Laterizi | Architettura
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Il laterizio nelle soluzioni tecnologiche del Bosco Verticale

Il laterizio nelle soluzioni tecnologiche del Bosco Verticale

Per l’adozione di soluzioni architettoniche, strutturali e impiantistiche innovative, il Bosco Verticale costituisce uno degli elementi più interessanti del nuovo profilo milanese. E il laterizio dimostra ancora una volta la sua versatilità.

Nell’immaginario collettivo il laterizio è legato al suo impiego a vista mentre, in realtà, si tratta di un materiale da costruzione che ha una diffusione prevalente in applicazioni nelle quali risulta occultato da finiture realizzate con materiali diversi. Ne sono un esempio i solai, in cui i blocchi in laterizio con soluzioni differenti sono presenti da secoli seppure occultati da intonaci o controsoffitti e, soprattutto, le murature strutturali e le pareti di tamponamento spesso rivestite con intonaco ma che accolgono anche altri tipi di finiture e completamenti.

Per soluzioni monostrato, pluristrato o a cassetta, i blocchi in laterizio rappresentano la soluzione più diffusa per la realizzazione di pareti di tamponamento perché sono in grado di rispondere a esigenze prestazionali e costruttive piuttosto che estetiche e presentano una naturale attitudine ad integrarsi con materiali e tecnologie anche molto differenti tra loro: tali soluzioni esprimono compiutamente le caratteristiche di versatilità e di flessibilità di impiego degli elementi in laterizio, il cui utilizzo costituisce un riferimento particolarmente efficace nelle prassi costruttive consolidate.

Quanto detto vale anche per soluzioni formali e strutturali particolarmente complesse o addirittura ardite ovvero tali da far immaginare l’impiego di materiali considerati più “moderni”. In questo senso sono numerosi e importanti anche gli esempi che ci ha tramandato il movimento moderno, esempi in cui il linguaggio del nuovo si consuma nell’originalità dell’idea piuttosto che nell’adozione di una tecnologia innovativa. Sono molti gli edifici in cui l’aspetto e la consistenza materica non camminano di pari passo perché “sotto una pelle artificiosamente moderna celano una realtà fisica ben più tradizionale”.

Basti pensare alla Torre-osservatorio Einstein, realizzata nel 1920-21 su progetto di Erich Mendelsohn e originariamente prevista in calcestruzzo armato ma che, a causa della complessità formale e delle ristrettezze economiche dovute alla Grande Guerra fu realizzata in gran parte con blocchi di laterizio intonacati; alla Casa Schröder, realizzata nel 1924, e alle Case a schiera, realizzate del 1931, a Utrecht da Gerrit T. Rietveld che, a differenza di quanto dichiarato dallo stesso progettista, non furono costruite con una struttura in acciaio ma con dei più convenzionali setti murari accuratamente intonacati; alla villa Noailles a Hyères di Robert Mallet-Stevens in cui le strutture in pietra e laterizio furono mimetizzate da soluzioni tecniche allineate al gusto moderno dell’epoca; o, infine, a molte delle suggestive strutture voltate di Pier Luigi Nervi che, in un periodo di autarchia materica che proibiva l’uso del calcestruzzo armato perché poco “italico”, presentano ampie superfici realizzate con sottili membrane in laterocemento intonacate. Tutte soluzioni volte a dissimulare una struttura tradizionale con una soluzione in cui l’aspetto non lascia intendere quali siano i materiali presenti “sottopelle”. Anche oggi molti degli edifici più innovativi, molte delle strutture più complesse, presentano in realtà delle soluzioni tradizionali e, magari, delle ampie superfici di laterizio rivestito, come dimostra il pluripremiato Bosco Verticale a Milano: il complesso costituisce un mirabile esempio di uso “celato” del laterizio mettendone in evidenza la flessibilità di impiego in relazione alla costruzione di strutture articolate quali quelle di un grattacielo.

Il Bosco Verticale
Il riassetto dell’area Porta Nuova è il progetto di riqualificazione urbana ed architettonica più importante d’Europa e ha cambiato completamente l’immagine e l’assetto di un’area collocata nel cuore di Milano e in passato destinata all’industria leggera e all’artigianato.

Distribuito su una superficie complessiva di 340.000 m², l’intervento, che porta le firme di più di venti architetti di fama internazionale quali Cesar Pelli e Nicholas Grimshaw, ha richiesto un investimento complessivo di oltre due miliardi di euro e ospita edifici commerciali, residenziali, culturali e ricreativi. In questo contesto emerge il Bosco Verticale sviluppato da Hines Italia e sostenuto da importanti investitori istituzionali quali Unipol Sai, fondi pensione statunitensi e canadesi, banche tedesche e il fondo del sovrano del Qatar.
Il complesso residenziale, progettato da Stefano Boeri, Gianandrea Barraca e Giovanni La Varra con il contributo certo non secondario di Arup per le strutture, è costituito da due torri alte rispettivamente 112 e 80 m (27 e 19 piani) raccordate da un basamento a L di due piani fuori terra e uno sviluppo interrato di tre livelli. Il profilo è caratterizzato dagli imponenti e irregolari balconi che, con una soletta strutturale di 28 cm e parapetti pieni di 130 cm, sporgono di 3,35 m su tutti e quattro i lati delle torri.

Il complesso, affacciato su via de Castillia e via Confalonieri, oltre che per la qualità scultorea, colpisce per l’impiego originale della vegetazione che propone un nuovo modo di abitare in grado di risponde all’esigenza contemporanea di vivere nella natura senza rinunciare a comfort, centralità e sicurezza. Inoltre, i 113 appartamenti sono caratterizzati da ampie superfici e finiture di elevata qualità, oltre che dalla possibilità di usufruire di spazi condivisi come il grande spazio polifunzionale collocato all’ingresso.

Il progetto ha adottato soluzioni avanzate, quali la vegetazione in facciata e il sistema di isolamento alla base, e soluzioni di consolidata affidabilità, quali i tamponamenti in laterizio.

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Articolo tratto da "Costruire in Laterizio n. 163", e consultabile sul sito di ANDIL: www.laterizio.it

 

 

Scheda tecnica
Oggetto: Complesso residenziale Bosco Verticale
Località: Milano
Committente: Hines Italia SGR
per conto del Fondo Porta Nuova Isola
Progetto architettonico: Stefano Boeri Architetti
Gianandrea Barraca & Giovanni La Varra
Progetto strutturale: Arup
Progetto impiantistico: Hilson Moran Italia
Progetto paesaggistico: Laura Gatti e Emanuela Borio
Progetto esecutivo e coordinamento: Tekne
Project management: J&A Consultants
Direzione dei lavori: MI.PR.AV.
Impresa di costruzione: ZH General Construction Company [Fase 1];
Colombo Costruzioni [Fase 2]
Superficie: 40.000 m
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