Pitruzzella ANTITRUST - no alle tariffe, si al numero chiuso dei professionisti e incentivi fiscali
La 61° Congresso Nazionale degli Ingegneri si è parlato di “CONOSCENZA, COMPETITIVITA?, COMPETENZE NEL MERCATO DEL FUTURO”.
Chiamati a discuterne Angelo Ciribini (Consigliere Building SMART Italia) Francesco Paolo Lamantia (Scuola politecnica Universita? degli Studi di Palermo) Giovanni Pitruzzella (Presidente Autorita? garante della concorrenza e del mercato ) e Giuseppe Santoro (Presidente Inarcassa).
Per Ciribini noi abbiamo due futuri di fronte a noi da considerare in modo strategico, quello prossimo e quello remoto, e il nostro Paese sta rischiando di trasformarsi in un enclave che non considera nessuno di questi due futuri. La digitalizzazione è una sfida che non possiamo perdere. Paradossalmente è la domanda pubblica che si sta muovendo più velocemente ma è l’offerta professionale che è più indietro. Abbiamo la necessità di accelerare quindi la trasformazione dell’offerta, e probabilmente anche cambiare la struttura della stessa.
Pitruzzella è stato chiamato a parlare di tariffe, dopo la proposta lanciata da Zambrano di aprire un confronto. L’Autorità è pronta a questo confronto, ma nella certezza che con la quarta rivoluzione industriale tutto è cambiato e così anche il modo in cui si svolgerà attività professionale. Si apriranno quindi nuovi mercati ma anche nuove difficoltà: una sfida che possiamo definire mortale. Si pensi a quanto accaduto negli USA le grandi sorelle dell’auto avevano 10 anni un milione e mezzo di dipendenti, ora le tre grandi sorelle dell’ICT 130.000 dipendenti. Il cambiamento quindi creerà nuovi scenari con nuove opportunità e nuove problematiche. Questo cambiamento dovrà quindi essere governato, anche a tutela di chi resterà dietro. Per fare questo occorrerà quindi fare rete.
Belle parole, però non ha risposto al tema centrale: le tariffe.
A Lamantia è stato chiesto come debba evolvere l’università. Per il professore si deve procedere nella direzione di una certificazione della qualità dei corsi universitari. In Italia l’evoluzione accademica non potrà che procedere in modo più lento, rispetto ad altri Paesi, per la bulimia di regolamenti e l’anoressia di finanziamenti. Forse è questa l’attenzione che dobbiamo porre, non vincolare normativamente il mondo accademico in modo che non possa, poi, seguire il cambiamento. Contrario il professore al 3 + 2. Serve solo ad affaticare gli studenti. E non era un obbligo europeo.
Sulla semplificazione è intervenuto anche Pitruzzella, che evidenzia come il DIRITTO SIA OGGI INCONISCIBILE. Se non si sanno le regole da applicare è difficile potere avviare processi innovativi. La battaglia per le regole è una battaglia per la competitività.
Pitruzzella sollecitato da Pancani risponde finalmente alla domanda sulle tariffe, anche non obbligatorie: è contrario. E sostiene la risposta non solo da un punto di visto giuridico, ma perché in un mondo che si evolve si deve guardare all’innovazione non alle tariffe.
Fischi e buuu della platea.
Pancani rilancia riportando l’esempio delle certificazioni APE a 39 euro. Per Petruzzelli una concorrenza basata sulla mortificazione della professionalità è sbagliata perché se una prestazione non è correttamente pagata non può essere svolta in modo corretto ed adeguata. Come facciamo quindi per evitare che sia una guerra dei poveri ? il problema dovrebbe essere affrontato creando delle facilitazioni fiscali e dei limiti alla crescita della platea di professionisti
Prosegue la contestazione della platea.
Pancani prosegue: “Ma perché in Europa allora le tariffe ci sono ? perché in Germania ci sono ?”.
Petruzzelli fa un passo indietro: lui deve semplicemente fare applicare le regole, può essere l’ordine che fa le richieste all’organo istituzionale. Infine evidenzia che la liberalizzazione dei servizi professionali sia troppo ampia e la richiesta europea troppo spinta.
Sale a questo punto sul palco anche il presidente CNI Zambrano per tornare sul tema delle tariffe: non c’è paese al mondo in cui i professionisti hanno tanti impegni come quelli italiani: formazione e assicurazioni e preventivi e POS obbligatori. Il problema delle tariffe di riferimento è importante perché l’assimetria culturale tra committenti e offerta è troppo grande. Il committente privato ha bisogno di riferimenti, per capire se la proposta è congrua con il servizio. Si deve trovare una soluzione, la “signora Maria” ha diritto di sapere quale è il riferimento possibile, il rapporto qualità/prezzo è determinante.
Pancani non molla e Petruzzelli risponde: il modello anglosassone può essere un buon esempio. Esternalizzare servizi che oggi sono svolti all’interno della PA verso i liberi professionisti.
La parola passa a Santoro, che torna sul problema delle tariffe che richiama l’attenzione ancora di Petruzzella, che sta uscendo: un lavoratore in nero di pomodori prende 4 euro/ora, mentre un professionista CTU prende 4.17 euro/ora su cui paga contributi e tasse.
E’ vero, c’è un eccesso di offerta: una macchina universitaria che produce ingegneri per un mercato che non è in grado di recepirli. Il capitale umano è un valore fondamentale, ma se non creiamo un collegamento tra università e mercato reale finiamo per distruggere un enorme capitale umano. Abbiamo 400.000 ingegneri e iscritti agli albi, e 300.000 in arrivo. Ci sono province in cui il numero di ingegneri/architetti con partita iva è enorme. Dal 1990 il numero di iscritti a INARCASSA è cresciuto del 300% mentre negli ultimi 10 anni il reddito medio si è dimezzato.
Santoro entra anche su un punto molto importante: il 4% di Inarcassa è dovuto anche alle società di ingegneria.
Santoro spiega anche alcuni aspetti legati ai finanziamenti di INARCASSA:
• INARCASSA è entrata nel 3% di Banca di Italia: per contribuire al rilancio degli investimenti in infrastrutture.
• non è vero che INARCASSA è entrata nel fondo ATLANTE: abbiamo risposto che non ci interessa
Però evidenzia che è in atto una trattativa: se si sarà pronti a rivedere la tassazione sulle nostre pensioni le Casse di previdenza potrebbero dare un aiuto maggiore al Paese.
Interviene anche Zambrano, che riporta la proposta fatta dai Consigli Nazionali sulle Casse per un tavolo permanente di confronto sui grandi temi della professione. E per quanto riguarda gli ingegneri e architetti e la propria cassa fare un Centro Studi comune.
Santoro dichiara di essere favorevole alla proposta, per esempio all’idea di creare un unico centro studi.
Pancani chiede a Santoro a che punto sia la situazione sulla risoluzione del problema della gestione separata. Al momento INARCASSA, CNI e CNA hanno fatto una richiesta al Ministero, che ha risposto che occorre una legge apposita.
Infine le domande al pubblico:
1. E’ d’accordo che la certificazione delle competenze rappresenta un valore aggiunto per la qualifica dei professionisti: 32% per niente, solo il 45% favorevole
2. E’ favorevole a una norma che stabilisca i corrispettivi non obbligatori per la remunerazione negli appalti privati: 9% per niente, 78% è d’accordo