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Manutenzione di strutture in c.a. di opere idrauliche interrate

I sistemi di ripristino e impermeabilizzazione del calcestruzzo in commercio si identificano in due tipologie : la prima categoria opera per adesione diretta del rivestimento impermeabile allo strato corticale della struttura, prodotto applicato in spessore idoneo al fine di presentarsi continuo ed omogeneo, la seconda categoria di materiali opera per fusione con la matrice strutturale tramite cristallizzazione capillare attiva e profonda, dando luogo di fatto a strutture integralmente impermeabili a prescindere dallo strato di prodotto applicato superficialmente.

Per opere idrauliche s’intendono manufatti che hanno la funzione di contenere, trasportare e distribuire acqua di vari tipi in ambito civile, industriale e nella produzione di energia elettrica. Sono strutture tipiche degli impianti di depurazione, degli acquedotti, dei consorzi irrigui, degli impianti idroelettrici, termoelettrici e geotermici nella produzione di energia elettrica.
Fra le diverse tipologie di strutture esistenti le più frequenti sono quelle INTERRATE, che operano in condizioni ambientali maggiormente severe e quindi più predisposte al degrado.
La manutenzione di queste opere mira a ristabilire l’impermeabilità delle murature e la tenuta idraulica dell’intera struttura insieme al ripristino dei calcestruzzi ammalorati e delle sezioni mancanti.
La matrice strutturale di questi manufatti deve poter efficacemente resistere, nella maggior parte dei casi, a due spinte idrostatiche: spinta positiva dall’interno del bacino contenitivo e spinta negativa dall’esterno per l’azione dell’acqua meteorica o freatica, condizione nella quale gli interventi di ripristino e impermeabilizzazione risultano difficili e onerosi con garanzia di tenuta nel tempo limitata. La presenza tipica di acqua e/o ambiente fortemente umido nei paramenti, proveniente dall’esterno, è la prima causa del degrado precoce di qualsivoglia rivestimento cementizio o resinoso in “adesione” applicato all’interno.
I sistemi di ripristino e impermeabilizzazione del calcestruzzo in commercio si identificano in due tipologie distinte a seconda delle caratteristiche tecnico-prestazionali e conseguente filosofia di azione: la prima categoria di materiali opera per adesione diretta del rivestimento impermeabile allo strato corticale della struttura, prodotto applicato in spessore idoneo al fine di presentarsi continuo ed omogeneo, la seconda categoria di materiali opera per fusione con la matrice strutturale tramite cristallizzazione capillare attiva e profonda, dando luogo di fatto a strutture integralmente impermeabili (per l’intero spessore del manufatto) a prescindere dallo strato di prodotto applicato superficialmente.
Se i primi demandano la tenuta impermeabile alla continuità e all’adesione del rivestimento applicato in superficie, sia esso cementizio che resinoso, i secondi conferiscono alla muratura un’impermeabilità intrinseca grazie alla reazione ed alla progressione della cristallizzazione capillare utilizzando l’umidità interna anche e soprattutto in condizioni di controspinta.
Si evince che i cosiddetti sistemi “a pelle” - corticali, per aderire, indurire e durare hanno bisogno di presidi onerosi sottostanti, che li isolino dall’umidità anche in pressione, mentre i sistemi a penetrazione cristallina usano i composti solubili presenti nella matrice per reagire e progredire nella capillarità del manufatto in profondità, aderendo per fusione al substrato, senza dar luogo a distacchi e creando un corpo unico con la struttura. L’applicazione dei sistemi a penetrazione risulta quindi più agevole, anche in condizioni di saturazione di umidità e nei diversi cicli di ripristino del calcestruzzo potendo operare fresco su fresco, con diminuzione delle tempistiche per le diverse attività di cantiere.
Prerogativa di questa tecnologia è la rigidità del sistema, la cristallizzazione è in grado di sigillare fessurazioni capillari fino a 0,4 mm, come peraltro risultano rigidi anche i rivestimenti cementizi corticali e quindi eventuali fenomeni fessurativi dinamici (giunti naturali o di dilatazione) dovranno essere trattati con appositi sigillanti elastici.
 

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