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GOOGLE apre la libreria italiana: già disponibili 2 milioni di ebook su Google Play

Dopo Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia, l'Italia è il primo di lingua non anglosassone dove Google estende il suo servizio di vendita di libri digitali. Dopo mesi di attesa, dunque - sulla scia di Apple e Amazon -, anche il terzo gigante internazionale fa il suo ingresso nel mercato elettronico italiano.

«Da oggi sono oltre due milioni i titoli disponibili nelle varie lingue. Tra di essi migliaia in italiano, grazie ad accordi con i principali editori del nostro Paese» annuncia Chiara De Servi, Strategic partner manager di Google per l’Italia. L’azienda di Mountain View non entra più in dettaglio nei numeri ma, da soli, Mondadori, Rcs Libri e Gems – che partecipano al progetto – mettono a disposizione un pacchetto di quasi 7 mila titoli.

Identico a quello già sperimentato nei Paesi di lingua angosassone, anche il sistema di lettura, vera alternativa rispetto al modello dominante. Google, infatti, non sceglie di puntare su un dispositivo – ma consente di sfogliare l’ebook direttamente dal browser web grazie al cloud computing. Vale a dire che il libro diventa visibile su tutti i dispositivi che siano semplicemente connessi a Internet, dal pc, agli smartphone ai tablet, agli ereader (eccetto il Kindle, per ora). E se si interrompe la lettura su uno dei supporti, si può ricominciare su un altro nello stesso punto in cui ci si era interrotti. Restano possibili anche la fruizione offline e il download, precisa comunque Google.
Dal punto di vista pratico, per acquistare un ebook tagato Mountain View, i clienti devono collegasi a Google Play, la sezione di intrattenimento della piattaforma Google che in Italia contiene per ora i libri digitali e le applicazioni Android.
Dopo la lettura, l’ebook resta nei server Google, accessibile dal proprio account, che diventa a tutti gli effetti uno spazio virtuale in cui conservare la propria biblioteca.
Un sistema che – registrandosi ogni volta con il proprio username e password – elimina anche la necessità del Drm, ovvero la tecnologia antipirateria usata dalla maggior parte dei grandi editori italiani (che resta solo nel caso del download).

La domanda che INGENIO si pone è: finora questi grandi giganti della comunicazione si sono concentrati sull'editoria classica da lettura, ma non di approfondimento tecnico. Potranno diventare il riferimento anche per la specializzata tecnica ?
I nostri esperti al momento dicono di no, perchè l'articolo tecnico deve potersi stampare, deve essere impaginato in modo appropriato, grafici e diagrammi devono essere funzionali a una valutazione concreta. Ne segue che che al momento questo tipo di editoria on-line sia poco compatibile con il mondo scientifico.