Il Cantiere Edile: dal Superbonus 110% all'Intelligenza Artificiale
Cantiere 4.0, digitalizzazione, cultura del dato e processi decisionali. Quali prospettive future? Una riflessione del prof. Angelo Ciribini sul futuro del cantiere edile dal superbonus all'intelligenza artificiale
Il titolo di questo contributo è, ovviamente, intenzionalmente provocatorio, ovvero, per meglio dire, cerca di analizzare il vasto spettro delle ipotesi che presiedono alla transizione e alla trasformazione digitale sia del cantiere, inteso come luogo della produzione in opera, sia concepito quale sito dell'assemblaggio di ciò che è prodotto, oltre che progettato, altrove.
D'altra parte, proprio a proposito delle produzioni cantieristiche e, in special modo, della natura dei luoghi in cui esse avvengano, emerge attualmente una concezione prospettiva che ne prevederebbe una sorta di agilità (nel senso di agile), presieduta, in realtà, da un ferreo controllo da parte degli organi della committenza (il soggetto proponente, secondo la terminologia della serie normativa UNI EN ISO 19650) che si propone, tuttavia, nelle vesti della collaborazione, nella ottica dei quadri contrattuali.
Sotto questo profilo, occorrerebbe verificare se la flessibilità auspicata sia realmente compatibile con la misurabilità e la tracciabilità assolute dei fatti che un simile ecosistema digitale comporta.
Il futuro del cantiere edile: quali prospettive?
É opportuno, dunque, provare a dipingere, anzitutto, lo scenario di un cantiere, in un avvenire che non sappiamo se mai si possa compiutamente avverare, ma che è interamente immaginabile, per ritornare, successivamente, a quello che non si sa se possa continuare a esistere nel futuro, ma che è assolutamente reificato nel presente.
Tali scenari devono, ovviamente, includere sia gli interventi di nuova costruzione sia gli interventi sul costruito.
Lo sfondo su cui si muove l'intero processo, a iniziare dalla fase di formazione dell'intenzione a investire e in cui si configura la relativa decisione e da quella, successiva, della committenza vera e propria, propedeutica alla progettazione, vede la centralità di vincoli regolamentari e di requisiti informativi leggibili e interpretabili dagli algoritmi, con una forte disambiguazione e inalterabilità.
In altre parole, a dispetto della ipotesi per cui la gestione del cantiere possa avvenire in tempo (quasi) reale e, addirittura, in remoto, garantendo una notevole tempestività e aggiornabilità della pianificazione e della programmazione, in termini di monitoraggio e di controllo, ogni deviazione quantitativa e qualitativa, identificabile attraverso sensori e scanner o fotocamere, da notarizzarsi digitalmente attraverso le tecnologie dei registri distribuiti, dovrebbe essere rigorosamente, ma anche rigidamente, rettificata con immediatezza per acquisire il diritto alla remunerazione nell'ambito dei contratti di natura computazionale.
Lo scenario estremo che si può divisare è, anzitutto, essenzialmente, disumanizzato, nel senso che, in esso, si assista a una desertificazione della manodopera, poiché robot e cobot non vi figurerebbero solo nella veste di esecutori, ma anche di controllori.
Sotto questo punto di vista, l'evocazione di automazione e di robotica rimanda a due nozioni ben presenti, almeno nella attuale ricerca scientifica e nell'immaginario: la possibilità di realizzare un gemello digitale del processo costruttivo e la conseguente opportunità di misurare l'efficienza della produzione, ancor prima che la qualità del prodotto.
A tale proposito, espressioni che rimandano a tendenze ancora embrionali, sperimentali o, comunque, pionieristiche, evocano direttamente, dunque, la possibilità che i contenuti dei patti contrattuali siano interamente resi computazionali, in modo da permettere una gestione dell'esecuzione del contratto che non ammetta deviazioni fondate su interpretazioni soggettive, al punto da fare immaginare una giustizia amministrativa del tutto automatizzata.
Anche se un simile scenario può apparire futuribile, persino fictional, ancorché plausibile, ciò che importa è che esso, ben prima dell'avvio dei lavori, a monte dell'affidamento dei contratti e, soprattutto, persino prima dell'avvio progettuale della commessa, implichi una sorta di centralità, ritrovata, della struttura di committenza e, segnatamente, del versante della Domanda Pubblica.
Il ruolo del dato strutturato nel processo decisionale
L'idea di fare sì che il dato, strutturato, divenga il motore o l'agente della decisione conduce, infatti, alla concezione dell'autonomazione, vale a dire di un relativo affrancamento delle vicende cantieristiche dal controllo degli esseri umani, almeno di quelli in presenza.
Quanto alla dimensione del remoto, che già ora si accompagna a quella del tempo reale, essa chiaramente prelude alla eventualità di governare dalla distanza tanto i processi decisionali così come i macchinari, come, del resto, oggi spesso accade, a partire dal movimento terra e dal tunneling e dall'underground.
D'altra parte, tutta la logistica indirizzata a e proveniente dal cantiere, già ora potenzialmente sottomessa a una efficiente telemetria, dovrebbe essere fondata su autoveicoli elettrificati a guida autonoma.
É palese che il cantiere disumanizzato a cui si fa riferimento sia non solo popolato da automi (androidi?) e da droni, ma che essi, restituendo una intelligenza dei fenomeni attraverso immagini, nuvole di punti, suoni e, magari, odori, sia interamente dominato da una logica predittiva che cerca di dominare e di disambiguare gli eventi.
D'altra parte, un cantiere autonomo, che faccia ricorso a tutte le possibili tecnologie che rientrano nella interconnessione e nell'intelligenza artificiale (non solo deep learning e machine learning), non potrebbe che essere regolato da un contratto computazionale, la cui conformità, appunto, fosse immodificabilmente notarizzata dalle tecnologie dei registri distribuiti.
I confini di questo cantiere, in cui ogni dispositivo, materiale e immateriale, non sia null'altro che una sorgente di dati atti a supportare una grande infrastruttura abilitante le decisioni (che si definisce, invero, gemello digitale del processo costruttivo) sono, peraltro, dilatati grazie, invero, alla Artificial Intelligence of Things, cosicché tutto sia interconnesso e sensorizzato, tanto che, a prescindere da On Site o da Off Site Construction, ogni cosa divenga essenzialmente un processo logistico e sincronizzato (lean, per certi versi).
Da questo punto di vista, la relazione intercorrente tra le normative della serie UNI EN ISO 19650 e quelle della serie UNI ISO 21500, tra Information Management e Project Management, esplicitata nel futuro rapporto tecnico della UNI 11337-2, oltre che al livello della commessa, andrebbe considerata nell'ottica del Portfolio e del Programme Management, come accade non solo per il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza o per Milano Cortina 2026, ma anche per qualsiasi programma pluriennale di un ente locale ovvero nel budget pluriennale dell'impresa di costruzioni, per quanto sia esso prevedibile.
In un simile cantiere, infatti, attivo senza soluzione di continuità e refrattario alle pandemìe, nella rete di interconnessione territoriale interoperabile, estesa territorialmente, ogni movimento e ogni azione è tracciabile, misurabile, autorizzabile.
Cantiere 4.0: unmanned & autonomous
La descrizione di questo cantiere che oggi molti con facilità definirebbero almeno 4.0 potrebbe continuare agevolmente a lungo, includendovi ogni altro elemento, a partire dalla Additive Manufacturing, in attesa del Quantum Computing, ma, in realtà, ciò che ora premerebbe maggiormente sarebbe comprendere quale iato lo separi dal cantiere del Super Bonus 110%, iato, a prima vista, che si direbbe, almeno, siderale.
Le fughe in avanti sono, tuttavia, utili per enfatizzare e per sottolineare alcuni aspetti che, in verità, contraddistinguono un mercato, da riferirsi alla Renovation Wave Strategy, ben oltre i circoscritti orizzonti temporali del Decreto Rilancio, ma anche della flagship Renovate della Recovery & Resilience Facility, dato che, se nel cantiere cyber physical del 2030 o del 2050 gli elementi prospettici di innovazione sono sin troppo palesi, in quello, physical, multi-partito (per edifici mono- o pluri-familiari, condomìni, edifici residenziali pubblici, eventualmente strutture ricettive, ecc.) del Super Bonus 110%, molti fattori immateriali iniziano già a manifestarsi: dalle piattaforme per la digital compliance e per il digital market place del mercato secondario dei crediti fiscali ceduti alla costituzione di filiere di General Contracting.
In questo cantiere, che, per molti tratti, si dovrebbe definire analogico e governato dalla micro e dalla piccola impresa, di costruzione o di installazione, per cui le applicazioni digitali specifiche, dal digital surveying alla flying factory appaiono perlopiù ipotesi di scuola, vi sono, però, come embrionali, prodromi e tracce di filiere ibride, in grado di generare maggiori catene del valore, specie se, appunto con riferimento alla strategia comunitaria, orientate a offrire servizi successivi alla realizzazione dell'intervento di riqualificazione energetica e/o di miglioramento sismico, senza contare altri interventi trainati o trainabili, dalla Smart Home alla ventilazione meccanica controllata.
Non per nulla, la Renovation Wave Strategy menziona il Digital Building Logbook e il Digital Twin, supportati da una Industrial Digital Platform.
Nel momento in cui la digitalizzazione appare entità abilitante le nuove connotazioni del prodotto immobiliari, sostenibili, circolari, inclusive, occorre che il cantiere, elemento terminale e visibile di una operazione di committenza puntuale, inizi a iscriversi in un contesto di erogazione periodica di servizi che abbiano il cespite, la sua vita utile di servizio (in tutti i suoi significati) quale veicolo principale, che lo facciano divenire, esso stesso, piattaforma principale del più grande social network immaginabile, tangibile e intangibile allo stesso tempo.
Di fatto, il cantiere attuale del Super Bonus 110%, ancor più di quello, futuribile, unmanned & autonomous, può contribuire a dare luogo, ad, appunto, localizzare uno spettro di servizi: dalla produzione alla erogazione.
Ciò, infatti, che si sta capendo della digitalizzazione, nel senso della cultura del dato, è che la conseguenza che essa origini riguardi proprio l'introduzione, l'interiorizzazione, ma anche l'intromissione, dell'informazione nel processo decisionale: sino a proporre forse una intelligenza che suoni come autonomia?
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