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Edilizia scolastica, in Italia 39mila edifici: spesso vecchi, insicuri e poco «sostenibili»

Ecco il punto sulla situazione del patrimonio scolastico del Paese.

L’età media degli edifici è di 52 anni, due scuole su tre sono state costruite prima del 1976 e per rinnovarle servirebbero circa 200 miliardi di euro. I casi virtuosi però non mancano: ecco come si è intervenuti a Milano e Torino.

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Nell’ambito dell’incontro “Architetture per una nuova didattica”, promosso dal Comune di Milano, Triennale e Ordine degli Architetti del capoluogo lombardo si è fatto il punto sulla situazione del patrimonio scolastico del Paese.

Gli edifici scolastici italiani: la fotografia 

Gli edifici scolastici del Paese non sembrano rispondere alle esigenze future degli studenti e dell’istruzione. L’età media dei fabbricati è di 52 anni, risultano in molti casi inadeguati sia dal punto di vista della sicurezza che della sostenibilità ambientale. 

Secondo il Rapporto sull’Edilizia Scolastica della Fondazione Agnelli pubblicato da Editori Laterza, sono 39.079 gli edifici scolastici attivi e sono abitati quotidianamente da circa 8 milioni di studenti, un milione di docenti e oltre 200.000 amministrativi, tecnici e ausiliari (ATA). 

La grande stagione dell’edilizia scolastica si è sviluppata dal 1958 al 1983 con oltre 800 edifici all’anno e due edifici su tre sono stati costruiti prima del 1976

Per il 59% degli edifici (quasi 23.000) si conosce con precisione l’anno di costruzione, per il 37% (14.600) è invece nota solo l’epoca storica, rimane un 4% circa di edifici scolastici presenti nell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica (AES) del Miur per i quali, tuttavia, non si dispone di alcuna informazione circa l’origine, in numeri assoluti si tratta di circa 1.500 edifici “senza età”.


Sempre secondo il Rapporto che ha elaborato i dati AES, sono 3.110 gli edifici con problemi strutturali come a esempio la compromissione delle strutture portanti verticali, dei solai o delle coperture.

Gli edifici scolastici sostenibili

Una delle priorità per l’edilizia scolastica riguarda l’attenzione all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. 

Secondo la rilevazione dell’AES, gli edifici scolastici che hanno adottato uno o più accorgimenti per il contenimento dei consumi di energia sono pari al 59%. Gli interventi riguardano:

  • Doppi vetri o doppi serramenti: 13.711 edifici 38,2% del totale 
  • Zonizzazione impianto termico: 12.783 edifici 35,6% del totale 
  • Pannelli solari: 9.462 edifici 26,3% del totale 
  • Isolamento copertura: 8.088 edifici 22,5% del totale 
  • Isolamento pareti esterne: 4.280 edifici 11,9% del totale 
  • Altro: 1.829 edifici 5,1% del totale 

Il fattore demografico e la scuola: in futuro più riqualificazioni 

Le considerazioni però, devono tenere conto non solo dell'aspetto edilizio, ma anche di quello demografico.

Nel prossimo decennio mancheranno all'appello circa un milione e centomila studenti: a causa della perdurante denatalità, i giovani residenti tra i 3 e i 18 anni passeranno dai 9 milioni del 2018 a circa 7,9 milioni del 2030. 

Alla luce del calo della popolazione studentesca, l’attenzione dei decisori dovrà concentrarsi prevalentemente sulla ristrutturazione, sulla riqualificazione o talvolta sulla ricostruzione degli edifici già esistenti, mentre l’edificazione di scuole completamente nuove rappresenterà un’eccezione. 

Architetture per una didattica innovativa

Ma le scuole italiane, nate e pensate per la tradizionale lezione trasmissiva, con una divisione rigida fra aula come unico luogo dell’insegnamento e gli altri ambienti dell’edificio, sono spesso inadeguate anche come spazi per una didattica innovativa. 

Per questo una giusta strategia operativa dovrebbe saper integrare molteplici aspetti. 

«Fra gli investimenti pubblici in infrastrutture, quelli sull’edilizia scolastica devono assumere un ruolo centrale come opportunità di crescita per le giovani generazioni - ha affermato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - ma sarà necessario programmare e agire sulle tre dimensioni insieme: sicurezza, sostenibilità, orientamento all’innovazione didattica. La terza dimensione è importante come le altre due: gli spazi scolastici, come sono progettati e costruiti, sono oggi infatti un fattore chiave per gli apprendimenti e per il benessere di studenti e insegnanti».

Il progetto «Torino fa Scuola»

Il Rapporto sull’Edilizia Scolastica deve molto anche all’esperienza del progetto Torino fa Scuola, grazie al quale sono state riqualificate due scuole medie statali torinesi per iniziativa e con le risorse di Fondazione Agnelli e Fondazione Compagnia di San Paolo.

Le ristrutturazioni hanno operato su tre dimensioni tra esse collegate: sicurezza, sostenibilità e innovazione didattica.

L’iniziativa ha permesso anche di fare un calcolo su quanto costerebbe un’intervento di riqualificazione delle scuole esistenti.

Sulla base dei costi di Torino fa Scuola (circa 1.350 euro al metro quadro, Iva esclusa), per rinnovare i circa 40mila edifici scolastici oggi attivi, servirebbero intorno ai 200 miliardi di euro. Una cifra che richiede una programmazione di almeno vent’anni e una selezione accurata degli interventi prioritari, nonché una continuità di volontà politica dei governi.

«Il processo e gli esiti di questo progetto pilota – ha ricordato l'architetto Raffaella Valente, ricercatrice della Fondazione Agnelli – ci insegnano che per lavorare sugli ambienti di apprendimento del futuro, intesi come intersezione fra prospettiva architettonica e dimensione pedagogico-didattica, è necessario partire da un ripensamento sostanziale e condiviso del modo di fare scuola per poi giungere all’intervento sullo spazio fisico».

Il progetto Torino fa scuola è stato avviato nel 2014 e si è concluso all’inizio dell’anno scolastico 2019-20 con la riconsegna alla città di due scuole statali completamente rinnovate: la Enrico Fermi, secondaria di I grado nel quartiere del Lingotto e la Giovanni Pascoli, anch’essa secondaria di I grado nel quartiere di Cit Turin.

Architettura scolastica: il progetto "Torino fa Scuola" raccontato dall'architetto Valente:

Il progetto vincitore del concorso per la scuola Fermi 

Il progetto di BDR Bureau, vincitore del concorso per la scuola Enrico Fermi, ha accolto la sfida proposta dal concetto pedagogico, proponendo un ripensamento complessivo non solo degli aspetti strettamente architettonici, ma anche di quelli organizzativi. Come si legge nella relazione illustrativa del progetto vincitore: «questa scuola è stata pensata per integrare un gran numero di attività e servizi aperti a tutta la comunità del quartiere, in cui studenti e genitori possano essere sempre protagonisti». 

Dalla progettazione alla consegna: il progetto della scuola Fermi

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Il progetto di riqualificazione della scuola Pascoli 

Le caratteristiche costruttive tipiche dell’edificio di fine Ottocento e i vincoli architettonici posti dalla Soprintendenza hanno costituito una sfida per il ripensamento della scuola Giovanni Pascoli.

Il progetto di Archisbang, vincitore del concorso di progettazione, è stato scelto per le soluzioni innovative, in linea con l’evoluzione degli approcci pedagogici della scuola e allo stesso tempo rispettose dei vincoli dati dall’edificio esistente. L’intera scuola è pensata come una learning community dove trovano spazio in maniera complementare aree per la didattica curricolare, aree per la socialità, luoghi per il riposo, laboratori tematici e grandi zone di incontro.

Dalla progettazione alla consegna: il progetto della scuola Pascoli

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In collaborazione con la Fondazione per l'Architettura di Torino e l’Ordine degli Architetti di Milano, si è scelto di utilizzare la piattaforma concorrimi, che prevede una procedura completamente anonima e informatizzata. Il concorso era di progettazione, non di idee, quindi, fin dall’inizio era previsto l’affidamento di un incarico successivo per la realizzazione dell’opera. 

«In questo momento la sfida per gli architetti è interpretare le evoluzioni della didattica - ha commentato nella video intervista Paolo Mazzoleni, presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano - il patrimonio di scuole è eccessivo per numero ed è datato, per questo in futuro l’attività principale sarà la riconversione. I concorsi sono uno strumento valido per rispondere a questa necessità. La piattaforma Concorrimi in questi anni ha organizzato una cinquantina di concorsi, di cui più di una dozzina sono scuole ed è in assoluto la funzione più rappresentata tra i concorsi organizzati attraverso Concorrimi».

Milano in crescita: i concorsi di progettazione per il Plesso Scialoia e la scuola Pizzigoni

Il tema della riqualificazione delle scuole è centrale anche per il capoluogo lombardo.

Lo scorso dicembre sono stati aggiudicati i due concorsi lanciati dal Comune di Milano, attraverso la piattaforma telematica e bando-tipo #concorrimi, per la realizzazione del Polo scolastico Scialoia e della nuova Scuola Primaria di via Pizzigoni.

«Spesso capita di pensare alle nostre scuole come edifici di servizio - ha commentato Simona Collarini, direttore della Direzione urbanistica del Comune di Milano durante l'incontro alla Triennale - e non come parte integrante del tessuto urbano, in realtà sono un pezzo importante del dialogo con i quartieri e le città». 

Dello stesso avviso anche l'assessore all'edilizia scolastica del Comune di Milano, Paolo Limonta, secondo cui le scuole «devono tornare a rappresentare il cuore dei quartieri all’interno delle città».

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MoDus Architects, con la proposta "Scuola Parco", firmerà il progetto del nuovo polo scolastico Scialoia mentre Giuseppina Bellapadrona si aggiudica il concorso per la scuola primaria di via Pizzigoni. La sintesi dei progetti vincitori