Professionista a partita IVA e dipendente: i requisiti per la coesistenza
Lavoro dipendente e partita IVA: quando i due redditi possono coesistere? Quali sono i contributi INPS da versare? Quali gli obblighi di comunicazione ai datori di lavoro?
Si può essere dipendenti e contemporaneamente avere una partita Iva per percepire redditi da lavoratore autonomo? Si, in alcuni casi. Le due tipologie di reddito possono convivere/coesistere ma va prestata particolare attenzione al versamento dei contributi INPS, agli obblighi di comunicazione ai datori di lavoro, al cumulo dei redditi.
Dipendenti privati
Partiamo dal presupposto cardine: un dipendente privato può aprire una partita IVA, come libero professionista o come ditta individuale/società, mantenendo in essere il proprio lavoro-dipendente a patto che non vi sia concorrenza tra i lavoro svolto come dipendente e quello a partita IVA, se il contratto lo vieta espressamente. In assenza di divieto, no problem. Non c'è neanche bisogno di comunicare al datore di lavoro l'apertura della partita IVA, anche se il consiglio è di avvisare comunque l'azienda.
Perché? Semplice: l'art.2105 del Codice Civile prevede l'obbligo di fedeltà del lavoratore di non trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l'imprenditore, né divulgare notizie attinenti all'organizzazione e ai metodi di produzione dell'impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio. Se si viola quest'obbligo, può scattare il licenziamento per giusta causa con risarcimento dei danni da parte del lavoratore al datore di lavoro.
In merito, invece, agli obblighi previdenziali, le contribuzioni cambiano a seconda dei casi:
- lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (almeno 26 ore a settimana) che avvia un'attività commerciale: se il lavoro da dipendente è prevalente sia in termini di reddito che di tempo impiegato, non è necessaria l'iscrizione alla Gestione commercianti dell'INPS né il versamento di ulteriori contributi. L'INPS invierà alla 'nuova partita IVA' una comunicazione, ma basterà rispondere elencando i motivi che prevedono la cancellazione dell’iscrizione e provando l’esistenza del rapporto di lavoro dipendente allegando una copia dell’ultima busta paga percepita;
- lavoratore dipendente che avvia un'attività da libero professionista: obbligo di iscriversi alla gestione separata INPS versando il contributo proporzionale del 18%;
- lavoratore dipendente a tempo determinato che avvia un'attività commerciale: è necessario valutare se complessivamente nel corso dell'anno il periodo trascorso come lavoratore dipendente può essere o meno considerato prevalente rispetto all'attività commerciale esercitata.
Dipendenti pubblici
Diverso è il caso di un dipendente pubblico, che di regola NON può prestare altra attività lavorativa oltre a quella per l'ente pubblico. Si badi bene che il divieto non riguarda tanto l'apertura della partita IVA in se (non esiste norma che la vieti, visto che si tratta di una richiesta di attribuzione di un numero che indicherà l'attività del soggetto e che sarà determinante per il pagamento di imposte e tributi), quanto il rispetto dell'esclusività del rapporto di lavoro con l'amministrazione pubblica, secondo il quale quindi il dipendente è obbligato a prestare la propria attività lavorativa solo nei confronti della PA da cui dipende.
L'apertura della partita IVA viene concessa solo in alcuni casi: per esempio, possono aprire una partita IVA e quindi lavorare in proprio, i dipendenti pubblici part time con prestazione lavorativa non superiore al 50% e i docenti, che possono esercitare la libera professione. Questa possibilità è concessa sempre che il lavoro autonomo non pregiudichi il corretto espletamento dei compiti istituzionali.
Un altro caso in cui è possibile esercitare altre attività, é in occasione di incarichi sporadici: in questo caso però il dipendente pubblico non aprirà partita IVA, ma potrà prestare attività occasionali e che non abbiano interferenza alcuna con l'impiego pubblico.
In definitiva: un dipendente pubblico può aprire partita IVA solo ed esclusivamente se il suo contratto pubblico è part-time al 50% o inferiore, quindi da 18 ore settimanali a scendere e solo se non contrasta con il principi di esclusività ed incompatibilità del Pubblico impiego.