Urbanistica
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Distanza minima tra recinzioni e strade urbane? Il Regolamento edilizio può prevederla

Tar Veneto: il regolamento edilizio può prevedere una distanza minima delle recinzioni dalle strade locali urbane poste all’interno dei centri abitati

Il Regolamento Edilizio Comunale può legittimamente prevedere, dentro i centri abitati, distanze minime delle recinzioni dal confine stradale, per tutte le strade ed anche per quelle di tipo F (urbane).

Lo si evince dal contenuto della sentenza 798/2020 del Tar Veneto, che ritiene infondato il primo motivo con cui il provvedimento (diniego del permesso di costruire) è censurato per violazione e falsa applicazione degli artt. 26 e 28 del dpr 495/1992 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada”; eccesso di potere per contraddittorietà e contrasto dell’art. 39 Regolamento edilizio comunale con sovraordinate norme statali.

La censura - sottolinea il Tar - è incentrata sulla ritenuta illegittimità dell’art. 39, comma 2, del Regolamento edilizio nella parte in cui fissa la distanza delle recinzioni dalle strade di tipo F poste all’interno dei centri abitati, per contrasto con l’art.28 del dpr 495/1992, il quale, per le strade non rientranti nelle categorie A e D poste all’interno dei centri abitati, non stabilisce distanze minime delle recinzioni dal confine stradale “ai fini della sicurezza della circolazione”.

Ma questa previsione non risulta violata dal regolamento edilizio, poiché essa – non prevedendo distanze minime inderogabili - non esclude il potere dei Comuni di fissare distanze minime di costruzioni e recinzioni dal confine stradale nell’esercizio dei propri poteri di pianificazione e regolamentazione dell’attività edilizia, sia per finalità di tutela della sicurezza della circolazione, che per la salvaguardia di altri interessi di natura urbanistico-edilizia, quali la manutenzione delle strade, o il mantenimento degli allineamenti nell’abitato, essendo preclusa soltanto la introduzione di distanze inferiori per le strade rientranti nelle categorie A e D.

L’art.18 comma 4 del Codice della Strada infatti, nel dettare la disciplina delle “Fasce di rispetto ed aree di visibilità nei centri abitati”, fa espressamente salva la prerogativa dei Comuni di prevedere distanze dalle strade per le piantagioni e le recinzioni (“4. Le recinzioni e le piantagioni dovranno essere realizzate in conformità ai piani urbanistici e di traffico e non dovranno comunque ostacolare o ridurre, a giudizio dell'ente proprietario della strada, il campo visivo necessario a salvaguardare la sicurezza della circolazione.”). La giurisprudenza ha condivisibilmente affermato che “l'art. 18 comma 4 del D. Lgs. 285/92 - laddove dispone che "le recinzioni ... dovranno essere realizzate in conformità ai piani urbanistici e di traffico e non dovranno comunque ostacolare o ridurre, a giudizio dell'ente proprietario della strada, il campo visivo necessario a salvaguardare la sicurezza della circolazione" - introduce una disciplina che assume valenza sia urbanistico-edilizia sia di tutela del bene primario della sicurezza della circolazione stradale.” (T.A.R. Lombardia Brescia Sez. I, (ud. 21/11/2006) 05-12-2006, n. 1545).

In definitiva, la norma del regolamento comunale in questione non è illegittima e non va abrogata, così come è del tutto legittimo il diniego del permesso di costruire emesso dal comune.

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