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Il BIM per il Facility Management al Politecnico di Torino

Il Politecnico di Torino ha fatto proprie le metodologie innovative di gestione aziendale attraverso l'uso del BIM

Data di Pubblicazione originale dell'articolo: 6/8/2012

Anna Osello*
Daniele Dalmasso*
Matteo Del Giudice*
David Erba*
Francesca Ugliotti*
Mario Ravera**
Marco Oreglia**
Alessandro Mario Serra**
 

I software parametrici basati sulla tecnologia BIM consentono l’ottimizzazione del modello geometrico dell’edificio, rendendolo un’infrastruttura informativa in grado di archiviare, organizzare ed esportare i metadati che caratterizzano l’organismo architettonico, grazie alla presenza di un database informatico.
La potenzialità della tecnologia BIM si esprime nella capacità di rispondere ad interrogazioni complesse e permette la caratterizzazione tematica del modello con le informazioni specifiche correlate, sia in forma grafica che numerica, mediante i metodi più idonei di rappresentazione.
Un Facility Manager che si occupi, in maniera innovativa, della gestione integrata della pluralità dei servizi e dei processi (rivolti agli edifici, agli spazi, alle persone) non rientranti nel core business di una organizzazione, ma necessari al suo funzionamento (come ad esempio le pulizie), può trovare negli strumenti di modellazione BIM dei validi alleati; normalmente le attività no core richiedono infatti la gestione di un’ampia gamma di dati, di diversa provenienza e natura ed allo stesso tempo, l’analisi dei dati, deve garantire la qualità dei risultati.
Rispetto al passato, in cui tutti i dati dovevano essere dedotti da file CAD bidimensionali, operando attraverso strumenti parametrici BIM applicati al caso studio reale del Politecnico di Torino, si sono riscontrati vantaggi significativi quali ad esempio: la semplificazione nella gestione di un numero elevato di dati; il rilevamento automatico delle superfici nette dei locali; la creazione automatica di abachi locali; l’aggiornamento dei dati relativi alle possibili variazioni del modello (se viene spostato un muro, i locali si adattano alla nuova geometria, ricalcolando i parametri numerici collegati come ad esempio la superficie e la volumetrica); l’immediata sostituzione degli attributi riferiti ad un locale nel caso in cui cambiasse la destinazione d’uso dello stesso, ecc.
Ulteriori vantaggi, derivanti dall’utilizzo di applicativi BIM, si possono riscontrare integrando tali sistemi con piattaforme appositamente sviluppate per la gestione delle facility aziendali. Proprio in questo ambito, il Politecnico di Torino grazie alla collaborazione tra l’Area Integrazione Processi e Sistemi Informativi (IPSI), il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (DISEG) e l’Area Edilizia e Logistica (EILOG), ha fatto proprie le metodologie innovative di gestione aziendale, mettendo in campo un progetto in cui tutte le attività collaterali al core business di ateneo vengono gestite in modo integrato e standardizzato.
Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ci si è avvalsi di ArchibusFM, un prodotto ampiamente diffuso sul mercato, e catalogato nella categoria Leader dal Magic Quadrant di Gartner1.
Tra gli obiettivi principali del progetto, particolare attenzione è stata dedicata sin dall’inizio alla definizione del building information model2 ottimale per la gestione delle attività di facility, a partire dallo space management. La gestione degli spazi, infatti, rappresenta una delle attività principali che deve essere avviata per la realizzazione di un sistema informativo integrato, essendo la base sulla quale potranno essere sviluppate tutte le successive funzioni come ad esempio la gestione delle manutenzioni o la gestione inventariale.
Sulla base dei dati derivanti da una campagna di rilievo condotta sulla Sede Centrale di corso Duca degli Abruzzi, è in fase di implementazione e completamento il modello parametrico, realizzato con Revit Architecture 2011, di questa parte del campus. Obiettivo specifico di questa parte del lavoro è l’utilizzo del modello parametrico per risolvere i problemi di incertezza dimensionale esistenti sulla base CAD e fornire una metodologia di lavoro più snella garantendo un controllo più capillare e corretto.
La rappresentazione del modello tridimensionale è impostata con un livello di dettaglio tipico della scala 1:100, caratterizzando gli elementi costruttivi con proprietà specifiche come ad esempio la stratigrafia dei muri e con la possibilità di inserire ulteriori informazioni di carattere tecnico, estimativo ed energetico.
Per poter utilizzare il modello parametrico in maniera ottimale è necessario popolare il database di ArchibusFM con tutti i dati caratteristici degli spazi come ad esempio la destinazione d’uso, la struttura di appartenenza, i codici identificativi dei locali, ecc. Questa operazione è sicuramente da preferirsi rispetto ad un caricamento manuale di ogni singolo locale per due motivi: il primo è legato alle tempistiche di caricamento, in quanto vengono messi a disposizione immediatamente tutti i dati di cui si necessita per poter lavorare; il secondo invece è legato alla disponibilità di questi dati in banche dati preesistenti, di conseguenza, tramite operazioni di svuotamento e riempimento, è possibile trasferire i dati senza incorrere in errori di trascrizione.
L’operazione di integrazione del dato alfanumerico con il relativo dato grafico avviene a seguito di una operazione da ritenersi molto importante per poter proseguire il lavoro: occorre infatti “collegare” i livelli di Revit (corrispondenti ai piani fisici di suddivisione di un edificio) ai relativi dati identificativi (di edificio e di piano) contenuti nel database di ArchibusFM. Questa azione permette di far riconoscere al sistema informativo la base grafica sul quale in un secondo momento possono essere eseguite le operazioni di collegamento dei locali.
La breve trattazione appena descritta è solo un esempio delle possibilità offerte dall’integrazione dei due sistemi e sulla quale si sta, ad oggi, ampliando la ricerca per il raggiungimento di una interoperabilità realmente funzionante.
È evidente che l’impostazione di un lavoro di questo tipo richiede tempo e risorse, ma richiede soprattutto una corretta pianificazione in base alle esigenze specifiche e alle implementazioni future; inoltre deve necessariamente essere un lavoro di squadra e per questo la standardizzazione dei dati e la condivisione dei processi è essenziale. È altresì evidente che gli strumenti digitali rappresentano una grande opportunità per l’ottimizzazione di operazioni complesse come quella appena descritta e che un loro utilizzo innovativo apre nuovi campi di applicazione.

Fig. 01 – Relazione dei dati tra il BIM e il FM al Politecnico di Torino

1 http://cloudcomputing.sys-con.com/node/2305355 (ultima consultazione 3 agosto 2012)
2 Anna Osello, Il futuro del disegno con il BIM per ingegneri e architetti, Flaccovio Editore, Palermo, 2012.

*DISEG - Dipartimento di Ingegneria strutturale, edile e geotecnica (POLITO)
**IPSI - Area intergazione processi e Sistemi Informativi (POLITO)