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Soluzione alternativa per la verifica delle distanze di separazione: un caso pratico con la FSE

Un caso pratico con la Fire Safety Engineering

Soluzione alternativa per la verifica delle distanze di separazione

Un caso pratico con la Fire Safety Engineering

 

 

La compartimentazione nel DM 18 ottobre 2019

Con il DM 18 ottobre 2019 le misure sulla propagazione dell'incendio verso compartimenti della stessa attività e verso le attività limitrofe sono diventate decisamente più complesse da applicare. Più variabili e più valutazioni da parte del professionista antincendio. Vediamo in questo articolo alcuni spunti per una progettazione di dettaglio della strategia S.3 Compartimentazione.

 

Soluzioni conformi per il livello di prestazione II

Al fine di limitare la propagazione dell’incendio verso altre attività il Codice ci dice che deve essere impiegata almeno una delle seguenti soluzioni conformi:

a) inserire le diverse attività in compartimenti antincendio distinti, come descritto nei paragrafi S.3.5 ed S.3.6, con le caratteristiche di cui al paragrafo S.3.7: utilizzato in caso di altre attività adiacenti.

b) interporre distanze di separazione su spazio a cielo libero tra le diverse attività, come descritto nel paragrafo S.3.8:utilizzato nei confronti dei confini dell’attività e dei depositi di materiale combustibile a cielo libero (non più dagli edifici come previsto nella prima versione del Codice).

 

Inoltre, al fine di limitare la propagazione dell’incendio all’interno della stessa attività deve essere impiegata almeno una delle seguenti soluzioni conformi:

 

a) suddividere la volumetria dell’opera da costruzione contenente l’attività, in compartimenti antincendio, come descritto nei paragrafi S.3.5 ed S.3.6, con le caratteristiche di cui al paragrafo S.3.7: utilizzato per creare compartimentazione all’interno della stessa attività.

b) interporre distanze di separazione su spazio a cielo libero tra ambiti della stessa attività, come descritto nel paragrafo S.3.8. (L’applicazione di questo comma risulta di non facile determinazione. Le soluzioni possono essere ricercate nell’applicazionedelle indicazioni di cui alle circolari DCPST n°5643 del 31 marzo 2012 e DCPST n°5043 del 15 aprile 2013 recanti guida tecnica su “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”).

Superfici vulnerabili di chiusura esterna del compartimento

Per limitare la propagazione dell’incendio sulle facciate continue, si fa riferimento al punto S.3.5.6 dell’DM 18/10/2019. Il paragrafo riporta che, l’adozione di particolari tipi di superfici di chiusura verso l’esterno non deve costituire pregiudizio per l’efficacia della compartimentazione di piano o di qualsiasi altra compartimentazione orizzontale e verticale presente all’interno dell’edificio.

Al fine di rispettare tale requisito si è fa riferimento alle circolari DCPST n°5643 del 31 marzo 2012 e DCPST n°5043 del 15 aprile 2013 recanti guida tecnica su “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”.

Propagazione orizzontale dell’incendio

Fascia di separazione verticale tra i compartimenti (propagazione orizzontale dell’incendio)

La porzione della facciata avente uno o più elementi costruttivi resistenti al fuoco deve essere costituita da una sporgenza di profondità “b” rispetto alla superficie esterna della facciata e larghezza “a”, quest’ultima uguale o superiore alla larghezza del muro di separazione tra i compartimenti.

La somma delle dimensioni “2b+a” deve essere uguale o superiore ad un metro. 

 

Figura 1–Esempi di separazione verticale

Comp.1 e Comp.2 possono essere visti anche come "attività in oggetto" ed "altra attività", pertanto è un requisito che si aggiunge alla separazione almeno EI60 in alcuni casi.

 

Facciate formanti un diedro (a contatto o no)

Quando l’angolo formato dalle superfici esterne di due facciate o parti delle facciate è compreso tra 0° (facciate un davanti all’altra) e 180°, la minima distanza (in metri), misurata tra le porzioni che non presentano requisiti di resistenza al fuoco in conformità alle specifiche modalità di valutazione previste, deve essere pari a:

 

 

Dove d1 assume diversi valori in base all’altezza antincendio h dell’edificio.

 

 

 

Figura 2–Esempi di facciate formanti un diedro

 

Propagazione orizzontale dell’incendio

In caso di compartimentazione verticale, ovvero dove il locale inferiore risulta separato da solaio REI da quello superiore, è necessario rispettare requisiti aggiuntivi.

 

Fascia di separazione orizzontale tra i compartimenti (propagazione verticale dell’incendio)

 

La porzione della facciata (fascia) avente uno o più elementi costruttivi resistenti al fuoco è costituita da (Schemi A e B): una sporgenza orizzontale continua a protezione della parte della facciata situata al di sopra del solaio, di larghezza “a” uguale o superiore a 0,6 m, raccordata al solaio ovvero:

 

- un insieme di elementi come di seguito descritti:

• una sporgenza orizzontale continua a protezione della parte della facciata situata al di sopra del solaio di larghezza “a”, raccordata al solaio;

• un parapetto continuo di altezza “b” al piano superiore, raccordato al solaio;

• un architrave continuo di altezza “c”, raccordato al solaio.

 

La somma delle dimensioni a, b, c e d (spessore del solaio) deve essere uguale o superiore ad un metro; ciascuno dei valori a, b o c può eventualmente essere pari a 0.

 

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>> Si ringrazia FSE Progetti per la collaborazione

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