Il monitoraggio strutturale per la sicurezza dei tunnel
Un esempio di piano di monitoraggio
Autostrada A2 Basilea-Chiasso, galleria Melide-Grancia.
L’aumento del debito, l’aggravarsi della crisi e i tagli alla spesa pubblica colpiscono inevitabilmente anche il mercato delle opere pubbliche. Ricadute in termini di investimenti economici si sono avute nel settore delle infrastrutture di trasporto ed in particolare per quanto riguarda la costruzione di strade, autostrade e ferrovie le quali rivestono un aspetto peculiare per tutta la nostra economia soprattutto per le caratteristiche orogenetiche del territorio nazionale.
Gli importi messi in gara per le infrastrutture di trasporto hanno subito una flessione considerevole dal 2011 in poi.
Figura 1 - Rete stradale e autostradale Anas e le tratte della rete TEN-T
Nel nostro tempo è diventato di vitale importanza per l’economia muovere le merci il più velocemente possibile sia per le industrie che per i consumatori finali. Avere una dotazione infrastrutturale carente, significa rallentare lo sviluppo economico. Esse sono ormai da tempo al centro del più ampio dibattito sulle prospettive di rilancio e di crescita del nostro paese Italia. È infatti, largamente condivisa l’idea che l’attuale sistema infrastrutturale italiano costituisca uno dei principali vincoli alla competitività del nostro tessuto produttivo e sia alla base del deterioramento dei livelli di qualità della vita di ampie fasce del territorio. Si spende sempre meno per costruire nuove infrastrutture e si investe poco per migliorare quelle già esistenti e/o solamente manutenzionare al fine di garantire i requisiti minimi di sicurezza.
Con le premesse di cui sopra e senza alcuna polemica poi, è curioso che di tanto in tanto negli anni qualche alto esponente politico della nostra repubblica faccia sorgere dal nulla “il tunnel che non c’è”, ma siccome tutti sanno che è indispensabile oppure che è palese potenziare e migliorare un certo asse di comunicazione piuttosto che un altro, allora ecco, come per magia, appare ciò che evidentemente ancora non è stato costruito semplicemente rilasciando una dichiarazione alla stampa.
Figura 2 - Autostrada A12 Genova-Livorno, galleria Bordigona. Degrado diffuso del rivestimento definitivo.
La nostra rete urbana, extraurbana, autostradale e ferroviaria proprio per l’orografia del territorio, ha un importante sviluppo, in termini di lunghezza, di tratti in galleria. Le gallerie sono parte integrante del sistema infrastrutturale di trasporto, essenziale per l’economia e fondamentale per migliorare la mobilità.
Figura 3 - Autostrada A2 del Mediterraneo – Galleria Fossino, svincolo di Laino Borgo. Intervento strutturale di ricostruzione del rivestimento definitivo in C.A. con spessore ridotto di 30 cm
Le lunghe deviazioni generate dalle chiusure dei tunnel possono causare notevoli difficoltà sociali, economiche e ambientali alle comunità vicine a causa di deviazioni del traffico, deviazione di merci pericolose attraverso i centri abitati e quartieri, con conseguenti ingorghi, rumore e inquinamento.
Un’efficace ed organica gestione di una infrastruttura ed in particolare un tunnel, non può prescindere dalla messa in opera di un piano di controllo e monitoraggio dell’evoluzione dell’opera gestita. Nello specifico, oltre alla verifica della Sicurezza offerta agli utenti, il piano di monitoraggio dell’opera garantisce al Gestore gli strumenti per pianificare le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria allo scopo di mantenere adeguate performances funzionali dell’opera stessa.
Figura 4 - Galleria ferroviaria GHERSI, Linea Cavallermaggiore – Alba (CN) - Consolidamento strutturale mediante centinatura.
Le cause del degrado di un tunnel
Il degrado più o meno rapido nel tempo dello stato di conservazione di un tunnel va interpretato in funzione di tre elementi legati strettamente all’opera stessa:
1. Cause legate alla costruzione:
- materiali e strutture impiegate;
- metodologia di costruzione.
2. Cause al contorno:
- Geologia;
- idrogeologia;
- Ambiente.
3. Cause legate all’utilizzo e gestione:
- Traffico;
- ventilazione.
La “buona regola dell’arte” vorrebbe che fosse creata una struttura di controlli atta a rilevare l’innesco di meccanismi o fenomeni di degrado e che fornisca gli strumenti per la valutazione e la proiezione dell’evoluzione dei fenomeni stessi. I risultati dei piani di verifica dovrebbero essere, infine, raccolti nei rapporti annuali sul monitoraggio redatti a termine di ogni esercizio.
Figura 5 - Intervento strutturale di ricostruzione del rivestimento definitivo in C.A. con posa si nuova centinatura
Particolare attenzione deve essere posta allorquando si considera l’installazione di sistemi automatici o ad acquisizione remota come la soluzione al monitoraggio di dette opere, in quanto troppo delicate in un ambiente come quello di un tunnel stradale. In altri termini, possono essere impiegate per periodi medio brevi ma, non devono essere la soluzione definitiva.
Esempio di piano di monitoraggio
Figura 6 - Esempio di Piano di Monitoraggio per una galleria.
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