Stima del mercato delle coperture piane (roofing) in Italia: focus su membrane flessibili prefabbricate
Stima del mercato delle coperture piane (roofing) in Italia, con particolare riferimento alle membrane flessibili prefabbricate in bitume polimero e sintetiche in PVC-P e TPO/FPA/FPO
Premessa
Questa ricerca vuol essere un modesto contributo dello scrivente al mondo delle impermeabilizzazioni, in cui lavora da oltre 40 anni, con grande passione ed è stata condotta, con l’aiuto di qualche Produttore di membrane flessibili e di pannelli termoisolanti, delle Associazioni di Produttori di membrane flessibili e materiali termoisolanti, ma soprattutto con l’aiuto delle Associazioni degli Applicatori e anche con la mia diretta esperienza professionale (prima nell’applicazione, poi nella commercializzazione di membrane impermeabili e attualmente nella consulenza, riguardante la progettazione dei sistemi impermeabili).
I risultati si basano, in particolare, sui dati di produzione del 2016, al momento i più attendibili e ad un questionario inviato a 33 Soggetti Impermeabilizzatori di varia dimensione e fatturato, comunque rappresentativi del mercato Italiano, per poter meglio capire con quali tipologie diverse di coperture si sviluppa il loro lavoro.
Ovviamente una ricerca effettuata direttamente dalle Associazioni di Produttori di membrane flessibili, magari anche in modo congiunto, con maggiori mezzi e organizzazione, contattando un numero molto più elevato di Applicatori (es. 300), avrebbe portato a risultati sicuramente più precisi di quelli riportati in questa relazione.
Lo scrivente si dichiara fin d’ora disponibile a collaborare con suddette Associazioni, per riorganizzare l’indagine su livelli d’inchiesta maggiori.
Per quanto riguarda gli Applicatori, per poter analizzare in modo più corretto le loro risposte, ad ognuno, indipendentemente dalle capacità progettuali ed esecutive, ma solo in funzione del suo fatturato e quindi del quantitativo di membrane acquistate e posate in opera, è stato attribuito un “coefficiente d’influenza di mercato” variabile da 0,5 a 5, per differenziare proporzionalmente il loro effettivo contributo al mercato delle impermeabilizzazioni delle coperture (ci sono applicatori che fatturano 1 milione di euro e altri che ne fatturano 10).
Quanto di seguito riportato non vuole assolutamente essere una ricerca di tipo statistico, ma semplicemente una “stima tipologica e quantitativa” riguardo alcuni aspetti importanti del mercato italiano delle impermeabilizzazioni delle sole coperture (roofing), quindi i dati devono essere sempre intesi con un “ampio margine di tolleranza”.
Nota: Talvolta personalmente, durante la stesura di questo documento, mi sono trovato a non condividere certi dati che risultavano dalla mia inchiesta e in qualche caso l’ho anche precisato (vedere isolanti termici), ma ho cercato comunque sempre di essere il più obbiettivo possibile e quando non disponevo di dati certi (esempio dati di produzione delle membrane relativi al 2016) mi sono attenuto ai dati mediati comunicatimi dai 33 Applicatori interpellati.
A. Chi acquista ed applica le membrane in Italia
In Italia, vi sono circa 5000 Soggetti (Imprese, Artigiani, ecc.) che hanno nel loro oggetto sociale la parola “impermeabilizzazioni” e che quindi si presume che in qualche modo si occupino “anche” di Impermeabilizzazioni.
A questi si aggiungono sicuramente altri numerosi Soggetti (probabilmente oltre 3000) che acquistano, magari solo saltuariamente, per motivi vari, membrane in bitume polimero.
Oggi le membrane flessibili sono infatti acquistabili, da chiunque, anche presso la grande distribuzione e addirittura sul Web.
Di suddetti 5000 Soggetti + il numero indefinito (3000?) di altri possibili utilizzatori, in particolare circa 2000 sono quelli che invece hanno le impermeabilizzazioni tra le loro principali attività.
Di questi 2000 circa 1500 + tutti gli altri impermeabilizzatori saltuari, precedentemente citati, acquistano usualmente i Prodotti dai circa 8000 Rivenditori di materiali Edili, che trattano membrane impermeabilizzanti, in quanto, per dimensione, la maggior parte dei loro lavori necessitano di prodotti sfusi (acquistati a rotolo, latte, sacchi, ecc.).
L’acquisto diretto dal Produttore per suddetti Soggetti, avviene solo per particolari lavori e in particolari circostanze, cioè solo quando il quantitativo di prodotto di cui necessitano, giustifica un acquisto per bancali interi di membrana o altro prodotto e magari anche un trasporto diretto presso il cantiere dove dovranno essere posti in opera.
I rimanenti 500 Soggetti sono quelli più strutturati; dispongono di personale operaio ed impiegatizio assunto, attrezzature specialistiche, mezzi di trasporto, ecc. e quindi normalmente acquistano direttamente dal Produttore.
Questi Soggetti “impermeabilizzatori strutturati” sono distribuiti in numero variante da 5 a 10 per ognuna delle 80 province italiane, in funzione della loro dislocazione e regione di appartenenza.
A titolo informativo, le membrane in bitume polimero acquistate, dagli Applicatori Strutturati direttamente dal Produttore, corrispondono mediamente al 50% della produzione, mentre il restante 50% della produzione è acquistato, come già accennato, attraverso i Rivenditori.
Per quanto riguarda invece le membrane sintetiche praticamente per il 100% vengono acquistate dagli Applicatori, particolarmente Strutturati, sempre direttamente dal Produttore.
I 500 Soggetti Impermeabilizzatori (di qualsiasi dimensione, fatturato e ragione Sociale), in linea di massima sanno applicare i prodotti che compongono un sistema impermeabile, ma non più di 70-80 di loro conoscono le Normative, i Codici di Pratica, e le altre Documentazioni Tecniche, diffuse da Associazioni e Produttori e quindi sono davvero in grado “progettare” a “regola d’arte” un sistema impermeabile e/o “inventare/proporre”, quando necessario, soluzioni alternative a quanto indicato in capitolato o richiesto dal proprio committente.
Di questi circa 70-80 ancora meno sono davvero in grado di “inventare”, cioè di trovare soluzioni nuove e/o alternative per risolvere problemi impermeabilizzativi (soluzioni di stratigrafie e/o particolari esecutivi) inusuali o che si presentano per la prima volta situazione questa che tra i primi impermeabilizzatori, degli anni 70, che per primi usavano membrane prefabbricate in bitume polimero o sintetiche, capitava continuamente).
Ognuno dei 500 Soggetti Impermeabilizzatori più strutturati distribuisce normalmente i propri acquisti di membrane in bitume polimero su 2-3 diversi Produttori.
Ciascun Produttore può quindi normalmente contare su 60-100 Clienti “fidelizzati” appartenenti a questo gruppo di scelto d’Impermeabilizzatori.
Le membrane sintetiche sono trattate solo da alcuni Applicatori Strutturati, perché necessitano di particolari attrezzature e soprattutto di particolari capacità progettuali ed organizzative di cantiere.
Solo una parte degli Applicatori di membrane in bitume polimero si occupa anche di membrane sintetiche e pertanto i Produttori di questa tipologia di membrane possono contare su un numero minore di Clienti fidelizzati (20-40).
B. La produzione di membrane in bitume polimero (BPP e BPE)
I Produttori Italiani di membrane in bitume polimero oggi attivi sono 14 (considerando le diverse ragioni sociali e i diversi siti di produzione).
La produzione totale italiana di membrane in bitume polimero del 2016 si è stata di circa 150 milioni di mq, di cui veduti in Italia 83 milioni di mq.
Come già scritto questi 83 milioni di mq, sono stati venduti più o meno, per il 50% dai Rivenditori e per il restante 50% direttamente dai Produttori (appunto a quei circa 500 impermeabilizzatori strutturati).
Nota: A titolo di curiosità si ricorda il 2006 è stato l’anno di maggior produzione di membrane in bitume polimero, con 240 milioni di mq prodotti, di cui 180 milioni utilizzati in Italia che significano in modo assolutamente indicativo circa 53 milioni di mq di coperture impermeabilizzate (detratti già viadotti, pareti contro terra, ecc.).
Un numero davvero differente dagli 83 milioni di mq del 2016 e dai circa 24 milioni di mq di coperture impermeabilizzate (detratti già viadotti, pareti contro terra, ecc.) che risulteranno nelle tabelle più avanti riportate!!!
Indicativamente oggi circa il 75% delle membrane vendute appartiene alla fascia medio bassa (flessibilità a freddo ≥-10°C), mentre il 25% alla fascia alta (flessibilità a freddo Più del 80% delle membrane della fascia alta sono acquistate dai 500 impermeabilizzatori strutturati.
C. Superficie di coperture, realizzate in Italia in membrane in bitume polimero (BPP e BPE)
Per poter ipotizzare una stima accettabile di sole coperture piane realizzate in membrane in bitume polimero, in Italia, nel 2016, bisogna innanzitutto detrarre, dagli 83 milioni di mq, tutti i mq di materiale utilizzati per viadotti stradali, sottotegola, pareti contro terra e altri interventi impermeabilizzativi non direttamente legati alle coperture (nuove e rifacimenti).
Nota importante: quando in questa relazione si parlerà di superfici di copertura impermeabilizzate, con membrane flessibili in bitume polimero o sintetiche, si comprenderanno,nelle cifre indicate (metri quadrati o percentuali),oltre alle superfici correnti sub-orizzontali o inclinate, anche le superfici interessate dai risvolti verticali.
Per quanto riguarda le destinazioni d’uso finali, delle membrane in bitume polimero non ci sono purtroppo dati attendibili, quindi possiamo solo lo ipotizzare delle stime.
Quanto sopra non avviene ovviamente per volontà dei produttori, ma solo perché, a differenza delle membrane sintetiche, dove normalmente ogni prodotto ha una sua chiara destinazione, per le membrane bituminose spesso quasi tutti i prodotti hanno diverse destinazioni d’uso, difficilmente individuabili specialmente per i prodotti commercializzati dai Rivenditori.
Un’ipotesi probabilmente plausibile potrebbe essere che la percentuale di membrane in bitume polimero, che non ha come destinazione finale le coperture piane (roofing), dovrebbe essere di circa il 20% degli 83 milioni di mq venduti, quindi questo numero si ridurrebbe, per quanto ci interessa direttamente, a circa 66 milioni di mq.
Questo quantitativo di membrane, a sua volta, viene applicato, in singolo o doppio strato, sia su coperture nuove che, come rifacimento, su coperture esistenti.
A loro volta le coperture potranno essere termoisolate o meno e, nel caso di isolamento termico a tetto caldo, sarà da considerare anche la membrana posta, come barriera al vapore all’intradosso dello strato termoisolante.
Quindi per ogni mq di copertura, a seconda della tipologia di sistema impermeabile termoisolato applicato, vi saranno da considerare 1 o 2 o 3 strati di membrana in bitume polimero e parimenti saranno da considerarei loro sfridi e quindi il quantitativo di membrane effettivamente utilizzato per poter realizzare un singolo mq di sistema impermeabile.
Nell’inchiesta (condotta, purtroppo, come abbiamo già accennato, per questioni di tempo e disponibilità degli intervistati, su un numero limitato di applicatori, comunque rappresentativi nel mercato delle impermeabilizzazioni, per la loro diversità riguardo dimensione di fatturato, area geografica, ecc.), per le impermeabilizzazioni con membrane in bitume polimero risultano le seguenti stime:
1. Tipologia d’intervento:
1.1. Impermeabilizzazioni realizzate su coperture nuove = 45% di cui
1.1.1. Con elemento di tenuta in doppio strato = 80%
1.1.2. Con elemento di tenuta in singolo strato = 20%
1.2. Rifacimenti d’impermeabilizzazioni realizzate su coperture esistenti = 55%
1.2.1. Con elemento di tenuta in doppio strato = 70%
1.2.2. Con elemento di tenuta in singolo strato = 30%
2. Isolamento termico della copertura:
2.1. Interventi con applicazione di strato termoisolante tra nuove ed esistenti = 70%, di cui 80% a tetto caldo (con strato barriera al vapore) e 20% a tetto rovescio
2.2. Interventi senza applicazione di strato termoisolante = 30%
Nota: in particolare per quanto riguarda l’incidenza delle coperture con isolamento termico, questa può distaccarsi notevolmente dalla realtà (specialmente per la percentuale indicata per il tetto rovescio), perché l’inchiesta è stata condotta solo su un numero molto limitato di applicatori, che oltretuttosono i più strutturati, quindi i più inclini ad utilizzare sistemi termoisolanti alternativi al classico tetto caldo e interessati soprattutto a coperture di media/grande dimensione.
3. Sfrido di posa riguardante le membrane in bitume polimero (vedere anche paragrafo F)
Per poter definire quanto sia il reale utilizzo medio di membrane su una copertura è stato chiesto agli Applicatori: quale dimensione di superficie media potesse definire una “copertura tipo impermeabilizzata” (quindi mediata tra i piccoli terrazzi da qualche mq ai grandi complessi industriali e commerciali) e quasi all’unanimità sono risultati d’accordo nell’indicare come “copertura tipo” per i sistemi impermeabili in membrane in bitume polimero quella da 500 mq.
Questacopertura tipo è stato considerata, per semplicità di forma rettangolare da 24 m per 19 m, con risvolti verticali perimetrali con sviluppo 50 cm (quindi circa 500 mq di superficie contabilizzata) e su questasono stati fatti dei calcoli per definire lo sfrido effettivo dei materiali, sia per membrane in bitume polimero che sintetiche, nelle varie tipologie di copertura a singolo e doppio strato, con barriera al vapore e non.
Ovviamente lo sfrido aumenterebbe molto se sulla superficie corrente della copertura fossero presenti lucernari e corpi emergenti con i loro risvolti verticali, ma questo calcolo può essere fatto solo, di volta in volta, su una particolare copertura.
Per i sistemi impermeabili in membrane in bitume polimero sono risultati i seguenti valori di sfrido (arrotondati senza indicazione di decimali), tenendo conto delle sovrapposizioni laterali e di testa delle membrane e delle sovrapposizioni al piede dei risvolti verticali:
3.1. Copertura termoisolata a tetto caldo, con elemento di tenuta in membrane in bitume polimero,postate in doppio strato, con presenza di strato barriera al vapore: sfrido medio = 18% sull’ elemento di tenuta e 13% sullo strato barriera al vapore se contabilizzato separatamente.
3.2. Copertura termoisolata a tetto caldo, con elemento di tenuta in membrane in bitume polimero, postate in singolo strato, con presenza di strato barriera al vapore: sfrido medio = 22% sull’elemento di tenuta e 13% sullo strato barriera al vaporese contabilizzato separatamente.
3.3. Copertura non termoisolata o termoisolata a tetto rovescio, con elemento di tenuta in membrane in bitume polimero, postate in doppio strato: sfrido medio = 18% sull’elemento di tenuta
3.4. Copertura non termoisolata o termoisolata a tetto rovescio, con elemento di tenuta in membrane in bitume polimero, postate in singolo strato: sfridomedio = 22% sull’elemento di tenuta
3.5. Per i risvolti verticali di lucernari, camini e altri corpi emergenti presenti sulla copertura potrà essere aggiunto agli sfridi precedentemente indicati i seguenti valori:
- per coperture, termoisolate o meno, con elemento di tenuta in doppio strato 0,00072% per ogni metro lineare di risvolto interno alla superficie corrente e quindi non posto perimetrale esterno.
- per coperture, termoisolate o meno, con elemento di tenuta in singolo strato 0,00084% per ogni metro lineare di risvolto interno alla superficie corrente e quindi non posto perimetrale esterno.
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