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Ripensare la città dopo la pandemia, come? Il nuovo libro di Alfonso Femia e Paul Ardenne

Qual è la grande incognita della città travolta dalla Covid-19? Lo spazio pubblico? I parchi chiusi? La scuola? La casa, salvifica prigione dei lockdown sanitari? Il retail che langue?

Per risolvere i problemi è necessario identificarli con chiarezza ed è questo il primo contributo della riflessione in forma di libro scritto a quattro mani da Alfonso Femia e Paul Ardenne.

Nel libro, gli autori indagano la relazione tra pandemia e vulnerabilità, i percorsi attuabili per riadattare la città alla mutazione, puntando l’attenzione su scuola e habitat come motori dell’evoluzione. 

 

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Il nuovo libro di Alfonso Femia e Paul Ardenne

L'architetto Alfonso Femia e lo storico dell’arte e della cultura Paul Ardenne, nel volume di 96 pagine, analizzano il tema della vulnerabilità pandemica e pre-pandemica, con la necessità di trovare nuove formule di convivenza attraverso l’urbanistica e l’architettura.

Il tutto affrancandosi dalla genericità degli scenari a metà tra distopia e utopia di cui hanno dibattuto, nel corso dell’anno pandemico, architetti e urbanisti, filosofi e sociologi. 

Quattro le questioni esaminate e strettamente connesse: la relazione tra pandemia e vulnerabilità; i percorsi attuabili per riadattare la città alla mutazione; scuola e habitat come motori dell’evoluzione.

  1. Pandemia e vulnerabilità
  2. Ripensare la città, riadattarla
  3. La scuola al centro della città
  4. L’habitat, controbilanciare la riflessione

Non accostatevi alla lettura di questo libro se pensate che contenga una ricetta miracolosa per la città.

 

Progettare una "città buona" è un impegno collettivo

Nessuna pozione magica, nessuna soluzione istantanea: per progettare una “città buona” serve la collaborazione di tutti quelli che la vivono e che, abitando, lavorando, divertendosi e studiando, condizionano e condividono architettura e luoghi, emozioni e sentimenti.

Il libro si focalizza sulla parola “tutti” e non è un passaggio così scontato: tutti, in egual misura, devono essere messi nella condizione di interagire con la città: i giovani (il mondo non è però solo dei giovani), gli anziani (con il loro sostanziale diritto ad abbandonare la fretta) i bambini, i soggetti vulnerabili per sesso e salute. L’obiettivo collettivo è che il vocato benessere sia democratico e rispettoso dell’ambiente.

La città è “buona” se riesce a essere care ed ecologica.

Per questa “città buona” è necessario che tutte le generazioni si impegnino alla ricerca del miglior habitat possibile, facendo del senso civico la missione individuale e comunitaria.

 

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L’attenzione dedicata alla grafica e al corredo iconografico riflette quella che dovrebbe essere la cura verso “la città buona” e integra visivamente i contenuti.

I disegni sono di Gigi Pescolderlung, studio Tapiro, ancora una volta in dialogo con Alfonso Femia intorno alla città e all’architettura. Studio Tapiro si è occupato anche della direzione artistica del libro realizzata con AF*Design.

Ogni immagine è insieme denuncia e soluzione delle situazioni che descrivono la città: l’habitat, la solidarietà, la responsabilità, la generosità, la fragilità, le scuole, la vulnerabilità, il tempo breve, il tempo comune, l’equilibrium, la società empatica, l’educazione sentimentale, la “città giusta”, la “città buona”, la “città umana”, la città anello sensibile e fragile tra la dimensione intima e quella collettiva; il miglioramento della vita delle persone, il desiderio, la generosità e la responsabilità, la società complessa, multiculturale e connessa, il vivere tra passato futuro, il futuro nel presente.

In copertina, l’angelo de’ La Bonne Ville, una sorta di profilo autorevole che veglia sulle azioni coordinate di architetti, urbanisti e amministratori nel processo di trasformazione della città.


"La città buona. Per un'architettura responsabile", scritto da Alfonso Femia e Paul Ardenne, è edito da Marsilio, per l’edizione italiana, e da AMM/Anteprima per quella francese.

 

Chi è Alfonso Femia

Alfonso Femia è fondatore dello studio Atelier(s) Alfonso Femia. Tra i suoi progetti più recenti ricordiamo i Frigoriferi Milanesi (2009), l’Università IULM di Milano (2015), i Docks di Marsiglia (2015), la nuova sede di BNL-BNP Paribas a Roma (2016), gli alloggi i Giardini di Gabriel ad Asnières-sur-Seine, la Dallara Academy a Parma (2018), gli alloggi Urbagreen a Romainville (2019), l’edificio The Corner a Milano (2019) e la Maison d’Action Publique presso l’università di Annecy.

 

Chi è Paul Ardenne

Paul Ardenne è storico dell’arte e della cultura. Autore di numerose monografie su architetti e di uno studio sull’urbanistica contemporanea (“Terre habitée”, 2010), cura la rubrica “Blockbuster” sulla rivista “Archistorm” (Parigi).


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