Professionisti: ecco le spese scaricabili col regime forfettario
Il regime forfettario sostituisce il vecchio regime dei minimi e rappresenta anch'esso un regime agevolato per le partite IVA: ecco come si applica ad IVA e fatture
Molti professionisti che aprono la partita IVA scelgono il regime forfettario per risparmiare sulle tasse. Questo, però, comporta la rinuncia alle consuete detrazioni e alla deduzione delle spese del professionista sui beni strumentali: ecco perché bisogna conoscere molto bene la materia per prendere la decisione più corretta.
In primis, ricordiamo che il regime forfettario sostituisce il vecchio regime dei minimi e rappresenta anch'esso un regime agevolato per le partite IVA. Ma come si applica ad IVA e fatture? Vediamo.
Beni strumentali
Il costo dei beni strumentali (ad. es. software di progettazione) sui quali si paga l'IVA non è detraibile, perché il regime forfettario prevede l'aliquota fiscale fissa da applicare al fatturato, calcolato in base a un meccanismo preciso che non prevede detrazioni. L'unica eccezione è determinata dai contributi previdenziali, che sono l'unica voce deducibile.
Pertanto, quando si pianificano acquisti in strumentazione e software, bisogna considerare che la permanenza nel regime forfettario è condizionata anche a un tetto di valore degli stessi beni strumentali, che non può 'sforare' i 20 mila euro.
Calcolo imposte nel regime forfettario
Per un professionista, il tetto di reddito annuale è pari a 30 mila euro. Per calcolare l'imponibile bisogna moltiplicare il reddito per il coefficiente corrispondente alla categoria dei professionisti, che è il 78%. A questo punto, l'unica voce che può detrarre è quella relativa ai contributi previdenziali. Si ottiene così l'imponibile netto, al quale applica l'aliquota del 15% per calcolare l'imposta.