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Biennale Architettura 2023: il Padiglione britannico celebra la potenza dei rituali quotidiani come pratiche spaziali

Il titolo del Padiglione, "Dancing Before the Moon", risponde al tema generale della Biennale di Architettura di Lesley Lokko presentando una rassegna incentrata sui rituali globali e le pratiche quotidiane che dimostrano di apprezzare il suolo e il cosmo. Tutti i dettagli sulla mostra allestita all'interno del padiglione.

Dancing Before the Moon: il Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia 2023

Il British Council, commissario del padiglione, e i curatori incaricati - Jayden Ali, Joseph Henry, Meneesha Kellay e Sumitra Upham - presentano all'interno del Padiglione Britannico alla 18. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2023 la mostra dal titolo Dancing Before the Moon

Una mostra costituita da 6 installazioni artistiche su scala architettonica di 6 artisti e architetti, accompagnata da un nuovo film e colonna sonora.

Riguardo al titolo della mostra, i curatori hanno dichiarato:  “In molti paesi, la luna è celebrata come simbolo di vita. Per noi, la citazione riflette un desiderio e un apprezzamento per i rituali globali e le pratiche quotidiane che dimostrano un apprezzamento del suolo e del cosmo. Propone un modo alternativo di considerare le relazioni collettive con la terra e la geografia e il modo in cui le comunità si uniscono per mantenere lo spazio attraverso il fare e le pratiche sociali. È importante sottolineare che parla sia del passato che del futuro."

Il Padiglione Britannico ha ricevuto una menzione speciale durante la Cerimonia di premiazione tenutasi il 20 maggio scorso.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Menzione speciale come Partecipazione Nazionale alla Gran Bretagna
per la strategia curatoriale e le proposte progettuali che celebrano la potenza dei rituali quotidiani come forme di resistenza e come pratiche spaziali nelle comunità della diaspora.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

La dichiarazione del team curatoriale

Il team curatoriale del Padiglione della Gran Bretagna ha dichiarato: “Il Padiglione Britannico alla Biennale Architettura 2023 celebra cosa significa per le persone creare e occupare lo spazio. Attraverso l'obiettivo delle diaspore dell'Asia meridionale, dell'Africa e dei Caraibi in Gran Bretagna, Dancing Before the Moon esplora come i rituali abbiano il potenziale per adattarsi e sfidare in modo univoco l'ambiente costruito. Qui vengono sostenute pratiche sociali e temporali per migliorare l'attaccamento alla terra, trasformare lo spazio e legare le comunità.

Grazie ai nostri incredibili artisti e collaboratori per aver trasformato il padiglione in una piattaforma che onora il nostro passato e immagina un futuro per l'architettura britannica che valorizzi la diversità culturale e il senso del luogo e dell'appartenenza."

Breve guida per la visita al Padiglione Britannico alla Biennale di Architettura 2023

Oggetti su larga scala che riflettono diversi costumi culturali e geografici popolano il padiglione: da un gigantesco domino futuristico scolpito nel legno di frassino a un "tempio di ossa" fatto di tessuti.

La mostra dimostra la necessità per l'architettura di guardare oltre gli edifici e le strutture economiche per proiettarsi verso le pratiche sociali, i costumi e le tradizioni quotidiane al fine di riflettere in modo significativo il modo in cui le persone usano e stabiliscono lo spazio.

Nel Regno Unito, i rituali praticati dalle comunità diasporiche sono potenti veicoli per creare nuovi spazi che promuovono culture e tradizioni ma che, purtroppo, non sono considerate nella pianificazione dell'ambiente costruito della Gran Bretagna.

Dancing Before the Moon celebra quei rituali e presenta nuovi modi di pensare all'architettura al di là degli edifici e delle strutture economiche.

Ogni installazione, di artisti interessati ai materiali e alla realizzazione, riconosce i rituali quotidiani di diversi contesti globali, tra cui:

  • architettura e tradizioni tessili nella cultura Cherokee e Yoruba;
  • credenza indù e buddista nell'aldilà;
  • lavaggio all'aperto in Angola;
  • pratiche spirituali curative nel sud America;
  • domino giamaicano a Nottingham;
  • e infine, l'arte della produzione di tamburi in padella d'acciaio di Trinidad e la cucina all'aperto cipriota.

La sala principale del padiglione trova spazio una grande installazione cinematografica che proietta un film realizzato dai curatori grazie al contributo di numerosi collaboratori. Il film evidenzia il ruolo centrale che i rituali svolgono nel riflettere le tradizioni e i valori della comunità delle persone che vivono nel Regno Unito. Attraverso la danza, la processione, i giochi, la crescita e il culto ci viene ricordato che, indipendentemente dalla razza, dalla cultura e dalle circostanze socio-economiche, siamo tutti capaci di inventare e trasformare ciò che ci circonda. La colonna sonora di accompagnamento include musiche originali ed è stata ideata da Oscar #Worldpeace e Fredwave.

(© British Council ph. Cristiano Corte)

La sala principale del Padiglione ospiterà un programma di eventi pubblici tra cui proiezioni di film e conferenze.

Come hanno dichiarato gli organizzatori, "nel complesso, questa rassegna sostiene un concetto ampliato di architettura. Un concetto intangibile, che si interseca con la performance, l’artigianato e altre discipline creative, e che fondamentalmente viene plasmato dalle persone. Quest’installazione risponde ai temi generali della Biennale Architettura 2023, The Laboratory of the Future, dando al pubblico l’opportunità di immaginare futuri diversi, in cui venga data priorità a collaborazione, sperimentazione ed equità nella pianificazione degli spazi in Regno Unito."

Uno sguardo alle singole installazioni artistiche

La descrizione che segue è stata fornita dal British Council.

Jayden Ali - Thunder and Şimşek

Avvicinandosi all’ingresso del Padiglione Britannico, i visitatori vedranno immediatamente un'installazione all'esterno del Padiglione.

Thunder and Şimşek esplora i legami ancestrali di Ali con le isole di Trinidad e Cipro. La grande installazione rispecchia l’ibridismo delle culture e dei riti emersi in reazione all’occupazione coloniale.

Le sculture in alto, realizzate utilizzando acciaio scolpito con il martello, rappresentano due passatempi: la musica dei tamburi di Trinidad (Steelpan) e la cucina di Cipro, rituali divenuti fondamentali per i discendenti di queste isole colonizzate, che rivendicano il proprio spazio nel Regno Unito.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

Le sculture occupano la facciata tradizionale del portico del Padiglione, reinterpretando il portico come spazio di transizione tra partenze e arrivi.

Sandra Poulson - Sãbao Azul e Água

La produzione di Sandra Poulson attinge alla sua esperienza e alle osservazioni della sua infanzia trascorsa a Luanda, in Angola, una città invasa dalla polvere che si deposita sul corpo e sugli indumenti.

L’artista analizza questo residuo come vettore per identificare la posizione socioeconomica degli abitanti, riflettendo sul ruolo dei riti di pulizia come strumenti di mobilità sociale e occupazione dello spazio.

Questa installazione comprende quattro oggetti che fanno riferimento alla lingua architettonica e alle tradizioni sociali di Luanda: una vasca di cemento per il lavaggio del bucato, una ringhiera dell’epoca coloniale, un abito che ricorda quelli delle donne angolane e l’impronta di un piede.

Ogni elemento è realizzato in tessuto: il modello di ciascuno è tagliato, cucito e imbottito con scarti tessili da discarica e inamidato con sabão azul, il sapone azzurro onnipresente in Angola.

Il sapone è utilizzato per occultare la forma degli oggetti e fare emergere storie nascoste. Sabão Azul e Água cattura il costante interesse di Sandra Poulson per i riti di pulizia e il loro legame con lo spazio, la protezione delle tradizioni e il valore del lavoro manuale.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

Mac Collins - Runout

Il gioco del domino, molto diffuso tra le comunità caraibiche britanniche nei pub e nei centri sociali di tutto il Regno Unito, ha ispirato l’opera Runout di Mac Collins, grafico e artista nato a Nottingham.

Collins esplora come la cultura materiale e la performance associate al gioco del domino, insieme ad altri riti culturali, abbiano creato collegamenti tangibili con i Caraibi per la diaspora dei Giamaicani in Gran Bretagna. Quest’oggetto, esagerato e futuristico, è realizzato in legno di frassino ebanizzato e smaltato.

La sua forma ambigua ricorda parzialmente sia un domino astratto sia una forma vivente sconosciuta. Le dimensioni e la statura scelte rappresentano l’integrità e la fierezza costruite dalle comunità giamaicane britanniche intorno alla propria cultura.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

Per Collins, Runout è il ricordo di una stirpe lontana e fatiscente, nonché dei miti e delle storie create da generazioni di comunità caraibiche che riflettono sulla propria posizione nella società britannica contermporanea. L’opera esplora anche i modi in cui i riti urbani diasporici costruiscono relazioni sociali e occupano lo spazio.

Shawanda Corbett – A healing is coming

Le opere dell’artista interdisciplinare Shawanda Corbett si ispirano alle ceramiche africane e dei popoli indigeni delle Americhe, alla teoria cyborg e alla fluidità della musica jazz. I recipienti di ceramica fanno ombra sul muro per ‘occupare’ il padiglione.

A healing is coming rappresenta la percezione della purezza che la cultura dell’America meridionale pretende dalle donne, un’opinione maschile delle donne nella cultura cristiana, il necessario distacco da questa proiezione per la sopravvivenza e la conseguente lotta per la guarigione.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

L’opera rappresenta un gruppo di donne che scelgono itinerari spirituali diversi per avviarsi verso la guarigione. Il Voodoo/Vodou, una religione diasporica africana (in origine Vodun in Africa occidentale) e l’Hoodoo (pratica spirituale) sono le pratiche spirituali utilizzate dalle donne per trovare sollievo fisico e mentale.

Madhav Kidao – Bardo

Bardo è stato realizzato liquefacendo e fondendo nuovamente ‘Between Forests and Skies’, un padiglione creato per il Victoria & Albert Museum nel 2021 dallo studio Nebbia Works di Kidao.

Il grande ‘muro’ di alluminio esplora i riti riguardanti la morte. Bardo è una parola tibetana che indica lo stadio intermedio nel buddismo successivo alla morte ma precedente alla rinascita. Rappresenta il concetto di ‘punarmṛtyu’ (‘ri-morte’ in sanscrito) attraverso la distruzione di una forma e la creazione di un’altra. Influenzato dalle culture emergenti di Londra e dalle filosofie induiste e buddiste, l’opera di Kidao appoggia il pensiero circolare e considera l’aspetto temporale dell’architettura. La trama della superficie è stata ottenuta con la sabbia usata nel processo di sagomatura. In quanto pannello acustico, Bardo modula e disperde il suono attraverso le aperture della superficie.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

Yussef Agbo-Ola - Muluku: 6 Bone Temple

Muluku: 6 Bone Temple onora i riti in architettura, performance e arte delle comunità Yoruba e Cherokee che rispettano il mondo naturale ed evidenziano la consacrazione ambientale. Il cotone organico è tessuto e montato su una cornice di legno con fibra di ananas, per creare una struttura sacra ispirata alla pelle di specie animali estinte o in via d’estinzione.

(© British Council ph. Taran Wilkhu)

Le ossa, un tempo usate per costruire, sono presentate all'interno di artefatti architettonici consacrati su pietre vulcaniche, dal forte odore di menta e lavanda. Celebrando la capacità unica della terra di creare vita attraverso la decomposizione e la reincarnazione, questa entità architettonica vivente è progettata per diventare un habitat per specie non umane, per poi degradarsi e trasformarsi in nutrimento per il terreno.

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Cosa sappiamo sui curatori del Padiglione del Regno Unito alla Biennale di Venezia

Jayden Ali è un architetto, direttore fondatore della pratica interdisciplinare JA Projects e è educatore alla Central Saint Martins. Lavora a livello internazionale su progetti culturali rivolti al pubblico che rafforzano le comunità e riflettono attivamente sulla società. È stato riconosciuto da numerose pubblicazioni come una voce chiave che plasma la vita delle città ed è nella prestigiosa lista "40 Under 40" dell'Architects' Journal. È un alunno dell'Architectural Association, The Cass e dell'Università di East London.

Joseph Henry è un designer e urbanista, co-fondatore della piattaforma Sound Advice ed è Capital Development Manager nel Culture and Creative Industries Team presso la Greater London Authority. In precedenza ha guidato l'indagine di ricerca sull'urbanistica ecologica, dove ha sviluppato una politica di pianificazione e una guida per incorporare i principi dell'economia circolare nel sistema di pianificazione di Londra. Joseph, insieme a Pooja Agrawal, ha co-fondato Sound Advice, una piattaforma extra-istituzionale che esplora nuove forme di pratica spaziale attraverso la musica. Sound Advice sviluppa progetti che mettono in primo piano narrazioni e culture fondamentali per progettare un ambiente urbano più progressista e plurale. Joseph ha scritto per titoli come Dezeen e Casabella. È amministratore della Russell Maliphant Dance Company e consulente di Thearum Mundi.

Meneesha Kellay è una curatrice e commissaria che lavora tra arte, architettura, design e performance. Attualmente Senior Curator, Contemporary Program presso il Victoria and Albert Museum (V&A), sostiene la pratica creativa emergente commissionando mostre, installazioni, performance ed eventi. In precedenza è stata Public Programs Curator presso il Royal Institute of British Architects (RIBA), Assistant Director della AA Night School presso l'Architectural Association, e ha diretto Open House London 2014. Ha lavorato a progetti per l'Africa Architecture Awards e il Baltic Pavilion alla 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nel 2016. Ha conseguito un Master in Cultural and Critical Studies presso Goldsmiths, University of London, e una laurea in Architettura presso l'Università di Manchester.

Sumitra Upham è una curatrice e scrittrice interessata alle pratiche spaziali e discorsive e al valore sociale del fare. Attualmente responsabile dei programmi presso il Crafts Council, supervisiona la sua collezione di artigianato contemporaneo e un programma interdisciplinare di mostre ed eventi. In precedenza è stata Senior Curator of Public Programs presso il Design Museum (2017-21); Curatore dei programmi per la 5a Istanbul Design Biennial, Empathy Re-Visited: Designs for more than one (2019–20); e curatore associato presso l'Institute of Contemporary Arts (ICA), Londra (2012–16). Sumitra ha conseguito un Master in Curating Contemporary Design presso la Kingston University e un Graduate Certificate in History of Art and Architecture presso Birkbeck, University of London. Nel 2020 è entrata a far parte del consiglio di amministrazione di Cubitt, galleria e cooperativa gestita da artisti.

I curatori del Padiglione Britannico - Da sinistra: Jayden Ali, Meneesha Kellay, Sumitra Upham e Joseph-Henry.
(© British Council ph. Taran Wilkhu)

INFO SUL PADIGLIONE DELLA GRAN BRETAGNA ALLA BIENNALE DI ARCHITETTURA 2023 DI VENEZIA
Titolo: Dancing Before the Moon
Commissario: British Council
Curatori: Jayden Ali, Joseph Henry, Meneesha Kellay e Sumitra Upham
Quando: dal 20 maggio al 26 novembre 2023
Sede: Giardini

#BiennaleArchitettura2023 #TheLaboratoryOfTheFuture

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