Data Pubblicazione:

I Geologi dovevano essere chiamati al tavolo di revisione delle Norme Tecniche

se e? condivisibile l’affermazione che le indagini geotecniche, i modelli geotecnici e le verifiche non possono essere disgiunte, non si riesce a comprendere la ragione per la quale quelle debbano essere invece disgiunte dal modello geologico del quale sono figlie

Premessa
il 27 novembre INGENIO ha pubblicato la lettera "Sulla questione GEOGNOSTICA e sulle CIRCOLARI" del Dott. Vittorio d’Oriano, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
Nella lettera il Vice Presidente del CNG approfondisce il tema delle competenze entrando nel merito anche delle circolari espresse in materia dal Consiglio Superiore dei LL.PP. e le diatribe seguite fra i diversi soggetti coinvolti. INGENIO si era auspicato che dalla pubblicazione del documento potesse scaturire un dialogo costruttivo tra le parti, e in tal senso oggi pubblichiamo la lettera di risposta da parte del Prof. Stefano Aversa, Presidente dell’Associazione Geotecnica Italiana
 
il 19 di dicembre abbiamo pubblicato la risposta di Stefano Aversa, Presidente dell’Associazione Geotecnica Italiana all’Articolo “Sulla questione geognostica e sulle circolari” a firma del Dott. Vittorio d’Oriano, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Geologi



           

Oggi procediamo con la pubblicazione della controreplica del Vice Presidente del CNG, Vittorio D'Oriano, che ha prontamente ripreso quanto scritto dal Prof. Aversa, tornando sul tema centrale della questione: le NTC.

Ecco il testo:

 

Sono grato al prof. Stefano Aversa, nella sua doppia veste di docente di geotecnica e di Presidente dell’Associazione Geotecnica Italiana (AGI), per l’attenzione che ha voluto riservare al mio articolo “sulla questione geognostica e sulle circolari”. La mia gratitudine è determinata soprattutto dal fatto che egli abbia inteso elevare, se così posso esprimermi, il livello e la sostanza della discussione.

Dirò subito che condivido quasi tutto il suo articolato ragionamento. Gioco forza però sostanziare il “quasi” che cercherò di fare sinteticamente e, per quanto mi è possibile, in termini semplici e comprensibili anche a quanti, geologi o ingegneri, non hanno dimestichezza, ahinoi, ne con la geologia ne con la geotecnica, ma che pure operano nell’ambito più generale delle costruzioni. Augurandomi che il non entrare nello specifico dettaglio relativamente agli argomenti (geologia e litologia, idrogeologia, assetto strutturale e tettonico, variazione delle caratteristiche geotecniche in relazione alla formazione dello stesso tipo litologico, alla sua composizione mineralogica, alla variazione della profondità della falda quando esistente, alle eteropie così frequenti nei sedimenti alluvionali, tanto per elencarne qualcuno) non sia interpretato come ignoranza.

Devo però fare anche una doverosa premessa personale: pur riconoscendo alle NTC di avere, quanto meno, tentato di recepire i principi ispiratori degli Eurocodici io, contrariamente all’ing. Aversa, non riesco a provare particolare ammirazione per l’intero corpo di quelle norme che alternano parti particolarmente, e talora eccessivamente, puntigliose ad altre assolutamente elementari. E a questo proposito mi permetto di aggiungere che, se l’AGI, che ha partecipato al processo di ideazione di quel documento, avesse preventivamente coinvolto anche i geologi, mi riferisco naturalmente a coloro che, ope legis, ne hanno la rappresentanza e non altri, forse l’impostazione metodologica, lo sviluppo concettuale, la coerenza con le più moderne acquisizioni tecniche-scientifiche di tutto l’articolato ne avrebbero giovato; a beneficio di tutti e quindi della “res publica”.

L’affermazione che la creazione di qualsiasi modello debba essere definita sulla base dei problemi da affrontare, è certamente condivisibile ma è zoppa perchè è solo una parte della questione giacchè, si dà il caso, che mentre il “problema da affrontare” è tutto determinato da chi opera, il modello, nella fattispecie di cui si parla, è a lui totalmente estraneo ed da lui indipendente. Quindi non si può prescindere dalla conoscenza approfondita delle condizioni geologico-strutturali dell’area di interesse ne dei processi che quelle condizioni hanno determinato che, come è noto, sono molto complessi e che continuamente lo trasformano condizionando, nell’accezione fisica del termine, tutti i parametri geotecnici di questo o quel tipo litologico: basti pensare al variare del contenuto in acqua che talora stravolge, anche per piccole variazioni percentuali, i parametri essenziali di un terreno.

Questo mi dà modo di poter affermare che, se è condivisibile l’affermazione che le indagini geotecniche, i modelli geotecnici e le verifiche non possono essere disgiunte, non si riesce a comprendere la ragione per la quale quelle debbano essere invece disgiunte dal modello geologico del quale sono figlie. E mi risulta francamente difficile pensare che forse il prof. Aversa non è informato che il processo di revisione in atto delle NTC sta andando pericolosamente proprio in questa direzione. Così come risulta davvero poco comprensibile che i modelli geotecnici di sottosuolo (?) da utilizzare per le verifiche devono essere definiti da chi esegue le verifiche stesse sulla scorta di indagini programmate ad hoc. Ovviamente, se non fossi stato chiaro, è quel “devono” che mi lascia perplesso e, lo dico con il massimo rispetto, un po’ mi indigna, nel senso che mentre non riesco ad escludere che ciò possa essere fatto non me la sento neanche di escludere che quel risultato possa essere perseguito da un equipe di esperti. E ho la presunzione di affermare che, se così fosse, ne gioverebbe il risultato finale, soprattutto in termini di sicurezza.

E veniamo alle indagini programmate ad hoc e quindi alla separazione di due specifiche campagne geognostiche che io continuo a sostenere essere oltre che un inutile perdita di tempo e di denaro (a proposito di contenimento della spesa pubblica) anche foriera di grandissime sciocchezze se non di veri e propri errori. Ho troppi esempi sotto gli occhi per pensare diversamente. Non solo, intestardirsi a chiamare prova geotecnica un sondaggio per il semplice fatto che da questo siano prelevati campioni o nel quale siano eseguite prove di varia natura, e quindi forse anche propriamente geotecniche, solo per fare rientrare quella attività in quello che viene definitivo attività di “laboratorio geotecnico” è un insulto semantico prima che essere una inesattezza tecnico scientifica.

Francamente a me, sarà forse per l’età e la poca predisposizione personale a perdere tempo, interessano soprattutto i contenuti, davvero non mi entusiasmo a discutere se gli elaborati degli NTC debbano essere due o uno o tre. So però, perchè me lo dice quel poco di scienza che mi porto appresso e me lo conferma l’esperienza ultratrentennale, che quelli di cui si discute sono contributi imprescindibili per progettare ed eseguire in sicurezza. Percio? neanche vorrei discutere l’assioma qualità delle indagini e sicurezza delle opere che, almeno per quanto riguarda la mia categoria professionale, è principio posto a base di tutta la nostra attività.

Ma proprio perchè ritengo indiscutibile la sicurezza in generale e delle opere in particolare dico che la distinzione della campagna geognostica operata dalle NTC e vieppiù confermata “o in via di conferma” dalle circolari appare fuori dalla logica e del tutto estranea agli obiettivi che si dichiara di perseguire.

Accolgo infine e faccio mio l’auspicio alla collaborazione fra Associazioni culturali e gli Ordini Professionali. E’ mio dovere però ricordare che questi, ancora oggi Enti Pubblici, devono perseguire la difesa non già del professionista, come comunemente ed ignorantemente, e forse maliziosamente, viene interpretato il loro ruolo ma della materia. Quindi essi sono portatori di interessi pubblici. Mentre non avrei quindi alcuna difficolta? ad accettare ulteriori contributi da qualsiasi soggetto abbia interesse dico in tutta consapevolezza che attorno al tavolo della discussione non possono trovare posto contemporaneamente i portatori di interessi specifici per i quali possono essere creati momenti ad hoc, in quanto trovo davvero singolare che questi facciano parte di consessi squisitamente ed indubitalmente pubblici che dovrebbero non solo essere ma apparire equidistanti da tutto e da tutti.

Vittorio d’Oriano, Vice Presidente Consiglio Nazionale Geologi