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La "panacea di tutti i mali" - Messina variante parziale e PRG

Queste note vogliono essere un contributo, di supporto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Messina, per potere intraprendere un dialogo continuo e costruttivo, limitatamente alle funzioni tecniche di noi iscritti, con l’Amministrazione ed il Consiglio Comunali che a breve saranno rinnovati. Dialogo principalmente rivolto allo spirito di approccio alla programmazione di opere realmente fattibili ed in tempi brevi e compatibili con il mandato di una sindacatura; inoltre il dialogo dovrà affrontare il problema annoso dell’applicazione di regole certe, basate su idee condivise, con riflessi positivi sullo snellimento degli iter burocratici, quest’ultimo sarà oggetto di puntuali collaborazioni e verifiche di percorso che lo stesso Ordine si ripromette come impegno immediato, senza soluzione di continuità nel tempo.

La mia esperienza professionale e di studioso delle metodologie urbanistiche, con annessa legislazione e normativa, oggi inevitabilmente, si scontra con le realtà attuali che riguardano Messina, mia città natale e luogo dove vivo e lavoro.

In un primo tempo ho assistito in disparte osservando coloro, che si auto definiscono i “Salvatori e Protettori” della nostra casa (territorio), dibattere, proporre, disporre soluzioni autoreferenziali ed ideologiche, tutte volte, a loro insindacabile parere, all’unico fine di migliore la nostra qualità di vita comune e la vivibilità dell’ambiente che ci circonda.

Ma io, oltre ad essere un fiero ed orgoglioso abitante di Messina, sono anche un tecnico, un tecnico con parecchia esperienza, ed, ad un tratto, mi sono accorto che la strada intrapresa non aveva una direzione chiara, non era basata sulla nostra realtà odierna, né, tanto meno, sul passato che ci ha portato sin qui e che costituisce il nostro patrimonio culturale e genetico. No, la strada era stata tracciata non in base alle analisi tecniche, sociali, culturali ed economiche (se pur in parte diligentemente espletate dagli uffici tecnici preposti), bensì solo su ideologie precostituite e strumentali, supportate ad arte dalle citate analisi, analisi parzializzate ed utilizzate unicamente a giustificare un percorso precostituito, con probabili rischi di avvantaggiare alcuni a discapito di altri.

Premesso ciò, io ho iniziato ad intervenire in questo dibattito prendendo una forte e decisa posizione contro la così detta “Variante Salva Colline”, o meglio “Variante Parziale di Salvaguardia Idrogeologica ed Ambientale”. Oggi interviene pure la presentazione della Bozza della nuova Variante Generale al Piano Regolatore, variante generale cui la variante parziale era propedeutica; quindi, oggi, si chiarisce il senso generale della programmazione urbanistica proposta per la gestione del territorio comunale, programmazione che ci dovrebbe guidare nello sviluppo e nel riordino per i prossimi 10/20 anni.

Ormai è parte integrante di tutta la cultura in materia che un Piano Regolatore Generale, ed a cascata le sue Varianti (anche parziali) insieme ad i Piani Attuativi, non rappresentino più un semplice azzonamento cartografico orizzontale, ma debbano basarsi essenzialmente sul recepimento e la rappresentazione delle dinamiche Culturali, Sociali ed Economiche del territorio interessato. Ciò vuol dire che tutto l’assetto progettuale, di riconversione, di espansione e di salvaguardia previsto nel mero azzonamento deve essere in linea con la reale sostenibilità economica, con le garanzie del rispetto e del miglioramento dei rapporti di interazione sociale, con il recupero e la piena visibilità della memoria e della cultura ed, essenzialmente, con prospettive di sviluppo sostenibili, concrete e mai velleitarie.

Naturalmente, il patrimonio del territorio da studiare, programmare e garantire, comprende l’intero, umanità, natura, ambiente, antropizzazione e quant’altro si relaziona con esso nello divenire del tempo. Il limite principale di quanto sopra, sta nel fatto della tempistica, della flessibilità e della semplicità di gestione dello strumento urbanistico; esso deve sempre essere modificabile contemporaneamente alle eventuali modifiche delle dinamiche sopra citate. Ciò è fondamentale, oggi ancor più; infatti constatiamo che il Consiglio Comunale di Messina emanò una Delibera di linee guida per la redazione della Variante parziale, relativa al vigente PRG entrato in vigore nel 2002/2003, sin dal 2009 (con successive integrazioni e modifiche), la Variante parziale, solo nel 2017, ha conseguito i pareri preliminari per potere essere proposta per l’adozione. Nel 2015, a quanto mi risulta, si è iniziato l’iter progettuale del nuovo PRG, nel 2018 è stata presentata la sola Bozza di Piano; si suppone che ci vorranno almeno 2/3 anni per completare l’eventuale progettazione e 2/3 anni per ottenere i pareri propedeutici.

Ora voglio ricordarvi che un PRG, per legge, perde la validità dei vincoli espropriativi trascorsi 5 anni dalla sua approvazione, termine in qualche modo prorogabile sino a 10 anni; a questi ne aggiungiamo ulteriori 5 per completare quanto in corso, così ci rendiamo conto che dopo 15 al massimo qualunque PRG è inattuale ed inattuabile. Il tempo di redazione di questo strumento, così come oggi  abbiamo verificato,  è incompatibile con i tempi di validità e di attuazione.

Ed allora dobbiamo concludere che la gestione del territorio deve essere supportata da una serie di fattori che così possono essere elencati:

·         Snellimento delle previsioni generali limitandole a prospettive a medio termine, mentre quelle a lungo termine non devono essere previste come vincoli ma solo come adattabilità del territorio alle scelte strategiche degli enti superiori, sia economiche sia sociali;

·         Minimizzazione dei tempi burocratici di approvazione e dei pareri preliminari per qualunque tipo di progetto edilizio pubblico/privato e dei piani esecutivi di attuazione del PRG per territori limitati;

·         Aggiornamento ciclico dei Piani Sovra Ordinati di Inquadramento Territoriale; il  rispetto delle loro indicazioni e l’obbligo di conformare le previsioni di PRG ad essi deve sostituire l’iter approvativo ed gran parte dei pareri preliminari. Conformarsi con esplicita dichiarazione ad un Piano Paesistico, o ad un PAI, o ad un Piano di Gestione, o a quant’altro, deve essere già sufficiente e sostitutivo dei pareri preliminari; le verifiche puntuali degli Enti preposti avverranno solo nell’ambito dell’esame dei singoli progetti;

·         Verifica continua e dinamica degli effetti della programmazione urbanistica sullo stesso territorio (Varianti Parziali immediatamente applicabili con la sola Delibera del Consiglio Comunale, salvo solo verifiche, con lo strumento già vigente, del rispetto della normativa da parte degli Enti Sovra Ordinati; ciò porterebbe ad una celere ed autonoma applicazione dei correttivi necessari mantenendo la gradualità dei cambiamenti e la continuità operativa e funzionale del territorio;

·         Obbligatorietà della preventiva redazione di Piani di Settore che coniughino la ricaduta delle programmazioni economica e l’accessibilità a finanziamenti con l’attuazione delle previsioni di PRG, rivolti essenzialmente a recepire tutte le funzioni e le disposizioni non attuabili all’interno della finanza e della decisionalità locale. Essi devono costituire le costole portanti dell’attuazione della pianificazione; essi saranno diversificabili in funzione delle peculiarità dei singoli territori. Per esempio Piano della Connettività e della Mobilità, Piano Commerciale di Ampio Raggio, Piano Industriale, Piano Portuale, ecc. In tal modo il PRG può limitarsi alla previsione delle solo opere fattibili in due lustri, tutte finalizzate alla visione ed alla programmazione più ampia dei Piani di Settore che avranno uno sviluppo complessivo a lunga durata.

In conclusione la Pianificazione del Territorio da un lato deve essere revisionata e verificata sempre nella sua attuazione, d’altro canto non può avere discontinuità improvvise determinate esclusivamente dai diversi approcci ideologici del succedersi delle Amministrazioni, essa deve prevedere sempre tempi corretti di transizione.

In tale ottica seguono alcune considerazioni di attualità sulla proposta di nuovo PRG e sulla Variante Parziale di Salvaguardia oggi all’adozione al Consiglio Comunale, certamente necessaria per garantire la transizione. In calce a questo documento si tratterà anche l’argomento Variante Parziale di Salvaguardia.