Il recepimento italiano delle normative europee in campo energetico
Il recepimento italiano delle normative europee in campo energetico. Intervista a Antonio Panvini, Direttore Generale del Comitato Termotecnico Italiano
Intervista a Antonio Panvini, Direttore Generale del Comitato Termotecnico Italiano
1) Dottor Panvini, il CTI è impegnato in un importante processo di recepimento delle normative europee in campo energetico.
Ci può delineare quali sono gli obiettivi, i programmi di lavoro e i tempi con cui intendete operare?
La normazione tecnica in campo energetico interessa molti ambiti. Nel contesto in cui si muove INGENIO, ritengo sia opportuno parlare prevalentemente di due grandi temi che in CTI sono oggetto del lavoro di varie Commissioni Tecniche. Da un lato la tematica della prestazione energetica degli edifici, regolamentata dalla direttiva EPBD, dalla Legge n. 90/2013 e dai successivi decreti attuativi che definiscono i noti requisiti minimi, che vede nella serie UNI/TS 11300 la punta di una piramide costituita da numerose norme tecniche provenienti dal CEN e/o dall’ISO. Dall’altro la tematica del risparmio energetico, delle diagnosi, degli strumenti finanziari per l’efficienza energetica e della gestione dell’energia in senso più generale, regolamentata in primis dalla direttiva EED e dal Decreto Legislativo n. 102/2014. In questo secondo contesto parliamo della famiglia di norme che fa capo alla UNI CEI EN ISO 50001 sui sistemi di gestione dell’energia e della serie UNI CEI EN 16247 sulle diagnosi energetiche.
Sul primo tema l’obiettivo principale è quello di portare a pubblicazione entro i prossimi mesi circa cinquanta norme tecniche (EN) e una quarantina di rapporti tecnici a supporto (CEN/TR) elaborati nell’ambito del mandato M/480. Il processo normativo si è concluso da poco e siamo in fase di recepimento nazionale. Il lavoro però non si concluderà con questa operazione perché le nostre Commissioni Tecniche sono già al lavoro per dotare buona parte di questi documenti di specifiche appendici nazionali che serviranno per collegare le EN alla legislazione vigente. Le appendici nazionali, a regime, sostituiranno solo in parte la serie 11300 che dovrà operare come strumento di sintesi (necessario, se non fondamentale, se pensiamo ai 90 documenti europei citati) e di raccordo formale con le disposizioni cogenti in Italia. Da questo punto di vista si ritiene che mentre le norme EN potranno essere recepite nei prossimi mesi, le appendici nazionali e la revisione delle 11300 potranno essere disponibili non prima della seconda metà del prossimo anno. Nel frattempo nulla cambierà per il mercato che proseguirà ad operare con l’attuale castello normativo. Unica tappa intermedia prevista è costituita dall’aggiornamento tecnologico della serie 11300 di cui parliamo più avanti.
Sul secondo tema, le attività sono invece concentrate sulla revisione della ISO 50001 e sulla redazione di altre norme a corredo, identificabili principalmente con la codifica ISO 5000x, nonché nella preparazione di linee guida applicative delle EN 16247 sulle diagnosi nel settore residenziale, di processo e dei trasporti. Parliamo di un numero di norme ridotto, ma la loro importanza richiede una particolare attenzione, essendo fortemente connesse con la legislazione in materia. Per la capofamiglia 50001 si ritiene che la nuova versione sarà disponibile non prima della fine del prossimo anno.
2) Quali progetti di norma saranno messi in inchiesta pubblica nei prossimi mesi?
Come anticipato, per buona parte delle norme citate non sono previste inchieste pubbliche a breve. Il pacchetto del mandato M/480 ha concluso l’iter normativo e ora siamo in fase di recepimento nazionale, mentre si sta iniziando una revisione per “adeguamento tecnologico” della serie 11300. Questo comporterà un’inchiesta pubblica mirata ad alcune parti della serie, che indicativamente avverrà tra la fine dell’anno in corso e l’inizio del prossimo: il focus sarà comunque specifico sull’inserimento di nuove tecnologie nel pacchetto di UNI/TS.
Per la serie ISO 5000x sono invece previste nei prossimi mesi le inchieste (DIS Stage) di alcune ISO a corredo della 50001 e che riguardano la valutazione dei risparmi energetici ex ante (ISO 50046), la valutazione economica/finanziaria dei progetti di risparmio energetico (ISO 50044), le metodologie di calcolo dei risparmi energetici per Paesi, Regioni, Città (ISO 50049).
Se però allarghiamo lo sguardo ad altri temi di interesse della rivista, non possiamo non citare la prossima inchiesta pubblica della nuova UNI 10200 sulla ripartizione dei costi di riscaldamento e ACS, ma su questo sarebbe necessario dedicare molto più spazio.
3) Sono in programma sostituzioni di norme tecniche esistenti e ormai considerate non più adatte?
Come anticipato, a breve non si attendono sostituzioni significative nei settori di cui stiamo parlando. In materia di prestazioni energetiche degli edifici, a livello generale ci si attende la revisione della serie 11300 che dovrà essere sostituita da una versione rinnovata che tenga conto di tutte le nuove EN di cui abbiamo parlato prima. Questa operazione però sarà fatta a valle del recepimento delle 90 norme (EN o TR che siano) citate e soprattutto a valle della redazione delle relative appendici nazionali, quindi ragionando di tempistiche ci spostiamo con facilità nel 2018.
In altri ambiti di competenza CTI, però si sta lavorando per aggiornare norme obsolete: ad esempio la UNI 8065 sul trattamento acqua degli impianti termici, oppure la UNI 10412 sulla sicurezza lato acqua degli impianti termici, la UNI 10683 sull’installazione degli impianti a combustibili solidi o la UNI 10389 sulle misure in campo legate all’efficienza energetica dei generatori di calore a gas e a combustibile liquido.
4) Ci saranno nuove sollecitazioni europee in ambito normativo? Quali norme europee saranno pubblicate in campo energetico nel corso del 2017? Saranno recepite in Italia in breve termine?
Le sollecitazioni arriveranno probabilmente dal Winter Package della Commissione Europea che dovrebbe portare ad aggiustamenti delle direttive, principalmente EPBD e EED, da cui dipendono buona parte delle norme su cui il CTI sta lavorando. Per la prestazione energetica degli edifici però la strada è ormai ben tracciata dall’ultima serie di disposti legislativi in materia. Si sta virando verso metodologie di calcolo più precise, soprattutto per alcuni ambiti di impiego, e quindi in grado di intervenire sulle principali criticità del sistema, così come si sta cercando di ridurre lo scostamento, a volte impopolare, tra i valori definiti dall’APE e i consumi effettivi riscontrati in bolletta. Il tutto però con una particolare attenzione a non appesantire gli obblighi a carico dell’utente finale. Si tratta in sintesi di un “fine tuning” che dovrebbe consentire un miglioramento su tutti i fronti. Guardando alle nuove sollecitazioni è anche necessario un breve accenno al mondo “smart”: probabilmente sarà questo uno degli ambiti in cui ci si dovrà muovere nel futuro prossimo.
Infine, per quanto riguarda le norme in attesa di pubblicazione, abbiamo già detto della novantina di documenti in uscita. Tra questi citiamo forse la più importante del pacchetto EPBD: la futura UNI EN ISO 52000 “Energy performance of buildings - Overarching EPB assessment - Part 1: General framework and procedures”, ma le altre non saranno meno significative.
5) Molto spesso l'Italia viene descritta come poco virtuosa in Europa per il recepimento delle Direttive europee e per il numero di infrazioni europee. È così anche nel settore della normativa tecnica? O, perlomeno in ambito energetico, il settore normativo può dirsi all'avanguardia?
La risposta alla prima domanda è assolutamente NO mentre alla seconda è assolutamente SI. La normazione tecnica, strumento riconosciuto dal legislatore grazie anche allo specifico Regolamento UE n. 1025/2012 sulla normazione europea, prevede il recepimento obbligatorio delle norme tecniche elaborate dal CEN pertanto è attivo un meccanismo quasi automatico che aiuta il sistema a recepire per tempo le norme europee al termine del loro percorso. Questo sistema aiuta, ma ovviamente è supportato da una struttura operativa che segue passo passo l’evoluzione del documento e lo accompagna fino alla pubblicazione nazionale. Da questo punto di vista quindi il settore è sempre pronto, anzi in qualche caso anticipa quanto arriverà dall’Europa con documenti interlocutori o prenormativi che iniziano ad introdurre nel panorama nazionale quanto arriverà dal CEN. Ecco perché, tra l’altro, è importante partecipare ai tavoli della normazione: si conosce con largo anticipo cosa accadrà.
In altri casi addirittura la normazione tecnica italiana è stata il motore per arrivare a norme europee o addirittura ISO. Parliamo quindi di un sistema virtuoso che pone chi ha buone idee nelle condizioni di farle diventare regole, volontarie o cogenti che siano, per molti.