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Pubblicato dal CNI uno studio sulla condizione occupazionale dei laureati in ingegneria

Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha pubblicato lo studio “La condizione occupazionale dei laureati in ingegneria in Italia”.

La crisi si fa sentire anche tra gli ingegneri

Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha pubblicato lo studio “La condizione occupazionale dei laureati in ingegneria in Italia”.

I laureati in ingegneria cominciano a sentire gli effetti della congiuntura negativa. Il tasso di disoccupazione che nel 2011 era addirittura diminuito rispetto all’anno precedente, torna ad aumentare e raggiunge il 4,4%, secondo valore più elevato toccato negli ultimi sette anni.
Non finisce qua. Oltre ad aumentare la quota di persone in cerca di lavoro, risulta in crescita anche la fetta di popolazione che scoraggiata dalla situazione contingente, ha abbandonato la ricerca di un’occupazione: 20,8% contro il 19,7% del 2011.

Di conseguenza nel 2012 in Italia risultano circa 16mila ingegneri in più rispetto a quelle che sono le richieste del mercato. Per la prima volta, inoltre, il saldo occupazionale è negativo in tutte le aree geografiche: anche le imprese del Nord-Ovest, da sempre particolarmente ricche di possibilità occupazionali, risentono della crisi: nel 2012 si registrano circa 3mila posti in meno rispetto al numero di ingegneri disponibili. Particolarmente critica, ancora una volta, la situazione nelle regioni meridionali dove il surplus di ingegneri sfiora gli 8mila individui.

Sono questi i principali risultati emersi dalla consueta analisi del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui dati riguardanti la condizione lavorativa della popolazione italiana laureata in ingegneria. Una popolazione che tuttavia continua a crescere senza soluzione di continuità: nel 2012, il numero di laureati in ingegneria residenti in Italia ha superato le 615 mila unità, circa 23mila in più rispetto al 2011. A conferma di una tendenza ormai in atto da diversi anni, è sempre più consistente la componente femminile, sebbene quella dell’ingegnere resti una professione a forte prevalenza maschile. Il numero di donne laureate in ingegneria in Italia arriva a sfiorare le 100mila unità, pari al 15,5% del totale degli ingegneri.

Anche se la condizione occupazionale degli ingegneri si rivela ancora una volta migliore rispetto ad altre categorie professionali, è pur vero che i risultati sono meno brillanti rispetto agli anni precedenti. Ad esempio nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni, il tasso di occupazione è pari al 94,1%, risultato indiscutibilmente positivo, ma pur sempre inferiore al 96,1%, registrato nel 2011. La flessione in atto non è tuttavia omogenea su tutto il territorio nazionale: mentre nelle regioni del Nord Italia il tasso di occupazione dei laureati ingegneria passa dall’81,9% del 2011 all’80,2% del 2010, il quadro assume contorni più negativi nelle regioni del centro Italia, in cui la quota di occupati passa da quasi il 78% del 2011 al 72,2% del 2012. Quasi inaspettatamente, al contrario, nelle regioni del sud Italia, la situazione appare migliore rispetto agli anni precedenti, visto che il tasso di occupazione risulta in aumento: 68,8%, valore comunque inferiore rispetto alle altre aree, ma pur sempre migliore del 67,4% rilevato l’anno precedente.

La situazione resta, rispetto al 2011, sostanzialmente stabile per quanto concerne la distribuzione tra occupati alle dipendenze e lavoratori autonomi, con una netta predominanza dei primi: quasi 3 ingegneri su 4 infatti lavora in qualità di dipendente presso un ente pubblico o una azienda privata.
 

Fonte: Ufficio Comunicazione Centro Studi CNI