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Decresce l’intensità energetica, ma ancora troppo lentamente

Uno sguardo agli indicatori chiave dell’efficienza energetica e alle politiche applicate a sostegno della salvaguardia ambientale

Uno sguardo agli indicatori chiave dell’efficienza energetica e alle politiche applicate a sostegno della salvaguardia ambientale

L’intensità energetica, definita come l’energia consumata per unità di prodotto interno lordo, è la principale misura di efficienza energetica del sistema economico di una nazione.
 
Il documento “Energy efficiency market report 2016” della IEA (International Energy Agency) descrive gli indicatori chiave dell’efficienza energetica ed esamina gli elementi trainanti dei programmi di efficienza energetica nelle economie emergenti, così come l'impatto di tali politiche.
Emergono alcuni punti significativi:
  • L'intensità energetica globale si è via via ridotta negli ultimi anni (-1,8% nel 2015), ma è necessario che il tasso di riduzione acceleri molto per riportare il mondo su un percorso sostenibile orientato verso un sistema energetico globale decarbonizzato.
  • L'intensità energetica sta diminuendo in modo più marcato nei paesi emergenti e in via di sviluppo rispetto ai paesi industrializzati, soprattutto grazie al contributo della Cina. Questa tendenza è destinata a consolidarsi.
  • La politica pubblica è stata il fattore chiave di miglioramento dell'efficienza energetica, in modo particolare con l’introduzione di misure cogenti che nel 2015 hanno riguardato il 30% della domanda di energia finale. Il miglioramento dei livelli di prestazione raggiunto attraverso misure cogenti può essere valutato attraverso l’EPPI (Efficiency Policy Progress Index), introdotto recentemente dalla IEA.
  • La politica ha anche protetto il mercato dell'efficienza dal calo dei prezzi dell'energia, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei ritorni degli investimenti in efficienza energetica.
  • Una conseguenza positiva delle politiche attuate è stata la crescita del mercato dell’efficienza energetica, crescita che si intensificherà negli anni futuri.
In tale quadro, il settore civile presenta un elevato potenziale di risparmio energetico (attorno al 40%) ed è quello nel quale si sono evidenziati i maggiori tassi di crescita degli investimenti (+ 9% nel 2015 rispetto all’anno precedente). Il mercato dell’efficienza energetica negli edifici è guidato dalla politica più che dagli utenti finali: una spesa diretta da parte dei governi, anche inferiore al 6% dell'investimento incrementale totale, induce una spesa molto maggiore da parte degli utenti finali, in genere attraverso politiche di efficienza energetica e meccanismi di leva finanziaria.
Gli impegni globali per ridurre le emissioni di gas serra creano grandi sfide e nuove opportunità per l'edilizia e in particolare per il settore delle ristrutturazioni.
 
Si riscontrano due tendenze, valide in particolare modo nel nostro paese: gli edifici esistenti, di solito costruiti secondo standard costruttivi molto meno efficienti da un punto di vista energetico, rappresentano la quota preponderante dei consumi, presentando allo stesso tempo le maggiori potenzialità di risparmio; inoltre, la domanda di energia per raffrescamento tende ad aumentare rapidamente con il conseguente incremento dei picchi di consumo di energia elettrica.
Ciò che si profila è un fiorente mercato per i servizi di efficienza energetica. Basti pensare che nel 2015 le ESCOs hanno rappresentato un mercato di 24 miliardi di dollari, dei quali ben 13,3 in Cina e 6,5 negli USA, solo 2,7 nell’Unione Europea.
Naturalmente è fondamentale il ruolo della politica nel sostenere e regolamentare il mercato dei servizi per l'efficienza energetica, come è evidenziato dal caso della Cina, dove il mercato delle ESCOs è cresciuto rapidamente a causa delle politiche e dei sussidi definiti in successivi piani quinquennali.
L'ulteriore crescita del mercato dei servizi per l'efficienza energetica segue tre tendenze principali: le attività di fusione e acquisizione, le nuove tecnologie e i modelli innovativi di business delle aziende di servizio pubblico. Da non trascurare anche l’interesse degli investitori verso i certificati “verdi” e i titoli di efficienza energetica.
 
Venendo adesso alla situazione italiana, il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2016 dell’ENEA evidenzia per il nostro Paese un livello d’intensità energetica del 18% inferiore della media dell’Unione Europea. In particolare, i settori agricoltura e industria hanno mostrato negli ultimi 20 anni un andamento decrescente dell’intensità energetica finale, mentre i settori trasporti e civile hanno registrato riduzioni dell’intensità energetica solo negli ultimi anni (per il settore civile si è passati da 25,6 tep/€ nel 1995 a 30,4 tep/€ nel 2005 e a 29,1 tep/€ nel 2014).

L’intensità energetica del settore residenziale, calcolata in riferimento alla spesa delle famiglie, ha evidenziato un andamento tendenzialmente crescente nel periodo 2000-2012 (+25,0%), per ridursi negli ultimi anni (+5,0% dal 2000 al 2014).  Tutto ciò conferma il potenziale di riduzione dei consumi energetici nel settore civile in Italia e la necessità di politiche energetiche efficaci.