico e innumerevoli borghi e centri storici ma, ciò non significa che non si possa fare “manutenzione antisismica” degli edifici pubblici e privati. È inaccettabile quello che è successo negli anni scorsi ma, anche oggi, dove edifici come ospedali e scuole vengano seriamente compromessi o addirittura rasi al suolo: c’è in ballo la vita dei nostri figli!
L’Italia è geologicamente giovane quindi è chiaro che dovremo sempre misurarci con terremoti e non solo. Dico non solo perché l’Italia oltre agli eventi sismici, si misura molto spesso anche con frane e alluvioni.
Come per i terremoti, anche il rischio idrogeologico è stato nel passato trattato come una fatalità tardando ad arrivare quegli interventi strutturali per un’adeguata mitigazione e gestione del rischio.
Tutto il territorio Italiano deve essere ripensato ed i mancati investimenti ed il fatalismo non possono essere più un alibi per nessuno.
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