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Dagli scantinati ai capannoni: in Puglia incentivi per le aziende tessili

La Regione PUGLIA ha promosso un bando per contrastare la parcellizzazione di microimprese e laboratori che lavorano in città spesso in condizioni di pericolo. Fondi per consorziarsi in rete e traslocare nelle aree industriali più sicure. L'operazione a meno di un anno dal crollo della palazzina di Bari che provocò la morte di quattro operaie.

BARLETTA - Un bando per incentivare la messa in rete delle imprese manifatturiere, piccole e piccolissime - che operano spesso in condizioni assai precarie - e per il loro trasferimento in aree industriali maggiormente sicure. La regione Puglia ricorda così la tragedia di Barletta del 3 ottobre scorso, quando, a causa della frana di una palazzina di via Roma, persero la vita quattro operaie e la figlia minorenne dei titolari di una piccola azienda tessile, impegnate a lavorare in un laboratorio abusivo nel seminterrato. Al momento la giunta ha approvato il regolamento. "E' l'atto propedeutico per la pubblicazione del bando, ormai imminente - afferma l'assessore al Welfare, Elena Gentile - Si tratta di una questione di giorni".
Per il trasloco di ogni azienda 150mila euro a disposizione. Obiettivo dell'operazione è stimolare quelle aziende attualmente localizzate nei sottoscala o, in generale, in ambienti insicuri e insalubri, a 'traslocare' nei capannoni delle zone industriali (sono tanti quelli dismessi a causa della crisi), facendo emergere allo stesso tempo il "sommerso". Il bando concede 150mila euro per tutte le imprese (almeno dieci) che si consorziano o si mettono in rete presentando progetti per il trasferimento dai centri urbani dei comuni verso agglomerati industriali o aree di insediamento produttivo (per esempio zone Pip, zone industriali ecc.), dove spesso ci sono strutture vuote o non sfruttate. Potranno candidarsi anche le imprese che presentano irregolarità: a patto di sanare la propria posizione entro la chiusura dell'istruttoria.

Altri 200mila euro per ogni nuovo consorzio. Ancora, oltre ai 150mila euro previsti per singola impresa, ciascun consorzio potrà usufruire di 200mila euro. I progetti integrati tra di loro, con diversi piani di investimento, non potranno ottenere più di 4 milioni di euro. Per ora a disposizione ci sono 10 milioni di euro in totale, ma la somma potrebbe essere incrementata monitorando le domande. La misura premia le imprese che decidano di sistemarsi in immobili già esistenti da almeno due anni, quelle che acquisiscono servizi per l'ottenimento delle certificazioni ambientali e le imprese partecipate da donne e quelle in cooperativa.

Piccoli laboratori spesso contoterzisti per le grandi griffe. Il fenomeno dei piccoli laboratori, del tessile-abbigliamento-calzature (ma non solo) è molto diffuso nelle città pugliesi. Spesso si tratta di contoterzisti per le grandi aziende della moda. "L'illegalità molto spesso non è frutto di una scelta ma di situazioni di contesto economico e ambientale difficili - continua Gentile - Questo bando coniuga l'esigenza di promuovere la rete tra imprese proprio per stare di più e meglio sui mercati per abbattere i costi, per costruire un brand e un marchio, anche alla luce del successo che un pezzo di quel sistema di impresa ha ottenuto ripensando per esempio un segmento dell'abbigliamento per la sicurezza, quello della scarpa. Le imprese che si sono impegnate e che hanno promosso questa evoluzione oggi assorbono quasi il 20% del mercato europeo. Quindi Barletta sta in Europa con numeri assolutamente importanti".

Una parcellizzazione che è sinonimo di infortuni e illegalità. Questa estrema parcellizzazione delle imprese, di tutti i settori, e la loro fragilità finanziaria attualmente comportano un prezzo ovviamente alto in termini di ambiente e sicurezza sui luoghi di lavoro. "Il censimento non ufficiale, ma ufficioso, che il Comune di Barletta ha promosso nella fase di costruzione del bando parla di numeri rilevanti, e cioè di oltre 400 piccole aziende, la maggior parte delle quali lavora nei sottoscala e in ambienti non solo insicuri ma anche insalubri - valuta l'assessore regionale - Parliamo di 400 aziende che occupano, molto spesso a nero, solo donne. C'è il tema del lavoro nero, del sommerso, dell'illegalità diffusa". Se sono 400 a Barletta il numero nel resto della Puglia, è certamente molto più alto.

Ritornare al primario ruolo di filiera svolto nel passato. "Questo bando ha una caratteristica particolare che abbiamo fortemente voluto - conclude Gentile - e, cioè, che riporta in condizioni di legalità e di sicurezza i luoghi di lavoro, attraverso anche la promozione di nuovi consorzi tra piccoli e piccolissimi imprenditori. Questo passaggio è importante e utile per la conclamata situazione di crisi di quel sistema di impresa la cui parcellizzazione di fatto è un impedimento alla permanenza sui mercati di una filiera che negli anni passati ha dato reddito e benessere al territorio".

Fonte: Inail - www.inail.it