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Le fondazioni speciali nel progetto di rimozione della Costa Concordia

Le fondazioni speciali nel progetto di rimozione della Costa Concordia

L’elaborato ha lo scopo di illustrare da un punto di vista prettamente geotecnico le fondazioni speciali realizzate per consentire la rimozione della Costa Concordia, avvenuta il 17 Settembre 2013 presso l’Isola del Giglio (IT).

Il progetto interamente svolto all’interno del parco Marino Protetto dell’Arcipelago Toscano, è stato caratterizzato da fondamentali fattori, condizionanti le scelte progettuali e le tecnologie:
- Fattori logistici
• Operazioni condotte in un ristretto specchio d’acqua (≈40 mt tra il relitto e la costa dell’isola del Giglio)
• Limitati tempi esecutivi a disposizione, in special modo durante la prima fase di progetto per la messa in sicurezza del relitto
- Fattori ambientali
• Tutela del Parco Marino Protetto dell’Arcipelago Toscano
• Preservare l’integrità dei fondali e dei luoghi
- Fattori geomorfologici
• Fondali costituiti da formazioni granitiche
• Presenza di discontinuità, cavità e/o vuoti nell’ammasso roccioso
L’ambizioso progetto di ribaltamento e quindi rimozione finale del relitto è stato suddiviso in due macrofasi: la prima fase è consistita nell’installazione del “Sistema di ritenuta” per evitare lo scivolamento del relitto stesso (Hold Back System) lungo gli scoscesi fondali (30º- 40º) con batimetriche molto ravvicinate tra loro. La seconda fase ha comportato la realizzazione delle ulteriori fondazioni speciali che unitamente alle opere di prima fase, tutte dimensionate in funzione delle sollecitazioni indotte durante le fasi di rotazione del relitto, hanno consentito il Parbuckling.

Campo prove: validazione delle scelte progettuali
Al fine di validare le ipotesi ed i parametri progettuali sono stati installati 3 tiranti a barra verticali (Fig.1) ed eseguite altrettante prove di carico a rottura, seguendo le raccomandazioni AICAP “Ancoraggi nei terreni e nelle rocce”. Vengono di seguito illustrate le modalità esecutive ed i risultati raggiunti, tenuto conto che il tiro massimo applicato è stato pari a circa 300 Ton/barra (Fig.2).

Confermate le ipotesi progettuali, si è dato corso alla fase di installazione sul fondale marino (≈15mt di profondità) di 11 grossi blocchi d’ancoraggio (Anchor Blocks), seguita dalla fase di installazione delle barre d’ancoraggio (Anchor bars), che hanno permesso e garantito la perfetta adesione delle strutture atte al ribaltamento del relitto alla roccia granitica in situ. Per ogni anchor blocks sono state installate 10 ÷ 14 barre (dipendentemente dal tipo di Anchor Block).



Figura 1 – Test su ancoraggio

Figura 2 - Schema prova di carico e test su ancoraggio di prova

Lo scopo delle prove di carico relative ai primi due ancoraggi TDP1 (Fig.2) e TDP2 è stato quello di valutare l’aderenza limite tra il bulbo di iniezione ed il terreno di fondazione, mentre la prova di carico sull’ancoraggio TDP3 ha consentito di valutare la risposta viscosa del sistema d’ancoraggio.
Tutte le prove hanno dato esito positivo, confermando e validando le ipotesi di progetto:

tmax mobilized = 1442,5 kN/m2 > 1300 kN/m2 = tlim progetto

Articolo tratto dagli Atti del 4° IAGIG, L'Aquila, 11-12 Aprile 2014
http://www.iagig.unisa.it/iagig_2014/iagig2014atti