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Legge di stabilità, Partite Iva: Architetti “Governo spara su Croce Rossa”

COMMENTO DEGLI ARCHITETTI ALLA LEGGE DI STABILITà

“Penalizzata la nostra professione già duramente colpita dalla crisi”
  
“Il Governo spara sulla Croce Rossa, penalizzando la nostra categoria professionale già alle soglie dell’incapienza”.
 
E’ il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulle misure che nella Legge di stabilità riguardano il regime delle Partite Iva.
 
Nel testo è stata infatti triplicata, passando dal 5 al 15%, l’imposta forfettizzata che sostituisce Irpef, Irap e altre tasse e finora riservata a coloro che si trovavano nel cosiddetto regime dei minimi; e – come se non bastasse – è stata anche differenziata, a seconda dei diversi settori professionali, la soglia di accesso al regime forfetizzato che per gli architetti viene dimezzata dagli attuali 30 mila a 15 mila euro annui, riducendo fortemente la platea di possibili beneficiari. Ed ancora, mentre l’attuale sistema prevedeva una detrazione delle spese in maniera analitica, la previsione legislativa fissa in maniera forfettaria le detrazioni che non possono superare la soglia del 22%.
 
“Un’ altra prova, se queste misure venissero confermate - sottolinea il Consiglio Nazionale - dell’incapacità del Governo e della politica tout court di comprendere la drammaticità della situazione: gli architetti italiani - stremati dalla crisi - hanno redditi medi da incapienti, con fatturati crollati di un terzo nel 2013 rispetto all’anno precedente; non dispongono di alcuna garanzia “sindacale” né beneficiano di cassa integrazione o bonus statali; hanno invece debiti con le banche, devono attendere in media 218 giorni per ottenere un pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, 172 da parte delle imprese, 98 dai privati.
 
“E’ sempre più forte il dubbio, che però ormai si sta tramutando in certezza - conclude il Consiglio Nazionale - che il nostro non sia davvero più un Paese per architetti, e anzi che esso sia volutamente portato - da una classe politica miope e inetta - a fare a meno della nostra professionalità proprio quando le nostre città hanno bisogno di essere “rigenerate” e “messe in sicurezza”, così come i nostri territori, e i nostri monumenti salvaguardati”.