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Il mercato dei limoni e i servizi nel campo della diagnostica strutturale

Si riportano le riflessioni del geologo Angelo Mulone, sull'attuale situazione "normativa" nel campo della diagnostica strutturale in continuo movimento anche alla luce della recente sentenza del TAR Lazio e dell'aggiornamento delle LG sulla sicurezza dei ponti esistenti.

Di seguito la lettera pervenuta al nostro direttore l'ing. Andrea Dari.


Al mercato dei limoni, ovvero quanto possiamo fidarci di servizi nel campo della diagnostica strutturale (e non solo) deregolamentati e “liberalizzati”?

Egregio Direttore, nel ringraziarLa dell’ospitalità, volevo soffermarmi su alcune riflessioni maturate a margine di una riunione inter-associativa (ALGI, ALIG, ALPI, CODIS e MASTER), in merito alla movimentata attività di normazione/opposizione/aggiornamento nel campo della diagnostica strutturale e delle Norme Tecniche per le Costruzioni. 

Siamo favorevolmente impressionati da questo vivace dibattito che testimonia una maggiore attenzione e sensibilità su questi temi. Ciononostante, essendo in gioco argomenti e aspetti che hanno delle ricadute non solo di carattere commerciale ma investono la sicurezza dei cittadini e l’integrità delle costruzioni e delle infrastrutture, riteniamo opportuno dire anche la nostra, come espressione di operatori (laboratori/organismi/agency) che investono e continuano a investire per mantenere e assicurare livelli di affidabilità tecnica, così come richiesto e prescritto dalla legislazione e normativa vigenti. 

Ora veniamo al “Mercato dei limoni”

Nel 1970 l’economista statunitense George Akerlof scrisse l’articolo “The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism” che gli valse nel 2001 assieme a Joseph Stiglitz il Premio Nobel per l'economia per la loro ricerca sull'asimmetria d’informazioni. 

E’ utile richiamare questa pubblicazione perché affronta in maniera chiara i due aspetti oggetto dell’attuale dibattito e cioè: l’affidabilità di una merce/prodotto/servizio e le dinamiche commerciali del mercato. 

George Akerlof, giocando con intelligenza sull’ambivalenza della parola “limone”, intesa anche gergalmente in inglese come “bidone”, ci mette in guardia dalle insidie presenti nelle offerte commerciali, con l’aggravante per noi, che non abbiamo a che fare con gli agrumi, ma con norme che riguardano i beni primari di ogni società: la sicurezza e la salute e quindi, nel nostro caso, l’integrità e la durabilità delle nostre costruzioni.

Akerlof, per meglio spiegare la sua teoria, ci invita a immaginare due venditori di autovetture usate: il primo mette sul mercato autovetture ancora di buona qualità, il secondo altre di pessima qualità, in pratica dei bidoni, “limoni” per gli americani, tutte con carrozzerie di ottima fattura. 

L’acquirente non possiede le stesse informazioni del venditore, da qui l’asimmetria, per tanto per i suoi acquisti sul mercato si orienterà su un prezzo cautelativo che si manterrà intorno alla media delle due offerte. Quale sarà il risultato? Che i bidoni/limoni saranno venduti, a discapito dell’autovetture migliori, a un prezzo superiore al loro effettivo valore; ma la cosa più grave, col tempo, coloro che vorranno vendere autovetture in buone condizioni saranno espulsi dal mercato perché le loro richieste risulteranno sempre superiori alle aspettative dei potenziali acquirenti e quindi di fatto non competitivi. Ciò che Akerlof fa comprendere, dunque, è che le automobili di infima qualità, cioè i cosiddetti “limoni”, prenderanno il sopravvento perché l'asimmetria informativa allontana i venditori che vogliono disfarsi di automobili di ottima o media qualità.

Il destino di queste dinamiche: la svalutazione valoriale del mercato e la diffusione di una concorrenza sleale premiale. 

Per completezza di informazione, Akerlof suggerì dei correttivi per superare queste insidie, finalizzati a ridurre l’asimmetria delle informazioni, e cioè l’introduzione di certificati di garanzia, polizze assicurative ed altro oltre, ovviamente, alla necessità di una maggiore attività di documentazione da parte dell’acquirente e quindi di una sua migliore e accorta consapevolezza.

Domanda: non sarebbe auspicabile che al posto di un regime normativo oltremodo prescrittivo, che fisiologicamente provoca delle resistenze o peggio delle pratiche elusive, si rendesse obbligatoria l’introduzione nelle transazioni commerciali, anche nell’industria delle costruzioni, di un soggetto privato come le compagnie assicurative a garanzia dell’utente? 

Certamente in questo caso, essendo in gioco interessi economici contrapposti e non solamente una relazione di tipo legislativo sanzionatoria, i controlli sarebbero sicuramente adeguati e ben regolamentati contrattualmente, liberamente scelti e concordate tra le parti. Esempio di sano liberalismo, simmetrico ed egualitario, ma questo è un altro discorso.

Ovviamente nessuno vuole dire che nel mercato della diagnostica abbondino i “limoni”, semmai quello che il cittadino deve sapere è che una deregolamentazione e una fantomatica liberalizzazione, in settori chiave come la salute e la sicurezza delle costruzioni e delle infrastrutture, certamente ci rendono più vulnerabili e insicuri. 

La nostra nazione dispone di tecnici di grande professionalità e affidabilità, frutto di una scuola di formazione secolare.

Qui il punto è un altro: non è la capacità dei tecnici professioni a essere in discussione, bensì la loro capacità economica di copertura assicurativa in caso di perizie non riuscite e non necessariamente dolose. Copertura assicurativa che solo le organizzazioni all’uopo strutturate, rispondenti alle prescrizioni normative in termini di beni, attrezzature, ambienti laboratoriali e capitale umano ed economico, possono offrire.

Quando andiamo in banca a chiedere un prestito, il funzionario preposto non ci chiede il nostro C.V. o la lista delle pubblicazioni scientifiche e delle relazioni tecniche. La banca, dovendo rispondere con i propri capitali alla concessione dei mutui, ci interrogherà su quanto solidi e solvibili nella sostanza e non nella forma ci presentiamo alla società e ovviamente al mercato e quanto credibili siamo sulla nostra capacità di restituire il dovuto con gli interessi.

 

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Quello che si stenta a far passare è il messaggio che i provvedimenti normativi del Servizio Tecnico Centrale del MIMS, recente e avversata circolare 633, Linee Guida e Norme Tecniche delle Costruzioni  in generale, emessi nell’ambito della più ampia regolamentazione del mercato unico europeo, sono finalizzati principalmente ad assicurare a tutti i cittadini strutture e costruzioni durevoli e sicure e pertanto oggetto di controlli rigorosi eseguiti da strutture tecniche/laboratori/agency selezionati con criteri altrettanto rigorosi e non a perpetuare privilegi di casta, particolarmente invisi in questo momento di risentimento e protesta collettiva.

Ora Ci chiediamo e Vi chiediamo sono sostenibili servizi di ingegneria che nell’articolazione delle loro offerte prescindono dai costi necessari per la certificazione del personale e loro continuo aggiornamento, per la taratura e manutenzione delle apparecchiature di misura, per il mantenimento delle autorizzazioni ed accreditamenti, per non parlare delle spese vive di gestione di strutture energivore e richiedenti un numero adeguato di tecnici e in ultimo del costo dei premi assicurativi a tutela dei utilizzatori dei servizi prestati? Requisiti che devono essere oggetto di ispezione, certificazione e validazione terza.

Ultima considerazione: nel caso della gestione del rischi (difetti strutturali, cedimenti, crolli, ecc.) delle grandi strutture che i decisori sia pubblici sia privati devono quotidianamente affrontare, la cifra statistica adottabile non è una distribuzione normale di tipo gaussiano, bensì la legge di potenza: cioè, nel campo della sicurezza e integrità delle grandi strutture, come ponti e gallerie e delle costruzioni esistenti, non è rassicurante sapere in che percentuale avvengono i fenomeni avversi e pertanto l’abbassare di qualche punto percentuale il loro verificarsi potrebbe essere confortante nel Risk management. 

Nel caso di eventi naturali o antropici che impattano sull’integrità delle costruzioni esistenti (terremoti, crolli dovuti a degrado e vetustà e accidenti vari) vale la legge di potenza: bastano pochi e isolati eventi di elevata pericolosità a provocare danni catastrofici e di grande impatto in termini di perdita di vite umane e di danni sociali (ahinoi! la cronaca giornalistica non è per niente avara di queste notizie). Questo dovrebbe consigliare tutti noi a non cavalcare l’attuale sentiment di risentimento collettivo e di spinta verso scelte politiche meno rigorose e falsamente liberiste. 

Il mercato a breve termine non ha la capacità di discernimento e di selezione valoriale. Oggi, il mercato premia l’offerta più bassa e più facilmente acquistabile (modello Amazon) che può andare bene (forse) per i beni di largo consumo, ma non certamente per i beni che costituiscono il nostro patrimonio edilizio e infrastrutturale oltre ad essere fondanti ontologicamente del nostro benessere lato sensu.


PER APPROFONDIRE 


Riflessioni scaturite a margine dell’incontro avvenuto tra:

  • Associazione Laboratori Geotecnici Italiani (ALGI)
  • Associazione Laboratori di Ingegneria e Geotecnica (ALIG)
  • Associazione Laboratori e Organismi di Certificazione e Ispezione (ALPI)
  • Associazione per il Controllo, la Diagnostica e la Sicurezza delle Strutture Infrastrutture e Beni Culturali (CODIS)
  • Associazione Materials and Structures, Testing and Research (MASTER)