ENEA: efficienza energetica e innovazioni dell’involucro dell’edificio
Durante la Prima Giornata Nazionale dell’Energia è intervenuta l’Arch. Francesca Margiotta di ENEA, portando un contributo sulle innovazioni inerenti l’involucro dell’edificio, soprattutto in merito all’aspetto energetico.
L’Arch. Margiotta riferisce che l’Italia presenta un totale di 11,6 milioni di edifici residenziali, quasi 65.000 edifici ad uso ufficio, oltre 50.000 scuole, oltre 25.000 alberghi e circa 3.000 edifici della pubblica amministrazione centrale; in particolare, per quanto riguarda scuole e alberghi il 70% di queste costruzioni risale a prima del 1980; anche per il settore residenziale la maggior parte degli edifici è antecedente agli anni ’80. Gran parte di questi edifici sono quindi costruiti in muratura portante e solo una piccola parte è in cemento armato; queste costruzioni hanno scarse prestazioni in termini di efficienza energetica.
La direttiva 2010/31/CE impone un risparmio di circa il 5-6% sul consumo energetico totale entro il 2020, una riduzione del 5% sulle emissioni totali di CO2 e un incremento di nuovi potenziali lavori di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Sempre la stessa direttiva impone che i nuovi edifici debbano essere classificati come “edifici a energia quasi zero”, in cui il fabbisogno energetico deve essere considerato molto basso, mettendo a punto un buon compromesso tra soluzioni innovative per l’involucro e impianti. La progettazione deve avvenire in modo integrale e considerare vari aspetti, tra cui l’impatto ambientale. Un progetto integrato riesce infatti a risolvere il problema dell’efficienza energetica degli edifici esistenti, che vede coinvolti attori diversi (fruitori, costruttori, imprese, amministratori, aziende).
Ruolo fondamentale nella riqualificazione energetica degli edifici può essere svolto dai materiali innovativi, che possono trovare posto in interventi di riduzione degli agenti inquinanti, miglioramento della qualità interna degli edifici, sicurezza, riuso, riciclo dei materiali di produzione. L’utilizzo della nanotecnologia permette di ottenere un miglioramento prestazionale dei materiali rispetto ai materiali tradizionali. Ad esempio, nel calcestruzzo si è riusciti ad aumentare la durabilità del materiale e ad evitare la carbonatazione superficiale dello stesso, che è responsabile del degrado. Le nanotecnologie possono essere applicate anche nella realizzazione di rivestimenti degli ambienti interni, permettendo la rimozione di agenti inquinanti indoor e provenienti dall’esterno.
Anche i vetri dei serramenti devono avere le caratteristiche prestazionali stabilite dalla normativa e possono inoltre avere caratteristiche autopulenti e antinquinanti.
Redazione INGENIO
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