Superbonus | Cessione del Credito | Incentivi
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Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito: Superbonus, perchè si è arrivati a questo punto?

Il Dl176 sta ricevendo numerose critiche dagli operatori del settore edile, gli stessi che erano stati rassicurati dall'Agenzia dell'Entrate, che aveva specificato come il credito d'imposta relativo al Superbonus avrebbe potuto essere ceduto illimitatamente a qualsiasi soggetto, condizioni che poi però sono cambiate col passare del tempo arrivando al blocco del mercato dei crediti, che ha messo in seria difficoltà i professionisti.

Decreto 176, pioggia di critiche dai professionisti del settore

In queste ore leggo vari commenti, successivi alla pubblicazione del Decreto Legge 176, in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 novembre. Neanche uno positivo, da parte degli operatori del settore.
Molti di noi hanno creduto nel Superbonus 110 e hanno speso un sacco di energie, di tempo, di passione e di delusione
.
Come abbiamo potuto finire in un pantano del genere?
Riavvolgiamo il nastro
, cercando di mettere a fuoco alcuni passaggi.
Partiamo dal 24 luglio 2020, pochi giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta delle legge di conversione al DL 34/2020 (avvenuto il 18 luglio 2020).

L’Agenzia delle Entrate pubblica sul proprio sito il documento “L'Agenzia informa – Superbonus 110”, in cui leggiamo le seguenti prese di posizione, vestite da FAQ:

D1. Quante volte può essere ceduto il credito di imposta?
R.1 Il credito d’imposta potrà essere ceduto illimitatamente a qualsiasi soggetto.

D2. Se un soggetto acquisisce un credito d’imposta, ma durante i controlli dell’ENEA o dell’Agenzia delle Entrate viene rilevato che il contribuente non aveva diritto alla detrazione, quel soggetto perde il credito che ha ricevuto?
R2. No, il cessionario che ha acquistato il credito in buona fede non perde il diritto ad utilizzare il credito d’imposta.

Considerata l’autorevolezza della fonte e la fermezza nell’affermazione, tutti ci siamo sentiti rassicurati: in effetti la transazione dei crediti di imposta generati dagli interventi del Superbonus, effettuati da Condòmini e persone fisiche, sarebbero transitati dal portale dell’Agenzia delle Entrate, che ne avrebbe tracciato tutto il percorso attraverso i codici fiscali di cedente e cessionario, supportato dal codice identificativo ASID che contraddistingue ogni asseverazione depositata sul portale ENEA.

Invece è capitato che proprio il direttore dell’Agenzia delle Entrate esattamente un anno fa lancia l’allarme su possibili frodi totali (nel senso che sono stati generati crediti per interventi inesistenti) nell’ambito degli incentivi fiscali relativi ad interventi edilizi.
Ci saremmo aspettati, invece, che l’Agenzia delle Entrate ci comunicasse che grazie alla piattaforma di gestione dei crediti, a fronte del tentativo di frode, tutte le operazioni relative ai soggetti che hanno partecipato alla frode sono state immediatamente individuate e bloccate ed attivati serrati controlli su tutte le altre operazioni attuate da tutti i soggetti coinvolti.

La piattaforma di trasmissione dei dati

Invece ci siamo tutti resi conto che:

  1. la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate ha escluso la gestione dei crediti di imposta generati dalle spese effettuati dai Condomìni, “pretendendo” che tutti crediti generati da interventi su parti Comuni e quindi fatturati al Condominio (interpretando arbitrariamente la normativa che espressamente prevede i Condomìni, tra i soggetti beneficiati della norma) transitassero dai singoli condomini. Così operando, il credito generato dalla fattura emessa a favore del Condominio è presente nel cassetto fiscale di chi fornito la prestazione non per il reale valore, ma frazionato per il numero dei beneficiari (in un caso che ho personalmente seguito una fattura emessa al Condominio dall'impresa esecutrice per un importo pari di € 1.200.000, non ha generato cinque crediti annuali di importo pari ad € 240.000, ma 645 crediti - il condominio aveva 129 appartamenti - da € 1.860). Comprensibile capire la difficoltà di controllare i crediti “avvelenati”, anche alla luce del fatto che fino a novembre 2021 vigeva la regola che “Il credito d’imposta potrà essere ceduto illimitatamente a qualsiasi soggetto”. Era difficile prevederlo? E’ stata effettuata, da chi ha progettato la procedura del Superbonus 110, una seria analisi dei rischi. Evidentemente no.
  2. Da una certa data l’Agenzia distingue i crediti tracciabili da quelli non tracciabili. Per quale motivo, quando ogni asseverazione è da sempre contraddistinta da un codice ASID generato dal portale ENEA e indicato nel modello di cessione, caricato dai fiscalisti sul portale dell’Agenzia delle Entrate? Si sconta forse l’errore di avere due portali (ENEA ed Agenzia delle Entrate) che non dialogano? Noi professionisti tecnici carichiamo tutti i dati sul portale dell’ENEA, passiamo poi copia dell’asseverazione ENEA (trattasi di documento in formato .pdf!) al fiscalista, che deve caricare gli stessi dati sul portale dell'Agenzia delle Entrate. Quanti errori di trascrizione ci saranno, ad esempio, nei codici fiscali e negli importi relativi ad ogni beneficiario?
    Quanto hanno rallentato, tali scelte, la possibilità di effettuare controlli?
    La sensazione provata da noi operatori è simile a quella che si può provare durante una partita di calcio quando, convinti di aver in difesa il miglior portiere del campionato, ci si rende invece conto, dopo una serie di grossolane papere, di avere alle proprie spalle niente altro che un brocco patentato.

Evidente il danno creato allo Stato da questa situazione.

L’abuso del Superbonus

Il Superbonus ha avuto un difetto genetico, ben evidenziato da ultimo anche dall’attuale Presidente del Consiglio, nell’aliquota pari al 110% delle spese, che ha deresponsabilizzato del tutto il cittadino nel controllo della spesa.
Ma è anche vero che l’uso distorto dei listini di riferimento ed il ricorso ad interventi catalogati come “sismabonus”, ha portato alla esecuzione di lavori che in alcuni casi hanno superato i 200.000 euro per ogni appartamento (personalmente ho rilevato questi valori in interventi effettuati da Gencos110 e Fenice Benefit). Cifra assolutamente non credibile e fuori da ogni logica.

Il mercato dei crediti fiscali - il ruolo dei professionisti

La condizione del mercato dei crediti fiscali è drammaticamente sotto gli occhi di tutti.
Le banche, con tanta difficoltà, centellinano crediti solo a favore di imprese strutturate e per importi significativi.
Quando le banche chiudono entrano in gioco altri soggetti che propongono pessime condizioni di acquisto.
Quando il Superbonus 110 vide la luce, la Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri Lombardi (CROIL) si era attivata perché le banche riconoscessero la possibilità anche per i professionisti di poter operare mediante sconto di fattura e successiva cessione alle banche del credito di imposta generato..

La CROIL fece questo consapevole del ruolo strategico affidato dal DL 34 al professionista (l’unica figura coinvolta cui viene chiesta una asseverazione tecnica ed economica garantita da una assicurazione che tuteli il valore delle opere e del relativo credito di imposta) e della necessaria indipendenza dello stesso, garantita dal fatto che potesse offrire prestazioni professionali direttamente al cliente finale, con le stesse condizioni finanziarie offerte dalle imprese esecutrici (mediante lo sconto in fattura).

Con il blocco del mercato dei crediti di un anno fa, avvenuta senza alcun preavviso e nel mezzo dell'esecuzione dei lavori, nessun professionista è stato più in grado di cedere i crediti derivanti da sconto effettuato in fattura, nonostante l’impegno manifestato preliminarmente dalla banche all'acquisto dei crediti stessi.

I professionisti si sono così trovati di fronte a scelte difficili:

• mantenere l’impegno nei confronti del cliente finale e continuare ad emettere fatture con sconto in fattura (consapevoli che avrebbero solo alimentato il cassetto fiscale);
• rinunciare all’incarico;
• accettare la possibilità di essere compensati dalle imprese esecutrici, mediante lo strumento del mandato con o senza rappresentanza.

Chi non ha rinunciato all'incarico, ha tenuto duro fino a che ha potuto nella emissione di fatture con sconto in fattura. Alla fine tutti i professionisti che conosco hanno accettato il pagamento da parte delle imprese esecutrici.
Tutto lecito e deontologicamente corretto.
Il sistema ne ha guadagnato in trasparenza e qualità?
Qualcuno si è posto il problema?


L'ARTICOLO CONTINUA...

Nei prossimi paragrafi si parlerà della "pezza" che si è provato a mettere con il decreto 176 e le conclusioni "poco ottimistiche" dell'autore dell'articolo.

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