Regolamento edilizio unico: la Puglia lo pubblica sul BUR con 53 definizioni uniformi
Il regolamento edilizio tipo della Regione Puglia, approvato lo scorso dicembre e pubblicato sul BUR dell'11 gennaio 2018, reca 53 definizioni uniformi, 11 in più rispetto a quelle nazionali
Il regolamento edilizio unico (o tipo) è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 6 suppl. del 11-1-2018: la deliberazione della giunta regionale 2250/2017 del 22 dicembre reca infatti l"Intesa, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n.131, tra il Governo, le Regioni e i Comuni del 20 ottobre 2016, recante l’approvazione del Regolamento Edilizio Tipo (RET). Recepimento regionale. Integrazioni e modificazioni alle deliberazioni della Giunta Regionale n. 554/2017 e 648/2017. Approvazione dello Schema di Regolamento Edilizio Tipo".
Va segnalato che il regolamento edilizio tipo pugliese (disponibile in allegato) vanta ben 53 definizioni uniformi, 11 in più delle 42 'standard' a livello nazionale.
Il regolamento, all'art.6, dispone che che i Comuni, con Deliberazione di Consiglio Comunale, devono adeguare i propri regolamenti edilizi comunali allo Schema di regolamento edilizio tipo allegato alla Deliberazione entro il termine 31 dicembre 2017, e che, decorso infruttuosamente tale termine, il regolamento edilizio comunale che non sia stato medio tempore adeguato, cessa di avere effetto nelle parti incompatibili con lo Schema di regolamento tipo, così come disposto dalla LR. n. 46/2017.
Il punto sul recepimento in Italia
In totale sono 7, su 20, le regioni che allo stato attuale hanno recepito il regolamento edilizio unico (o regolamento edilizio tipo) che si riferisce all'Intesa della Conferenza Unificata n. 125/CU del 20 ottobre 2016 ed è finalizzato a uniformare e semplificare le norme e gli adempimenti in materia. In merito, ricordiamo che il termine per il recepimento da parte delle Regioni ordinarie è scaduto lo scorso 18 aprile.
Segnaliamo, in merito, l'aggiornamento al 7 dicembre del Dossier ANCE dedicato, ricordando che in alcune regioni che si erano già adeguate (Campania, Lazio e Liguria) i termini per l'adeguamento comunale sono scaduti. In Liguria il regolamento edilizio redatto dal Comune della Spezia è stato utilizzato come modello per tutti i Comuni della Regione affinché fossero rispettati i termini imposti dalla delibera regionale.
Regolamento edilizio unico: cos'è
Ricordiamo che le 42 definizioni uniformi (contenute nell’Allegato A al regolamento), trattano in pratica tutte quelle comuni, dalla "superficie netta" alla “superficie utile”, dal “soppalco” alla “sagoma”, oppure anche solo “l’altezza dell'edificio”.
L’Allegato B elenca invece 118 norme statali che hanno un impatto sull'edilizia: nel nuovo regolamento comunale, in ogni caso, qualsiasi norma statale viene richiamata esclusivamente attraverso il rinvio all'Allegato B.
Il regolamento edilizio tipo si articola pertanto in due parti:
- Principi generali e disciplina generale dell'attività edilizia;
- Disposizioni regolamentari comunali in materia edilizia.
Tra i principi generali, sono compresi la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi, la definizione degli interventi edilizi e delle destinazioni d’uso, le procedure da seguire per ottenere e depositare i titoli abilitativi, la modulistica unificata completa di elaborati da allegare, i requisiti generali delle opere edilizie, cioè limiti di altezza, densità e distanze tra edifici, le regole per gli immobili vincolati.
Le disposizioni regolamentari comunali contengono invece le procedure interne, le norme su qualità, sostenibilità e requisiti tecnici complementari. In ogni caso, gli da perseguire riguardano semplificazione, igiene pubblica, estetica, incremento della sostenibilità ambientale, superamento delle barriere architettoniche e riqualificazione urbana.
Tempistiche e recepimento
La Regioni avevano 180 giorni (termine massimo, scadenza 18 aprile 2017) per adeguarsi al regolamento: in caso di recepimento, il comune è a sua volta obbligato ad adottarlo entro i successivi 180 giorni. In assenza di recepimento ufficiale, scaduti i 180 giorni, le definizioni uniformi e le norme sovraordinate (statali e regionali) “trovano diretta applicazione”.
Se invece le regioni non si adeguano entro la scadenza - ma non sono previste sanzioni - il comune può recepire il regolamento ma non è obbligato a farlo. E, in ogni caso, Il recepimento delle definizioni uniformi non comporta la modifica degli strumenti urbanistici vigenti, che continuano ad essere regolate dal piano comunale vigente.