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Equo compenso, dura nota di AssO: "Passa una legge che punisce i liberi professionisti e non chi materialmente la trasgredisce"

Dura presa di posizione da parte di AssO Ingegneri e Architetti dopo l'approvazione alla Camera della proposta di legge sull'equo compenso. Una legge che secondo l'associazione presieduta da Alberto Molinari "sanziona il lavoratore autonomo e non chi materialmente compie l'illecito" nel caso in cui un professionista accetti compensi inferiori a quelli stabiliti.

AssO: "Questa legge rischia di essere una trappola per i professionisti"

In una nota, AssO Ingegneri e Architetti, critica l'approvazione della proposta di legge sull'equo compenso, che è stata approvata dalla Camera. L'associazione presieduta da Alberto Molinari fa sapere che  "avevamo un’occasione storica: scrivere una norma che difenda i professionisti e che renda applicabile il principio dell’equo compenso. Si sta approvando una legge che rischia di essere una trappola per i professionisti.
La legge risulta dannosa e sbagliata, perché colpisce con sanzioni inique i professionisti sottopagati e non i committenti inadempienti. Inoltre è una legge che tutelerà un professionista su dieci.

La posizione di AssO è sempre stata per garantire ai professionisti compensi equi, non sanzioni e discriminazioni per chi di loro lavora attraverso rapporti non convenzionali.
Dal volere allargare la platea dei committenti a cui si applica e spostare su di loro l’onere delle sanzioni, raddoppiando l’indennizzo previsto per il professionista pagato sotto soglia, siamo arrivati a ricercare nella posizione più debole, quella del professionista, il capro espiatorio che verrà sanzionato e punito dagli Ordini, mentre le figure non ordinistiche avranno la via libera a comportarsi in modo diverso.

Serviva ascoltare le richieste delle Associazioni dei professionisti, di AssO che sempre si è battuta in questo senso. Ora la partita si gioca al Senato, dove serve una ulteriore riflessione, non un blitz per blindare il testo e votarlo in fretta e furia, senza la possibilità reale di modificarla in Aula. Su questa linea AssO ci sarà".

Persa l'occasione di tutelare oltre un milione e mezzo di professionisti

Alcune associazioni (AssO, Inarsind ADC e AIDC (commercialisti) e PLP (Psicologi)) hanno anche firmato un documento unitario il cui testo viene riportato di seguito:

"La Legge sull’equo compenso è stata approvata ed è uno scandaloso unicum: nata per tutelare i professionisti ed evitare che gli stessi possano essere sottopagati dai grandi Committenti (Banche, Assicurazioni, Partecipate, P.A.), finisce per sanzionarli se accettano compensi inferiori a quelli stabiliti lasciando invece indenni i Committenti!
Si sanziona il lavoratore autonomo e non chi, invece, compie materialmente l’illecito, ossia il Committente
. Inoltre la sanzione potrà essere applicata soltanto agli iscritti agli Ordini Professionali affermando di fatto l’imposizione del concetto di distinzione tra professioni ordinistiche e professioni senza Ordini di riferimento, come se appartenere ad un Ordine fosse una discriminante colpevole.
Ci siamo opposti a questa Legge in ogni modo: comunicati stampa, richieste di audizioni, pubblicazione di lavori che evidenziavano le storture e proponevano soluzioni.
Avevamo suggerito che:

  1. nei rapporti con PA e grandi committenti al professionista fosse assicurata l’equa remunerazione della propria prestazione;
  2. in caso di violazione di tale principio, si sanzionasse il committente inadempiente, senza alcun onere a carico del professionista;
  3. il professionista fosse l’unico soggetto legittimato ad attivare l’azione per vedersi riconoscere il giusto compenso con la possibilità, per gli Ordini, di intervenire nel procedimento “ad adiuvandum”;

Tutto invano, il Legislatore è rimasto sordo alle richieste e alle proposte, dimostrando il retropensiero dietro a questa legge che colpisce i professionisti, senza esclusive, ed evita di toccare i grandi Committenti, tra cui la PA.

È stata persa l’ennesima occasione di dotare il Paese di una Legge che potesse rappresentare una garanzia di legalità e giusta remunerazione per oltre un milione e cinquecentomila professionisti, dando vita ad un’evidente stortura che punisce la vittima e non il colpevole.
Oggi più che mai rimane evidente la differenza tra Consigli nazionali che tutelano i terzi e le associazioni dei professionisti che tutelano gli iscritti.
Ce ne rammarichiamo, ma continueremo a lavorare nel tentativo di riuscire ad ottenere le modifiche necessarie" termina la nota. 

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