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STUDI DI SETTORE: i professionisti contro l'applicazione degli indicatori di coerenza

I professionisti chiedono l’introduzione di specifici correttivi anti-crisi in grado di rimediare alle situazioni di incoerenza. Dall’Agenzia delle Entrate fanno sapere che le metodologie per i “futuri” studi di settore saranno basate su "modelli di business" semplificati.

I professionisti chiedono l’introduzione di specifici correttivi anti-crisi in grado di rimediare alle situazioni di incoerenza. Dall’Agenzia delle Entrate fanno sapere che le metodologie per i “futuri” studi di settore saranno basate su "modelli di business" semplificati.
 
Come noto, l'articolo 10, comma 7, della Legge 8 maggio 1998, n. 146 ha istituito una Commissione di esperti in materia di studi di settore, di nomina ministeriale, all'interno della quale sono presenti anche i rappresentanti delle varie categorie professionali.
 
Tale Commissione si è recentemente riunita, in data 02.12.2015, per validare gli studi di settore "in evoluzione" per il periodo di imposta relativo all'anno 2015 e, successivamente, in data 14.01.2016 per discutere con i rappresentanti dell'Agenzia delle Entrate in merito all'auspicata riforma e alla semplificazione degli attuali modelli degli studi di settore.
 
LE OSSERVAZIONI DELLE CATEGORIE PROFESSIONALI.
 
INDICATORI DI COERENZA. In particolare, nel corso del primo incontro le categorie professionali hanno ribadito le proprie censure avverso l'applicazione degli indicatori di coerenza, introdotti nel corso degli ultimi anni, che risultano negativamente influenzati dagli indici di coerenza applicabili per il cosiddetto "regime premiale", concepito per i contribuenti "virtuosi".
 
Le criticità derivano dall'applicazione di questi indicatori anche agli studi di settore degli esercenti di arti e professioni, pur essendo, essi, inspiegabilmente esclusi dai vantaggi del regime premiale.
 
In considerazione dell'elevata percentuale di professionisti non coerenti, è stata segnalata la necessità di introdurre specifici correttivi anti-crisi, in grado di rimediare alle situazioni di incoerenza.
Ciò anche alla luce del fatto che, nonostante le rassicurazioni circa un presunto termine della fase di recessione, gli effetti della crisi sono ancora manifesti e comunemente percepibili.
Per queste ragioni è stata richiesta un'ulteriore riunione deliberativa della Commissione degli esperti, al fine di poter meglio approfondire questa delicata questione.
 
COMPENSI DEI GIOVANI PROFESSIONISTI. Un altro tema sollevato è stato quello dell'ammontare eccessivo dei compensi non congrui, stimato a partire dal modello degli studi di settore con riferimento alle stabili collaborazioni, di precipuo interesse dei "giovani" professionisti che operano prevalentemente per altri studi professionali.
In particolare, è stato rilevato come i compensi percepiti mensilmente dai giovani stabili collaboratori siano, nella realtà, molto inferiori rispetto a quelli stimati dal modello, soprattutto nel caso di professionisti che abbiano iniziato l'attività da meno di due anni.
 
INDICE DI COPERTURA DEL COSTO. Infine, è stata affrontata la tematica connessa all'indice di copertura del costo per godimento di beni di terzi, che fa parte del modello di studio, ma che non risulta idoneo ad inquadrare correttamente le attività svolte dagli studi professionali tecnici. Ciò in conseguenza delle mutate modalità di svolgimento dei servizi professionali, che hanno richiesto, in misura sempre più consistente, l'utilizzo di specifiche tecnologie e di beni strumentali, atti a fornire prestazioni professionali di qualità, spesso costringendo i professionisti ad affrontare spese elevate al fine di adeguare le proprie strutture professionali alle nuove esigenze del libero mercato.
I rappresentanti delle professioni hanno sottolineato come l'indice di coerenza in commento appaia in evidente contrasto con la ratio della legge, andando a penalizzare i professionisti che intendano o abbiano necessità di effettuare ingenti investimenti.
 
La Commissione degli esperti ha espresso il proprio parere favorevole condizionato circa gli studi di settore in evoluzione, impegnandosi a partecipare ad un ulteriore incontro volto ad un approfondimento delle questioni e a proporre possibili modalità risolutive delle criticità rilevate.
 
Nel corso della riunione dello scorso 14 gennaio, poi, in presenza anche dei rappresentanti dell'Agenzia delle Entrate, si è discusso delle attese semplificazioni e della radicale modifica delle metodologie che saranno applicate in futuro agli studi di settore.
Quest'ultime saranno basate su "modelli di business" semplificati, che permetteranno una significativa riduzione non solo dei gruppi omogenei di riferimento ("cluster'), ma anche del numero dei dati da fornire.
A tale ultimo riguardo, si prevede, rispetto ad oggi, una riduzione ad un quarto delle informazioni da fornire in sede di compilazione della denuncia dei redditi.
 
Con molta probabilità si presume che i nuovi modelli saranno predisposti e perfezionati entro il 2016, in accordo con la Commissione degli esperti, che ha già fermamente rimarcato il proprio convincimento in merito al fatto che tutte le modifiche alla disciplina debbano avere come unico fine la semplificazione, il miglioramento ed una maggiore trasparenza, senza che con ciò si perdano di vista consensi e condivisioni già da tempo acquisite.