Data Pubblicazione:

Open Innovation e Close Innovation nelle Società di Ingegneria

Una breve riflessione per capire come applicare la Open Innovation attraverso l’esperienza di Pini Group

Perché è importante parlare di innovazione nel settore ACE?

L’innovazione nel settore delle costruzioni offre, ed offrirà in futuro, opportunità sempre più significative per tutta la catena del valore, migliorando le pratiche esistenti, ma anche integrando tecnologie disruptive in grado di portare a nuovi modelli di business. 

Carenza di manodopera, miglioramento della produttività, riduzione dell’impatto degli errori umani, rispetto dei principi di economia circolare: ecco alcuni benefici che l’innovazione sarà in grado di portare a tutto il mondo ACE. 

La verità, e dobbiamo dircelo ad alta voce, è che anche il nostro settore verrà rivoluzionato, sovvertito e sconvolto dal progresso tecnologico.

Intelligenza artificiale, Big Data, Blockchain, 3D Printing, Space Architecture sono solo alcuni temi forieri di opportunità e portatori sani di futuro. 

In uno scenario come questo la capacità di adattarsi e di ricombinare conoscenze, saperi e di cogliere le opportunità che il futuro offre costituirà il vero vantaggio competitivo, per le aziende, ma anche per i singoli professionisti. Insomma il futuro dobbiamo avere la forza di plasmarlo, piuttosto che la passività di subirlo. 

Come possiamo pensare, come singole aziende, di poter affrontare da sole i cambiamenti che il presente ci porta e dei quali il futuro ci chiederà il conto? 

Data Analyst, Esperti di intelligenza artificiale, ingegneri informatici, ingegneri meccanici e dei materiali sono figure che ritroveremo, per esempio, negli studi di ingegneria civile per occuparsi di digital Twins e manutenzione predittiva della strutture? 

Un futuro plasmato da globalizzazione, esponenzialità del progresso, decadimento sempre più veloce delle competenze ecc… può essere affrontato da singole imprese? Ed è possibile affrontarlo mettendo in pratica il vecchio “si è sempre fatto così”?

 

Open Innovation e Close Innovation nelle Società di Ingegneria

 

 

Cosa facciamo in Pini Group?

Come Pini Group stiamo provando, giorno dopo giorno, a plasmare il nostro futuro, facendo rete e co-creando innovazione. 

Nel 2021 abbiamo aperto un dipartimento dedicato a questo, che ho l’onere e l’onore di guidare, all’interno di una società di ingegneri civili, che ha come core business la progettazione e direzione lavori di grandi opere infrastrutturali. 

Sembra un ossimoro, ma per noi non lo è. 

Ogni giorno cerchiamo di introdurre, in azienda, una cultura dell’innovazione. È fondamentale che questa permei a tutti i livelli, allineandosi alla Mission e alla Vision aziendale, per poter orientare l’impresa stessa al raggiungimento di risultati concreti.

Governare tale processo vuol dire, ad esempio, allineare gli obiettivi della strategia di innovazione agli obiettivi di posizionamento sul mercato dell’impresa, identificando le competenze core interne e focalizzandosi sugli aspetti fondamentali in grado di generare valore per tutti gli stakeholder aziendali. Vuol dire adottare una politica di Open Innovation che ci permetta, aprendo i confini aziendale, di contaminare e contaminarci a nostra volta. 

Fare innovazione, in azienda, vuol dire sicuramente occuparsi dei processi interni, della digitalizzazione e di un’ottimizzazione della struttura che le consenta di acquisire un’agilità utile per affrontare i cambiamenti, senza subirli. 

Ma è sulla nostra innovazione aperta che vorrei concentrarmi. 

Nell’ultimo anno abbiamo avviato partnership strategiche con startup e PMI innovative, andando ad ampliare e diversificare il nostro business per poter acquisire nuovi clienti o per poter offrire servizi aggiuntivi ai clienti di sempre. 

Abbiamo avviato una partnership con Tidalis (Tidalis - Leaders in Fotogrammetria Aerea Laserscanning Ispezioni Riprese Aeree Emergenze), PMI che si pone quale Drone As A Service per il mercato italiano ed estero. 

Grazie a questo oggi operiamo anche nel settore del monitoraggio ambientale, nel settore dell’Oil&Gas, nel settore dell’agricoltura 4.0 ed in quello dell’archeologia. All’ispezione di un ponte abbiamo affiancato anche l’analisi dello stato di un vigneto sulle colline piemontesi, o la messa in atto di misure per il controllo dei parassiti su una coltura di segale nella pianura padana, oppure l’ispezione di un parco fotovoltaico, o ancora di una serie di turbine eoliche. 

Unendo competenze interne a skills esterne, in un’ottica di Open Innovation, riusciamo anche a diversificare il business e a soddisfare, ancora di più, i clienti di sempre. 

Un’altra partnership interessante è quella con CAEmate S.r.l. (Structural Calculations and CAE Tools, Made Easy - CAEmate) con la quale operiamo nel settore della manutenzione predittiva di strutture

Tecnologie IoT, Algoritmi di intelligenza artificiale e competenze ingegneristiche, matematiche e di programmazione ci permettono oggi di poter offrire ai clienti un gemello digitale in 3d di un’opera d’arte, permettendoci di ispezionarla virtualmente e di effettuare analisi predittive utili per valutare la “salute” dell’opera stessa.

Un’altra partnership interessante è con una startup Svizzera, HELM SA (HELM – High End Laboratories for the Metaverse (helm-labs.ch) con la quale stiamo progettando i primi Building nei metaversi. Ci occupiamo di tutta la catena del valore per portare il cliente ad avere il suo building, dalla compravendita dei terreni, alla progettazione architettonica e successiva declinazione nel metaverso scelto, fino al facility management. 

La complessità del mondo attuale, nonché la varietà di skills e competenze necessarie, richiederanno sempre di più la necessità di collaborare, sviluppando modelli di “coopetizione” piuttosto che di mera “competizione”. 

Ma oltre alle partnership avviate abbiamo anche un’apertura con il mondo dell’università e dei centri di ricerca. Siamo sponsor e facciamo parte del board dello “Startup Garage”, incubatore universitario di idee della Scuola Universitaria professionale della Svizzera italiana, per esempio. Qui lavoriamo per supportare i futuri ingegneri, ma non solo, nel portare avanti progetti che potranno anche diventare imprese durante il loro percorso accademico. Anche in questo caso l’aggettivo “contaminazione” è alla base del nostro fare innovazione. 

Siamo abilitatori del nuovo hub d’innovazione di Le Village by Ca, quello del triveneto.

Le Village è un ecosistema aperto e dinamico che sostiene la crescita delle startup e accelera l’innovazione delle aziende, grazie alla sinergia e alla connessione tra le grandi corporate, le giovani imprese, gli investitori e il Gruppo bancario Crédit Agricole.

Ultimo, ma non ultimo, vorrei citare il fondo “Pini4innovation” votato dal nostro CdA a fine 2021 e attivo da quest’anno, con il quale sosteniamo progetti legati all’innovazione e con il quale facciamo attività di Corporate Venture Capital in un modello Balance Sheet, ovvero con investimenti diretti in startup innovative. 

Il nostro settore ha bisogno di innovazione.

 

Perché l’Open Innovation?

Il modello di innovazione aperta, che si contrappone alla Closed Innovation, è oggi l’unica strada percorribile per fare, davvero, innovazione. 

Con il modello Closed l’azienda, sia essa corporate o PMI, tende ad evitare contatti, collaborazioni e contaminazioni con l’esterno internalizzando le attività di ricerca, sviluppo e innovazione all’interno del proprio sistema organizzativo. 

Questo modello di innovazione, utilizzato per buona parte del XX secolo, si basa sul concetto di protezione e controllo dell’innovazione, al fine di garantirsi un vantaggio competitivo derivante dall’erezione di vere e proprie barriere con il mondo esterno. 

Questo comporta una serie di implicazioni limitative, anacronistiche e poco funzionali se rapportate al contesto odierno, ovvero: 

  • Idee, prodotti e/o processi innovativi vengono sviluppati con il solo contributo di know-how e risorse interne all’azienda. 
  • Non è detto però che un’azienda abbia i migliori professionisti in un dato settore, non è detto che abbia quel mix. di culture, esperienze e competenze utili a favorire l’innovazione. Da ultimo non è detto che abbia un budget tale da poter affrontare progetti innovativi incrementando la possibilità di successo degli stessi; 
  • Nel momento in cui un’idea, un prodotto o un processo innovativo non viene portato a termine viene scartato e abbandonato;
  • L’innovazione deve, necessariamente, partire dall’idea ed essere sviluppata lungo tutta la catena del processo di innovazione.

Questo comporta un danno sia all’azienda sia all’ecosistema in cui essa opera in quanto, di quell’idea, prodotto o processo avrebbero potuto beneficiarne altri soggetti generando un circolo innovativo virtuoso.

Il termine Open Innovation viene coniato grazie al lavoro di ricerca e di approfondimento di Herry Chesbrough che definisce questo paradigma come: 

“Open innovation is a paradigm that assumes that firms can and should use external ideas as well as internal ideas, and internal and external paths to markets, as the firms look to advance their technology. Open innovation combines internal and external ideas into architectures and systems whose requirements are defined by a business model”

Se a livello storico il passaggio tra i due paradigmi dell’Innovazione può essere collocato verso la fine della seconda guerra mondiale, valutando quanto sopra capiamo come oggi i tempi siano maturi per la piena attuazione dell’innovazione aperta.

L’Open Innovation è quindi governata dal concetto di apertura dei confini aziendali alfine di favorire una contaminazione tra le diverse fonti dell’innovazione che porta ad una co-creazione dell’innovazione. 

Fonti dell’innovazione sono le imprese (e le startup), le università, gli enti pubblici di ricerca, le fondazioni private e le organizzazioni non profit. Le fonti dell’innovazione costituiscono un sistema complesso, all’interno del quale l’innovazione può trovare origine da uno degli attori che vi appartengono, piuttosto che da un altro, o ancora scaturire da una o più connessioni costituenti il sistema.

I vantaggi dell’Open Innovation sono innegabili, tra i più importanti posso citare: 

  • Maggiore velocità e agilità nei processi legati all’innovazione;
  • Messa a fattor comune dei migliori talenti;
  • Riduzione dei costi grazie al ricorso di soluzioni, tecniche, tecnologie già sviluppate;
  • Riduzione dei rischio nei processi e progetti legati all’innovazione;
  • Migliore risposta e grado di attuazione dei nuovi trend tecnologici; 

 

L’importanza del binomio corporate/startup

Parlando di come facciamo innovazione in Pini Group ho posto l’accento, più volte, su un particolare tipo di impresa: le startup

Ma perché le startup sono così importanti quando si parla di innovazione? Perché sono importanti per lo sviluppo economico di un intero ecosistema? 

Le aziende, sia esse corporate sia PMI, cercano tipicamente di ottimizzare i processi interni, focalizzandosi sulla ricerca di una struttura efficiente basata sulla riduzione dei costi. Dopo un periodo di espansione il raggiungimento di uno stato di “maturità” sposta il focus sul mantenimento della “velocità di crociera” all’interno del proprio settore. 

Le startup nascono con l’obiettivo di sovvertire lo status quo, con il sogno di rispondere ad un’esigenza, ad un bisogno o di risolvere un problema grazie all’innovazione. Sono organismi destrutturati che spesso creano delle soluzioni di continuità con il passato. 

Questo è sufficiente per comprendere come un amalgama di questi due mondi possa portare benefici esponenziali per entrambe le realtà.