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Linee Guida Ponti, de Miranda: «Ora si attivino le risorse economiche per enti e gestori»

L'ingegnere Mario de Miranda, che ha contribuito alla redazione di due dei tre macro capitoli che compongono le Linee Guida sui ponti, spiega anche quali nuovi scenari si aprono per i progettisti.

Mario de Miranda, ingegnere e progettista di ponti e strutture, ha contribuito alla redazione di due dei tre macro capitoli che compongono le Linee Guida emanate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. 

Il documento appena pubblicato fornisce le indicazioni per una corretta valutazione del rischio e della sicurezza strutturale delle opere, ma come evidenziato dall’ing. de Miranda, è importante che «il mondo politico prenda provvedimenti che indirizzino le risorse necessarie soprattutto agli enti locali che hanno in carico le infrastrutture stradali».

 

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Le Linee Guida sui ponti esistenti e la progettazione degli interventi di recupero 

Ing. de Miranda, per i Gestori delle infrastrutture, cambierà qualcosa nella programmazione degli interventi di manutenzione e adeguamento?

«Direi di sì perché le Linee guida forniscono le indicazioni su come procedere per una corretta valutazione del rischio e della sicurezza strutturale delle opere, per cui nel prossimo futuro l’ amministratore tecnico, oltre a quanto già previsto da strumenti quali la Circ.Min. n.6736 del 67, n.34233 del 91, le NTC e relativa Circolare esplicativa, e i Piani di Manutenzione dei ponti più recenti, avrà a disposizione un ulteriore utile e ampio strumento operativo. Tuttavia occorre tenere in considerazione anche un altro fattore».

 

Quale?

«La disponibilità di risorse. Occorre ricordare che queste Linee guida si rivolgono a due categorie: i grandi gestori di infrastrutture, che possono essere privati o parzialmente pubblici e quelli interamente pubblici come la amministrazioni comunali, provinciali o regionali. Nel primo caso si tratta di enti già abbastanza strutturati, nel secondo caso a volte mancano adeguate risorse tecniche ed economiche».

 

L’aspetto economico quanto incide?

«È una parte fondamentale, i grandi gestori non dovrebbero avere grosse difficoltà a reperire risorse economiche, viceversa c’è un problema enorme soprattutto a livello delle piccole e medie amministrazioni, che dovranno disporre dei fondi per la manutenzione e il controllo di tutto il patrimonio infrastrutturale a loro affidato. E che soprattutto si trovano oggi a gestire un patrimonio che ha bisogno di cure spesso urgenti. Per questo dovranno essere presi provvedimenti amministrativi che indirizzino le risorse necessarie soprattutto agli enti locali che hanno in carico le infrastrutture stradali. Ci sono realtà più o meno organizzate, altre hanno difficoltà di budget, in altri casi ancora il patrimonio di ponti può non essere proporzionato alla dimensione economica della Provincia: alcune possono avere poche risorse ma presentare un numero importante di ponti, anche datati e magari costosi da ristrutturare». 

 

A livello internazionale, esistono altri esempi simili alle Linee Guida?

«Sì, a esempio, le norme americane della Federal Highway Administration (FHWA) orientate soprattutto all’ispezione e al rating dei ponti cioè alla valutazione della loro capacità portante».

 

Come potrebbe cambiare la progettazione alla luce di queste Linee Guida?

«L’influenza è su due livelli: il primo riguarda la progettazione di nuovi ponti, il secondo interessa l’esistente. Nel dettaglio, il capitolo che parla di «Schede di difettosità» descrive una serie di allegati che mostrano varie casistiche. Attraverso la conoscenza delle difettosità più frequenti è altrettanto possibile migliorare le nuove progettazioni, quindi da questo punto di vista le nuove Linee Guida sono molto utili: aiutano a progettare meglio tenendo conto della durabilità. Invece, per quanto riguarda i ponti esistenti, si aprono nuovi scenari per i progettisti, sostanzialmente le Linee Guida mostrano che sono necessari definiti livelli di ingegneria e progettazione».

 

Quali sono?

«Il primo è la progettazione delle Ispezioni, infatti devono essere organizzate e progettate a seconda dei dettami delle Linee Guida. Il secondo livello è la progettazione della Manutenzione, un’attività che dipende dal tipo di ponte, dai problemi connessi e dall’analisi dei risultati delle ispezioni precedenti. Va ricordato che per i ponti costruiti negli ultimi 14 anni il Piano di Manutenzione esiste in quanto è un documento progettuale sempre disponibile, anche se purtroppo spesso disatteso dalle Amministrazioni. Per i ponti costruiti in precedenza tale Piano, per coerenza, dovrebbe essere redatto. Infine c’è la valenza progettuale dell’intervento di recupero. Nel momento in cui le verifiche accurate, che sono un’attività affine alla progettazione e da sviluppare da parte di progettisti qualificati, mostrano che è necessario intervenire sul ponte per rinforzarlo, entra in campo la progettazione dell’intervento di recupero. Va ricordato a tale proposito che le attività di verifica statica e di progetto di adeguamento strutturale di ponti antichi e deteriorati sono attività a elevata specializzazione in quanto attinenti alla sicurezza strutturale applicata a elementi costruttivi il cui stato, funzionamento, capacità e adeguatezza spesso non sono di immediata comprensione e devono essere valutati e interpretati alla luce di una adeguata esperienza concreta in tema di ponti. In definitiva, a differenza di ciò che può sembrare a prima vista, la progettazione è molto coinvolta ».


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Vai allo Speciale sulle "Linee Guida per la Classificazione e Gestione del Rischio, la Valutazione della Sicurezza ed il Monitoraggio dei Ponti Esistenti.

Con le interviste a Massimo Sessa. Emanuele Renzi, Walter Lupi, Pietro Baratono, Walter Salvatore, Edoardo Cosenza, Andrea Del Grosso, Mario Nobili, ...


Sul sito del MIT è possibile scaricare i seguenti documenti

Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti

Appendici e allegati

  • allegato A. scheda di censimento ponti
  • allegato B. scheda descrittiva di ispezione
  • allegato B. scheda fenomeni di frana e idraulici
  • allegato B. scheda di valutazione dei difetti
  • allegato C. schede difettologiche
  • allegato D. scheda di ispezione speciale