Prefabbricati | Sostenibilità | Risparmio Energetico | ASSOBETON - Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi
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Il contributo dei manufatti in calcestruzzo al tema della sostenibilità e del risparmio energetico

ASSOBETON da appuntamento al settore della prefabbricazione al SAIE per fare il punto su come l’industria dei manufatti cementizi sul dei temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Con il presidente di Assobeton, l’ing Alberto Truzzi, anticipiamo questi argomenti con questa intervista.

ASSOBETON enuncerà la propria visione di sostenibilità, molto concreta e realistica

Torna il SAIE a Bologna ed ASSOBETON è presente con un convegno. Quale sarà il tema trattato?

Alberto Truzzi:

Abbiamo deciso di parlare in modo estremamente pratico del contributo che i manufatti in calcestruzzo offrono al tema della sostenibilità e del risparmio energetico.
Al contrario di quanto è percepito dall’opinione pubblica i manufatti in calcestruzzo, dal piccolo massello per pavimentazione alla grande trave strutturale di un'infrastruttura, possono contribuire in maniera determinante ad attuare la transizione ecologica per molti motivi. Primo motivo fra tutti è la durabilità che le strutture in calcestruzzo prefabbricato garantiscono. Secondo motivo altrettanto importante il basso impatto ambientale del ciclo di produzione che è totalmente a freddo, si usa sporadicamente del vapore per accelerare la presa nei mesi invernali, per il resto consumiamo solo energia elettrica che nella stragrande maggioranza dei casi è prodotta da impianti fotovoltaici installati nei siti produttivi.

Posso continuare con il basso consumo di acqua, la possibilità di utilizzare materie prime riciclate, l’ottimizzazione di forme e dimensioni che porta ad un risparmio di materie prime, la possibilità di riutilizzare i prodotti più volte come usato servibile, la demolizione selettiva a fine vita, ecc. Forse esistono altri prodotti che sulla singola caratteristica hanno prestazioni più elevate, ma se facciamo il bilancio di tutte le caratteristiche, dalla produzione, al fine vita, sicuramente i manufatti cementizi riescono ad ottenere le prestazioni complessivamente migliori.

Perché l’industrializzazione edilizia in calcestruzzo rappresenta una soluzione sostenibile?

Alberto Truzzi:

Abbiamo già risposto parzialmente alla domanda, ma vogliamo enunciare anche il fatto che la produzione industrializzata si presta ad un controllo più efficace dei processi e ciò permette di avere sotto controllo la corrispondenza dei materiali impiegati e del loro posizionamento all’interno del manufatto, con conseguenti ottimizzazione della progettazione e risparmio sulle quantità di materiale da utilizzare, così limitando sovradimensionamenti, sprechi, anche di energia e, conseguentemente, emissioni di CO2, potendo contare su una rispondenza alle specifiche più rigorosa ed a procedure operative che in opera diventano proibitive, come la precompressione o la produzione con macchinari tecnologicamente all’avanguardia.

I temi sono veramente molteplici e per una effettiva comprensione, anche in termini di valutazioni complessive di sostenibilità (LCA e relative EPD che stanno alla base), non può essere sufficiente una risposta sintetica alla sua domanda. Per farlo in modo esaustivo e chiaro ASSOBETON ha deciso di istituire un settore “Sostenibilità”, che comprende un comitato tecnico scientifico atto ad approfondire la materia. Oltre agli organi associativi, hanno risposto in maniera entusiasta numerosi prestigiosi docenti e professionisti proprio nell’intento di collaborare per riuscire a razionalizzare ed approfondire questi temi e ottenere il duplice risultato di avere la massima consapevolezza delle peculiarità dei nostri settori e di identificare i nostri punti di forza, che sono tanti, ed anche i nostri punti da migliorare, al fine di fornire chiari riferimenti sia al nostro interno, sia, appunto, all’esterno.

La pandemia, la guerra, gli incentivi per l’edilizia, il PNRR … sono gli elementi alla base di una crescita dei prezzi e alla carenza di materie prime ed energia. Come l’industrializzazione edilizia reagirà a queste emergenze ?quale contributo potrà dare alle costruzioni ? ne parlerete al SAIE?

Alberto Truzzi:

Tempesta perfetta, cigno nero, sono metafore che sentiamo citare sempre più spesso. È molto difficile interpretare il momento che stiamo vivendo e una cosa è vera: mai tanti eventi diversi e generalmente negativi si erano abbattuti su di noi contemporaneamente. Quindi come possiamo reagire? Onestamente ritengo che nessuno abbia la famosa formula magica in tasca che risolve immediatamente tutti i problemi. Possiamo solo continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto e cioè creare valore.

Produrre oggetti e fornire servizi sempre più performanti, che siano apprezzati e utili per inostri Clienti, ridurre il nostro impatto sull’ambiente, lavorare con serietà come abbiamo fatto da decenni. Le aziende associate ad ASSOBETON sono nella stragrande maggioranza consolidate da cinquant’anni a questa parte e oltre. Ho il piacere di vedere alla guida imprenditori di seconda e in alcuni casi di terza generazione. La nostra resilienza negli anni è stata fantastica.

Quindi per rispondere alla domanda il nostro contributo sarà quello di fornire al mercato prodotti tecnicamente validi e ambientalmente sostenibili contando su cicli produttivi e materie prime che al momento sono ancora disponibili e consentono di realizzare prodotti che, pur avendo subito aumenti mai avvenuti in passato, risultano aver incrementato la convenienza economica rispetto ad altri prodotti concorrenti. Non ci dimentichiamo che il settore sta in parte ancora scontando la crisi del 2008 che aveva avuto come conseguenza un abbassamento consistente del valore dei nostri prodotti.

Il convegno verterà soprattutto sulla nostra visione della sostenibilità che è una visione molto concreta e realistica. Crediamo tutti molto nella sostenibilità, ma quella vera, non quella raccontata e per questo faremo riferimento al mondo delle certificazioni che riteniamo sia lo strumento principale per evitare l’ecologismo di facciata (greenwashing).

Quali sono secondo voi i maggiori ostacoli affinché l’intero processo edilizio possa muoversi verso una sostenibilità congruente con le esigenze della collettività?

Alberto Truzzi:

La ringrazio per la domanda. È evidente che sia tutto l’insieme dei soggetti coinvolti a dover marciare verso l’obiettivo comune di un’edilizia più efficiente e meno impattante. A partire dagli enti regolatori, che devono promulgare leggi e regolamenti volte a migliorare effettivamente le condizioni per l’ambiente, mentre spesso le decisioni sono influenzate da attività di lobby figlie di interessi particolari, spesso non congruenti con gli obiettivi, per continuare con le categorie professionali che non si devono abbandonare a mode e pregiudizi ma compiere delle analisi supportate da dati reali, per proseguire con i fornitori che non dovrebbero tenere in considerazione solo gli aspetti ecologici del loro processo produttivo (mi riferisco a decarbonizzazione dei processi, risparmi energetici, ottimizzazione del ciclo rifiuti), ma interagire con noi aziende clienti tenendo in sempre maggiore considerazione il peso che le scelte industriali esercitano sul risultato finale dell’articolato processo di costruzione, che, non dimentichiamolo, è rappresentato dall’edificio, che deve essere sempre più efficiente in termini di consumi di energia e risorse, che deve richiedere sempre meno manutenzione, che deve essere adatto al riciclo a fine vita, cioè, usando un termine che racchiude tutto, sempre più autosufficiente.

È auspicabile che si assista a progettazioni sempre più integrate, alla creazione di nuovi modelli di approccio alla produzione off-site ed al processo di costruzione. E noi “realizzatori” dovremo sempre più consapevolmente agire in direzione di una compatibilità vera con l’ambiente che ci circonda.

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