Equo compenso, altro giro di giostra: polemiche per l'affidamento gratuito del MEF e nuova proposta di legge
Bandi sulle consulenze professionali a titolo gratuito: mentre una senatrice del M5S presenta l'ennesima proposta sull'equo compenso nazionale, anche il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche hanno criticato duramente il MEF
"È incomprensibile la scelta di un Ministero di avvalersi di alte professionalità a titolo gratuito, in netta contraddizione con la previsione di equo compenso contenuta nella Legge di Bilancio 2018". Non c'è pace, per questo equo compenso 'a macchie d'olio' e a spizzichi e bocconi che continua a creare problematiche - e polemiche - tra le varie professioni italiane.
E così, con un comunicato congiunto, il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche si sono uniti alle critiche che da più parti sono state rivolte al Ministero dell'Economia, per via di un bando pubblicato a fine febbraio dalla direzione generale "Sistema bancario e finanziario-Affari legali" del Tesoro, per incarichi di consulenza "a titolo gratuito".
CUP e RPT arrivano a stretto giro di posta rispetto ai presidenti di Consigli nazionali di avvocati, commercialisti e notai, che avevano già indirizzato una lettera al ministro Tria per stigmatizzare i contenuti del bando, che “viola palesemente la norma sull’equo compenso”.
La difesa del MEF
Per il Tesoro, forme di collaborazione gratuita di questo genere sono diffuse in molte pubbliche amministrazioni. Nessun professionista viene leso e nessuna regola è stata violata, poiché il bando "non costituisce un'opportunità lavorativa". "La parola consulenza gratuita - pure se richiamata nel bando, specifica il MEF - non è da intendersi come rapporto di lavoro o fornitura di un servizio professionale che come tale sarebbe regolato dalle procedure del Codice degli Appalti". La conseguenza di questa considerazione è che, come spiega la nota, "ringraziando i molti che si sono candidati ad offrire gratuitamente e volontariamente supporto all’Amministrazione, si precisa che l’invito è rivolto a personalità affermate, principalmente provenienti dal mondo accademico, che, in ottica di collaborazione istituzionale, desiderino offrire la propria esperienza in termini di idee e soluzioni tecniche in materie molto complesse. Nessun professionista viene leso e nessuna regola è stata violata".
La novità - continua il chiarimento ministeriale - sta quindi solamente nella pubblicità introdotta nella procedura, per esigenze di trasparenza e comparazione, come suggerito dalla Corte dei conti e ribadito dalla giurisprudenza amministrativa. Esula completamente da questi rapporti, quindi, il tema dell'equo compenso che si riferisce a rapporti professionali di lavoro nell’ambito del settore privato.
Equo compenso: l'ultima proposta di legge in materia e lo stato dell'arte
Nel frattempo, è stato anche presentato al Senato un disegno di legge (su iniziativa della senatrice del Movimento 5 Stelle Tiziana Carmela Rosaria Drago) con l’obiettivo di ampliare gli effetti della legge 172/2017 – ovvero quella che, modificando la legge 247/2012 con l’aggiunta dell’articolo 13 bis, ha introdotto il diritto a un "equo compenso" per i professionisti (il cd. equo compenso rafforzato).
La norma attuale viene infatti giudicata inefficace, per via della clausola che prevede l’equo compenso solo nei casi in cui vi sia un committente "forte" - come una banca, un'assicurazione o una grande azienda - e il contratto sia predisposto dal committente senza essere condiviso dal professionista. E' proprio qui che interviene il nuovo ddl 1119: si introduce infatti l'inderogabilità dell'equo compenso "anche nei casi di convenzioni non unilateralmente predisposte dalle imprese".
In attesa di capire se e quando inizierà l'esame di questo ennesimo ddl, ricordiamo che: