Data Pubblicazione:

BIM per la riqualificazione urbana di aree dismesse: il progetto dell'Ex Caserma STA.VE.CO

Quando si tratta di interventi per il restauro e valorizzazione del patrimonio costruito l'uso della metodologia BIM permette di costruire un sistema informatizzato - correlato e parametrizzato - di supporto alle diverse fasi di analisi e valutazione, progettazione e cantierizzazione degli interventi. Nel caso del complesso dell'ex Caserma STA.VE.CO di Bologna l'uso del BIM ha permesso di mappare e parametrizzare il degrado materico e strutturale degli edifici all'interno di un sistema informativo unico.

politecnica-ex-caserma-staveco-modello-bim.jpg

Modello BIM generale (Politecnica, Abacus e CFR)

Un ex complesso militare 'sospeso' in attesa di un intervento di riqualificazione

La STA.VE.CO è un ex cittadella militare nel cuore della città di Bologna, utilizzata soprattutto durante la prima e la seconda guerra mondiale per la produzione di materiale bellico. L’area, con una superficie di 93.080 mq, è oggi completamente abbandonata in attesa di un intervento di riqualificazione. I servizi svolti da Politecnica insieme ad Abacus, Studio Mattioli, LIFE Laboratori Ingegneria Ferrara, CFR Consorzio Futuro in Ricerca Ferrara e Ante Quem, costituiscono la base di partenza per la definizione dello stato di consistenza e di conservazione di tutta l’area e forniscono un indirizzo progettuale per lo sviluppo futuro, passaggi chiave per la trasformazione dell’ex Caserma in Nuova Cittadella della Giustizia di Bologna.

politecnica-ex-caserma-staveco-inquadramento.jpg

Inquadramento dall’alto dell’area ex Caserma STA.VE.CO

Il servizio svolto ha avuto ad oggetto l’analisi di vulnerabilità sismica dei fabbricati ricompresi nell’area e lo studio di inserimento urbanistico per l’intera area. Questo, vista l’estesa superficie da indagare, il numero di edifici e la loro rilevanza storico-architettonica, si è caratterizzato come un processo complesso, che si è sviluppato dalla fase di rilievo e indagine fino alle scelte progettuali per il futuro.

 

Uso innovativo del BIM per definire lo stato di consistenza e conservazione del patrimonio costruito

La complessità ha indirizzato verso un utilizzo olistico ed interdisciplinare degli strumenti offerti dal BIM, al fine di costruire un sistema il più possibile correlato e parametrizzato che fungesse da supporto per la valutazione delle scelte durante le fasi del progetto. Gli obiettivi per la riqualificazione dell’area, in linea con le informazioni raccolte su vincoli e regolamenti e con le consultazioni degli attori rilevanti, vengono sintetizzati come segue: 

  • Accessibilità e integrazione con il contesto urbano; 
  • Preservazione del valore storico-artistico e paesaggistico-ecologico

Dovendo gestire numerosi edifici e numerosi modelli disciplinari, per massimizzare le potenzialità del progetto BIM, è risultato imprescindibile focalizzare gli obiettivi da raggiungere in relazione alle modalità di organizzazione delle informazioni affinché potessero essere consultate e manipolate in funzione delle ipotesi progettuali.

politecnica-ex-caserma-staveco-analisi-interventi.JPG

Individuazione interventi e attività svolte (Politecnica e Abacus)

Per tutti i modelli sono stati definiti i BIM Uses fondamentali e compilati appositi parametri di localizzazione e classificazione degli elementi. La struttura e la condivisione dei parametri, oltre una specifica Naming Convention, hanno permesso una estrazione delle quantità ordinata e sistematica. Attraverso l’utilizzo di un modello di Coordinamento è stato possibile gestire gli elaborati 2D per studiare lo sviluppo di diversi scenari di progettazione territoriale

La modellazione da nuvola di punti secondo il metodo Scan to BIM ha permesso di ricostruire i dati del dettaglio geometrico. La restituzione del Datum del rilievo ha garantito un’opportuna georeferenziazione e il coordinamento di tutti i manufatti consentendo di integrare le valutazioni sullo stato di conservazione degli edifici con quelle relative all’esposizione dei singoli oggetti. Le valutazioni strutturali sono avvenute in parallelo e i modelli hanno assistito ad un’implementazione graduale in accordo con i risultati delle indagini. Attraverso l’approccio olistico all’analisi e progettazione BIM si è cercato di scoprire, con lo studio dei dati catalogati, le possibilità per rendere manifeste, sotto forma di informazioni visualizzabili, le relazioni, anche minori, tra dati apparentemente non correlati tra di loro.

politecnica_staveco_nuvola-di-punti.jpg

Modello complessivo a nuvola di punti elaborato da fotogrammetria, utilizzata con il duplice scopo di integrare il rilievo di dettaglio nelle componenti delle coperture e per supportare la descrizione di tutta l’area nel suo complesso (CFR)

politecnica_staveco.JPG

Screenshot Software Recap, Edifici 1 e 10 (Politecnica e Abacus)

Tutti i modelli presentano i parametri utili alle successive fasi di progetto per il monitoraggio in 4D e 5D (tempi e costi), che potranno essere opportunamente implementati dagli attori coinvolti per le successive fasi di progettazione e cantierizzazione. L’utilizzo di una metodologia BIM ha reso possibile mappare e parametrizzare il degrado materico e strutturale degli edifici all’interno di un sistema informativo unico.

politecnica_staveco-02.jpg

Screenshot Software Revit del modello BIM Edifici 1 e 10, modellazione di particolari architettonici e creazione di locali e dell’abaco delle consistenze in Revit e creazione di famiglie con una loro codifica, come previsto da PGI (Politecnica, Abacus e CFR)

Questo ha facilitato, attraverso la gerarchizzazione dei livelli di criticità, l’automazione dell’analisi in termini quantitativi, di demolizione e ricostruzioni, di diversi scenari progettuali, oltre che l’identificazione delle principali necessità di intervento. Questa analisi, resa sistemica con altre valutazioni di carattere urbanistico e volumetrico, ha guidato lo sviluppo finale dei due scenari di intervento presentati, dimostrandosi uno strumento fondamentale anche in relazione a ragionamenti più ampli, come quello sull’assetto distributivo e dei flussi interni all’area. I risultati del processo sono stati verificati e validati da un soggetto esterno alla SA.

 

Sostenibilità economica ed ambientale: la progettazione BIM per valutare opportunità nell'ambito della rigenerazione

L’ampio numero di dati specifici per ogni edificio, correlati durante le prime fasi del progetto, ha permesso di trasformare i ragionamenti quantitativi sviluppati in previsioni di impatto economico, fornendo un utile strumento di partenza per la pianificazione futura.

politecnica-ex-caserma-staveco-studio-di-fattibilita.JPG

Studio di fattibilità, scenario 1 di 2 (Politecnica e Abacus)

La struttura di conoscenze e le caratteristiche informative degli edifici hanno costituito la base per valutare le opportunità di una rigenerazione sostenibile dell’area e per poter gestire le informazioni al fine della valutazione futura degli impatti ambientali di queste opportunità. Gli scenari di progetto si sono concentrati sui temi legati alla mobilità sostenibile e all’accessibilità dell’area in funzione delle diverse destinazioni d’uso, in accordo con il contesto urbano. In ultimo, trattandosi di una proposta per il futuro, risulta essere non banale l’impatto positivo della progettazione BIM sulla strutturazione dei dati al fine di massimizzarne la possibile comunicazione anche ad un pubblico non addetto ai lavori, attraverso una rielaborazione in chiave divulgativa e sempre implementabile dallo stato di fatto a uno stato di gestione.