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La validazione dei modelli di calcolo strutturale: sono necessarie delle Linee Guida

Lo sviluppo delle recenti normative e l’entrata in vigore, ormai da tre anni, delle NTC2008, ha spinto la maggioranza dei progettisti coinvolti nella progettazione strutturale verso un utilizzo dei software di calcolo strutturale sempre più massiccio e sempre più caratterizzato dalla generazione di modelli di calcolo tridimensionali, corredati da molteplici tipologie di calcolo (statica equivalente, dinamica modale, ecc.) e da una fase finale di rielaborazione (post processing) dei risultati molto complessa.
Le Norme Tecniche per le Costruzioni si pongono come obiettivo di regolamentare l’uso dei software di calcolo attraverso una serie di indicazioni contenute nel Capitolo 10.2. Questo capitolo non rappresenta una innovazione in questo ambito. Già nel lontano 1986 erano state emanate delle raccomandazioni (le CNR 10024) che si ponevano come una sorta di linea guida nei confronti sia degli sviluppatori, sia verso gli utenti di software di calcolo strutturale.
Nelle raccomandazioni contenute nella CNR10024 venivano introdotti due aspetti molto importanti:
1) la necessità da parte dei progettisti utilizzatori di software di eseguire un esame critico dei propri modelli di calcolo;
2) la necessità di eseguire una validazione delle proprie calcolazioni allo scopo di determinare un giudizio motivato di accettabilità dei risultati.
Queste tematiche sono state riprese dalla normativa NTC2008 dove viene confermato che la responsabilità dell’intera progettazione strutturale è del progettista, indipendentemente dal software utilizzato.
Di fronte a questo quadro normativo, è importante analizzare il punto di vista dei progettisti.
Gli aspetti inizialmente descritti non rappresentano una novità assoluta per i professionisti. Già in passato, nei casi di strutture molto importanti e di notevole complessità, diversi ingegneri hanno potuto sviluppare competenze di carattere numerico sia sul metodo degli elementi finiti, sia sulle insidie caratterizzate dall’utilizzo di un software di calcolo.
A differenza di quanto avveniva in passato, quando queste attività erano sporadiche ed esperienza di pochi, l’entrata in vigore della normativa NTC2008 ha reso l’attività di modellazione numerica praticamente sistematica per tutti i progettisti.
L’impatto determinato dalle nuove normative nei confronti dei progettisti si è rivelato, proprio per questo motivo, dirompente. Se facciamo riferimento alla categoria media del libero professionista, essa è costituita in generale da ingegneri con esperienza spesso limitata e con conoscenze nei confronti delle tematiche di calcolo strutturale automatico molto superficiali. Ci sono numerosi progettisti che hanno avuto difficoltà ad aggiornarsi e che, di fatto, non conoscono ancora completamente parte delle tecniche di calcolo oggi considerate consolidate e alle quali la normativa fa riferimento (per esempio l'analisi modale). Questi ingegneri o hanno deciso di non occuparsi più della progettazione strutturale, oppure hanno frequentato corsi e dedicato tempo per cercare di aggiornarsi arrivando a dotarsi di software che dovrebbero consentire di affrontare le nuove tipologie di analisi strutturali.
Ci sono molti ingegneri, invece, che hanno maturato una significativa e durevole esperienza che li pone in grado di valutare con particolare attendibilità ed attenzione le ricadute che certe prescrizioni possono avere sull'effettivo lavoro di progettazione, calcolo e supervisione nel mondo dell’ingegneria reale.
Questa ampia disomogeneità di preparazione dei progettisti ha ancora una volta un impatto notevole con riferimento, ad esempio, al tema della validazione dei modelli di calcolo.
Il progettista deve non solo prestare attenzione e conoscere la normativa in modo da poter usare il software di calcolo in modo corretto, ma anche capire in quale modo il produttore del software, che non essendo un estensore della normativa si pone dalla stessa parte del progettista, ha interpretato e implementato i vari punti della normativa.