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Il percorso ETA e i servizi offerti dall'ITAB, opportunità e procedure

Al SAIE 2024 di Bologna, Antonio Occhiuzzi ha presentato le opportunità e le sfide legate al nuovo Regolamento Europeo sui Prodotti da Costruzione, evidenziando l’importanza delle certificazioni e il ruolo dell’ITAB nel supportare le imprese italiane nell'adeguamento alle normative europee. Ha inoltre sottolineato l’impatto del regolamento sui tempi di attuazione e sugli aspetti ambientali, prevedendo un percorso complesso ma fondamentale per la competitività del settore.

Durante l'evento tenutosi al SAIE 2024 di Bologna, dal titolo “Il nuovo regolamento Europeo sui Prodotti da Costruzione - Opportunità per imprese ed operatori del settore, i servizi della PA Antonio Occhiuzzi, Direttore dell’ITAB e professore all'Università Parthenope, ha affrontato tematiche fondamentali legate all’implementazione del nuovo Regolamento Europeo sui Prodotti da Costruzione (CPR).

Il suo intervento si è concentrato sulle opportunità offerte dal nuovo quadro normativo per le imprese e sugli ostacoli che esse potrebbero incontrare, delineando al contempo il ruolo chiave delle certificazioni obbligatorie e volontarie all’interno del processo di valutazione tecnica.

 

Certificazioni obbligatorie e volontarie: le differenze e le sfide

Occhiuzzi ha chiarito l'importanza delle certificazioni obbligatorie, che seguono un percorso normativo ben delineato dall’Unione Europea. Per i prodotti coperti da norme europee armonizzate, è necessaria l'effettuazione delle prove di tipo, il monitoraggio della produzione e, infine, la redazione della dichiarazione di prestazione che consente la marcatura CE.

Tuttavia, esiste anche una certificazione volontaria, che si applica ai prodotti non coperti da norme europee armonizzate. In questi casi, si ricorre all'ETA (European Technical Assessment-Valutazione tecnica europea), una sorta di valutazione tecnica basata su un documento di valutazione europea (EAD). Questo percorso, pur essendo tecnicamente analogo a quello obbligatorio, presenta sfide notevoli, specialmente quando viene applicato a livello nazionale, dove il concetto di "volontarietà" può assumere un significato diverso, generando confusione.

Occhiuzzi ha spiegato come, quando una certificazione volontaria diventa di fatto obbligatoria per effetto di norme tecniche nazionali, si crea un "inceppo" nel sistema, poiché i tempi e le logiche pensate per un processo volontario non sono compatibili con quelli di una procedura obbligatoria. Di conseguenza, emerge la necessità di adeguare la normativa nazionale facendo sì che accolga più facilmente i prodotti innovativi marcati CE sulla base delle ETA, per evitare che il passaggio da volontario a obbligatorio crei disfunzioni.

 

Il ruolo dell’ITAB e la collaborazione con il Sistema Nazionale

Dal 2016, l'Italia ha fatto passi significativi verso la semplificazione del processo di certificazione. Occhiuzzi ha evidenziato il protocollo di intesa firmato tra l’Istituto per le Tecnologie della Costruzione (ITC) e il Servizio Tecnico Centrale, che ha rappresentato un primo sforzo per rispondere alle esigenze del settore produttivo. Questa collaborazione è stata rafforzata dal decreto legislativo 106/2017, che ha istituito l’Italian Technical Assessment Body (ITAB), un organo che mette a sistema le competenze del Servizio Tecnico Centrale, della Direzione Centrale per la Sicurezza Tecnica (Vigili del Fuoco) e dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del CNR.

L’istituzione dell’ITAB, nonostante alcune difficoltà tecniche e amministrative, ha rappresentato un passo importante. L'assenza iniziale di una personalità giuridica per l’ITAB è stata sanata grazie ad un accordo che ha permesso all’organismo di utilizzare la personalità giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Nel 2023, il primo anno di attività operativa dell’ITAB, sono state istruite 173 richieste e 50 di queste si sono trasformate in richieste di ETA. Questo dato evidenzia l'importanza crescente del ruolo dell’ITAB nel panorama europeo.

Un altro tema centrale del discorso di Occhiuzzi riguarda i tempi necessari per l'adozione delle normative e per la pubblicazione degli EAD. Sebbene il percorso per la redazione di una ETA, quando risulta necessario redigere un nuovo EAD, richieda in media tra i tre e i cinque anni, tale periodo è relativamente breve se comparato al tempo necessario per l'adozione di una norma armonizzata, che può variare tra i 15 e i 20 anni.

Questa complessità è dovuta anche alla necessità di coordinare le decisioni tra i 27 Paesi membri dell'UE, rendendo il processo lungo e articolato. Naturalmente, le ETA basate su EAD già disponibili richiedono tempi molto minori, tipicamente compresi tra 6 e 12 mesi in base al tempo necessario per eseguire le prove richieste dal fabbricante.

Occhiuzzi ha inoltre fatto riferimento all'incremento esponenziale delle richieste di ETA da parte delle imprese italiane dopo il 2020, segno di un settore produttivo sempre più interessato a sfruttare le opportunità offerte dalle certificazioni tecniche europee.

Il nuovo regolamento sui prodotti da costruzione, che entrerà in vigore alla fine del 2025, introduce una serie di sfide e opportunità. Occhiuzzi ha sottolineato come il nuovo testo, seppur ricco di buone intenzioni, lascia aperte molte questioni riguardanti la sua concreta attuazione. In particolare, restano dubbi su come affrontare tematiche legate alle caratteristiche ambientali dei prodotti da costruzione, come il consumo d’acqua o la capacità di fissare il carbonio, aspetti che saranno integrati nel futuro quadro normativo.

Un aspetto positivo del nuovo regolamento è la proroga dell’utilizzo degli attuali EAD fino al 2030, garantendo una transizione più morbida per le imprese. Tuttavia, Occhiuzzi ha segnalato che alcune valutazioni tecniche europee, basate su vecchie linee guida, perderanno validità entro un anno, e sarà necessario avvisare tempestivamente le imprese coinvolte.

L’intervento di Antonio Occhiuzzi al SAIE di Bologna ha fornito una visione chiara delle sfide e delle opportunità legate all'implementazione del nuovo Regolamento Europeo sui Prodotti da Costruzione. Sebbene il sistema italiano abbia fatto significativi passi avanti, il percorso di adeguamento alle normative europee resta complesso e richiede un costante dialogo tra le imprese, gli organismi tecnici e le istituzioni. L’introduzione dell’ITAB rappresenta un elemento cruciale in questo contesto, capace di garantire competitività al sistema produttivo nazionale in un panorama europeo sempre più esigente e regolamentato.

 

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