Infrastrutture | Sostenibilità
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Infrastrutture sostenibili: uso di protocolli sostenibili nelle scelte progettuali. Lorenzo Orsenigo

Durante il SAIE a parlare di progettazione di Infrastrutture sostenibili alla luce dei protocolli di sostenibilità è intervenuto Lorenzo Orsenigo, Presidente di AIS.

La conversazione è avvenuta all’interno dell’evento PNRR ED EVOLUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IN C.A. E C.A.P.
organizzato da AICAP e CTE in collaborazione con SAIE e INGENIO Mercoledì 19 ottobre 2022 presso l'Arena CarbonCure.
Ha moderato Alfredo Martini, Direttore AIS

Meglio chiamarli protocolli sostenibili che protocolli energetico ambientale, questa è l’affermazione di apertura di Lorenzo Orsenigo nel suo intervento, perchè "non è solo una questione ambientale, la sostenibilità comprende anche l'aspetto sociale, e l’abbiamo visto anche nelle analisi che sono state fatte, per esempio con l'utilizzo di modelli digitali, e quindi anche uno stakeholder engagement, il coinvolgimento della popolazione degli enti territoriali, e poi anche l'aspetto economico delle opere».

Lorenzo Orsenigo nel suo intervento ha approfondito il tema dei protocolli di sostenibilità legati alle Infrastrutture, anche in correlazione all’attività di AIS, l’Associazione delle Infrastrutture Sostenibili, di cui è presidente. «È un'associazione tecnico culturale scientifico che ha l’obiettivo di valorizzare tutte quelle esperienze che possono promuovere l'applicazione della sostenibilità nelle Infrastrutture. Coinvolgiamo tutti gli attori della filiera, quindi dalle stazioni appaltanti alle società di progettazione, alle imprese di costruzione, ma anche a chi fa servizi come aziende che si occupano di digitalizzazione o di analisi ambientali, così come coinvolgiamo i produttori di materiali e tecnologie, e anche professionisti e istituti finanziari. Quindi abbiamo tutte le componenti per poter proporre anche alle istituzioni».

In questo articolo viene pubblicato un estratto scritto della presentazione video, disponibile in allegato. Ovviamente si suggerisce la visione del video per una acquisizione più completa dei contenuti della relazione.

I protocolli sostenibili per le infrastrutture

«Sugli edifici forse siamo un pochino più avanti, perché i protocolli per la certificazione di sostenibilità degli edifici sono in uso in Italia già da una quindicina d’anni.

Adesso si incominciano a usare anche protocolli per le infrastrutture.
Qual è la forte differenza tra le due tra i due sistemi che i protocolli? per gli edifici si devono preoccupare di fare il progetto bene quindi da un punto di vista impiantistico, di isolamento, per quanto riguarda la parte soprattutto energetica. Per le infrastrutture dobbiamo oltre a fare il progetto bene, dobbiamo fare anche il progetto giusto, perché un'infrastruttura va a impattare molto sulla collettività. L'edificio ha una superficie limitata, l’infrastruttura, soprattutto se è un'infrastruttura a rete, va a coinvolgere enti territoriali, collettività, tutti i soggetti che in qualche maniera ne hanno a che fare».

Qual'è il contesto europe

"Dal Green Deal in giù, perché poi i provvedimenti che sono maturati sono stati tanti, una cosa è fondamentale è che non si può più svolgere progetti, soprattutto quelli finanziati dall'Europa come il PNRR, senza applicare criteri di sostenibilità in maniera efficace. Questo ha generato anche una ricaduta a livello a livello nazionale.

Tant'è vero che il Consiglio Superiore dei lavori pubblici del Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato lo scorso anno delle linee guida per per la redazione del progetto di fattibilità tecnico economica (PFTE). In questa in queste linee guida secondo me c'è un fatto fondamentale: per la prima volta nell'ordinamento italiano compare come parte del progetto la relazione di sostenibilità dell’opera.

All’interno ci sono moltissimi elementi che vanno dal Life Cycle Assesment al Life Cycle Costing, a tutte le impostazione delle procedure di stakeholder engagement, che è qualche cosa di più del dibattito pubblico, in effetti, è qualche cosa di più allargato, e c'è anche un altro paragrafo che si occupa del capitolato informativo.

In questo modo il protocollo entra in maniera specifica e con entrambi i piedi nella digitalizzazione, mentre prima era sempre nei provvedimenti di legge un pochino più sfumata.

Tassonomia

«Un altro aspetto importante è la tassonomia, cioè il regolamento 852 del 2020, che si rivolge al mondo finanziario».
Lorenzo Orsenigo evidenzia come la valutazione DNSH (Do no Signgificant Harm) debba riguardare 6 aspetti:

  • la mitigazione dei cambiamenti climatici
  • l’adattamento ai cambiamenti climatici
  • l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine
  • la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento
  • la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

«Il tema è corretto, ben posto, il problema è a mio avviso che dovevano esserci degli atti delegati e su sei atti delegati ne sono usciti solo due, quattro sono ancora mancanti, e anche quelli che sono usciti sono molto generici, cioè parlano di principi più che di strumenti per per andare a misurare, a quantificare, a oggettivare e anche a rendicontare.»

Questi sono gli aspetti che secondo me mancano e che oggi il PNRR chiede.

Sistemi di Rating di sostenibilità

"Se voi andate a vedere nella linea guida del PFTE il primo punto è quello di fare l’analisi DNSH. Ma il problema è: come faccio questa analisi, con quali criteri, con quali metodi? e questo è complesso.
AIS quando è uscita la proposta del PNRR ha predisposto un Position Paper su Next Generation e uno degli elementi affrontati, il primo, era quello di promuovere l'utilizzo di sistemi di Rating»

E Orsenigo approfondisce l’argomento «Un sistema di Rating deve avere delle caratteristiche fondamentali: il primo che misura le prestazioni, il secondo che richiede la collaborazione di tutti i portatori di interesse, quindi non solo della committenza e del progettista, ma anche della collettività, degli enti autorizzatori …, e terza cosa il sistema deve prendere in esame tutto il ciclo di vita dell’opera, quindi non soltanto la progettazione e la costruzione, ma anche tutto il resto, per esempio quello che può essere la manutenzione, la gestione e anche il fine vita.»

E come sono fatti questi sistemi di Rating?

Riprende quindi Orsenigo «solitamente hanno dei crediti, che sono appunto i requisiti che si va poi a misurare. Per esempio la quality of life, la qualità della vita, che si occupa soprattutto di tutti quei bisogni della collettività che possono essere l’inquinamento, l'inquinamento luminoso, l'inquinamento acustico, il benessere e la salute dei cittadini così come come il miglioramento della mobilità e, poi, ci sono aspetti legati proprio alla comunità come l’occupazione, come la valorizzazione degli ambienti culturali e le storicità dei luoghi.»

Tra gli aspetti di valutazione vi è anche la questione della leadership: «il coinvolgimento, la collaborazione, la pianificazione dell'attività per coinvolgere tutti non soltanto nella fase iniziale ma anche per quello che riguarda le fasi di manutenzione e di gestione poi dell’Opera».

Un sistema di rating corretto per le infrastrutture deve considerare anche la parte relativa all’economia che deve contenere «gli indirizzi di sostenibilità economica e quindi anche per quello che riguarda i costi».

E Orsenigo prosegue "C'è poi una parte sulle risorse, sulla locazione delle risorse, quindi i materiali, quelli green, uelli del territorio, i contenuti di riciclato, la minimizzazione degli aspetti energetici, così come la minimizzazione dell’utilizzo delle acque.»

Fondamentale in un sistema di rating di sostenibilità anche la valutazione del rispetto del mondo naturale quindi tutto quello che riguarda la valorizzazione e il rispetto del sito: «quindi valorizzare i cosiddetti brownfield, cioè non utilizzare terreno vergine, oppure fare l'analisi per quello che riguarda il rischio geologico e idrogeologico, la flora, la fauna, la biodiversità …»

Infine il protocollo di sostenibilità deve considerare la resilienza climatica, a cominciare dalla emissioni di CO2, e una parte di analisi di resilienza «capire come l'opera si è data non soltanto i cambiamenti climatici ma anche i cambiamenti sociali. Ci possono essere dei cambiamenti di abitudine che possono rendere meno utile l’opera rispetto agli obiettivi iniziali.»

Il presidente di AIS riporta come poi un sistema di rating può esprimere un suo punteggio: «viene dato un livello di sostenibilità, per esempio se si raggiunge il 30% del punteggio massimo applicabile a un progetto si ottiene il livello Silver, che vuol dire che stiamo progettando e realizzando un'opera col 30% in più di sostenibilità rispetto a un progetto cosiddetto baseline cioè un progetto di riferimento. Il progetto di riferimento è un progetto che applica tutte le normative, le leggi e lo stato dell’arte.»

Sistemi di Rating e DNSH

«I sistemi di Rating danno anche una mano a rispondere al famoso DNSH. C'è un manualetto disponibile che fa la correlazione tra un sistema di Rating e i principi del DNSH: se io uso per esempio energia rinnovabile vado a rispondere ad alcuni punti dei 6 aspetti della tassonomia.Con un foglio di calcolo che c’è nel protocollo è possibile calcolare quant'è l'energia rinnovabile rispetto a quella fossile quantificando il dato, prendendo quindi lo stesso fascicolo per rispondere al protocollo posso rispondere in maniera altrettanto chiara e puntuale e rendicontare la valutazione DNSH. Quindi abbiamo un doppio vantaggio: abbiamo un framework che mi aiuta alla progettazione sostenibile e dall'altra parte ottengo anche dei risultati per poter rispondere a quello che la Commissione Europea ci chiede per poterci finanziare queste opere.»

Si tratta di percorsi già avviati e applicati in tantissimi progetti «uno dei primi è la Napoli Bari, ma anche parchi eolici, in ambito portuale, il Passante di Bologna, altri collegamenti ferroviari, una piattaforma a Milano, Terna ha fatto le linee guida e sta partendo con dei progetti così come in ambito aeroportuale, metropolitana milanese, la Pedemontana Lombarda. C’è tutto un progetto sul rifacimento delle Stazioni ferroviarie, per fare fondamentalmente dei progetti di rigenerazione urbana, perché la stazione, soprattutto nei medi centri è in centro è un bene prezioso, che quando viene riqualificata permette di rivedere la mobilità.»

Criteri premiali per i progetti con sistemi di rating

Lorenzo Orsenigo propone di introdurre dei criteri premiali se vengono utilizzate questi sistemi di Rating, che elevano lo standard di qualità delle infrastrutture: «noi dobbiamo cercare di alzare l’asticella, non renderli obbligatorio perché questo è secondo me deleterio, ma criteri premiali sì, così come perché non concedere dei percorsi autorizzativi più snelli a coloro che applicano questi questi protocolli. Come vi facevo vedere prima se io ho già fatto tutta una fase di condivisione delle scelte progettuali con tutti gli enti dalla collettività sicuramente o meno ostruzioni in fase poi di realizzazione, e quindi anche questo potrebbe essere un altro elemento da introdurre.

AIS ha fatto 5 proposte per la diciannovesima legislatura in cui una di quelle che dicevamo era proprio quella di utilizzare dei criteri premiali e dei percorsi autorizzativi semplificati per chi utilizza sistemi di Rating. Oggi e finisco abbiamo in corso dei gruppi di lavoro uno sostenibilità e digitalizzazione e l'altro sullo stakeholder engagement, che vuol dire coinvolgimento di tutte le parti interessate. È un processo che va al di là di quello che è previsto dal dibattito pubblico. Il dibattito pubblico io lo considero molto una procedura amministrativa. Noi dobbiamo andare a discutere con tutte le parti interessati più della sostanza in una fase anteriore alla Progettazione del progetto e probabilmente con questo riusciremo a fare qualche cosa di meglio ,e quindi vogliamo preparare un position Paper che dia delle indicazioni su quello che si può fare.»

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