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Superbonus 110%: tutte le proposte ANCE per migliorare le agevolazioni fiscali edilizie del Decreto Rilancio

L'ANCE ha illustrato in audizione alla Camera le proposte formulate al Governo e al Parlamento sul Superbonus del Decreto Rilancio: estendere a tutto il 2023 l’applicazione, per tenere in debita considerazione tutta la tempistica richiesta per l’esecuzione dei lavori agevolati

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Dopo la prima audizione in videoconferenza del 26 maggio scorso, il 29 maggio si è svolta la seconda audizione informale dell’Ance, presso la Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede referente, del disegno di legge di conversione del DL 34/2020 - DL Rilancio.

Secondo l'Associazione dei Costruttori, rappresentata per l'occasione dal Ing. Rodolfo Girardi, Vice Presidente per il Centro Studi, la misura del Decreto Rilancio relativa al Superbonus al 110% (art.119) rappresenta uno strumento che, accompagnato dall’estensione della cedibilità dei crediti d’imposta a questi correlati e all’operatività dello “sconto in fattura”, ha delle potenzialità enormi.

Le proposte dell'ANCE sul Superbonus

  • estendere a tutto il 2023 l’applicazione del superbonus al 110%, per tenere in debita considerazione tutta la tempistica richiesta per l’esecuzione dei lavori agevolati;
  • estendere il superbonus al 110% anche agli immobili delle società, compresi quelli locati a terzi;
  • consentire l’utilizzo immediato dei crediti d’imposta derivanti da Eco e Sismabonus o dallo “sconto in fattura” per non incidere ulteriormente sulla liquidità delle imprese, già gravemente compromessa dalla situazione emergenziale; eliminare la condizione di destinazione ad abitazione principale degli edifici unifamiliari prevista per l’applicazione dell’Ecobonus potenziato, limitazione che contrasta con l’obiettivo di massimizzare l’efficacia degli incentivi in termini di sviluppo di progetti di riqualificazione degli edifici esistenti;
  • consentire il riporto negli anni successivi dei crediti d’imposta da Ecobonus e Sismabonus non utilizzati nell’anno, che rischia di compromettere il meccanismo della cessione dei bonus; eliminare il principio di “responsabilità in solido” degli acquirenti dei crediti d’imposta corrispondenti ai bonus con i fornitori che effettuano lo “sconto in fattura”;
  • eliminare il rispetto dei criteri ambientali minimi (cd. CAM) per i materiali utilizzati nei lavori agevolati con l’Ecobonus al 110%, trattandosi, per lo più, di prodotti costosi e di difficile reperibilità, la cui obbligatorietà rischia di rallentare i lavori e di incrementarne i costi di realizzo;
  • prevedere l’uso di prezzari riconosciuti dal Ministero dello sviluppo economico per l’asseverazione della congruità delle spese sostenute;
  • completare l’indicazione delle superfici opache che costituiscono l’involucro dell’edificio su cui eseguire gli interventi, includendo quelle inclinate; specificare le motivazioni alla base della impossibilità del doppio passaggio di classe energetica.

Le altre proposte

  • istituzione di un “Piano Italia” di investimenti territoriali, veloce nell’attuazione (con burocrazia zero: erogazione immediata, obbligo di rapido avvio dei lavori e procedure “a monte” della gara ultra semplificate) e orientato alla sostenibilità ambientale e sociale, attraverso la creazione di un mega fondo che permetta l’utilizzo immediato di 39 miliardi di euro di risorse già stanziate dalle ultime leggi di bilancio ma, ancora oggi, inutilizzate e frammentate in molti programmi;
  • utilizzo immediato di 3 miliardi di euro destinati alla progettazione di opere da parte degli enti pubblici, già stanziati dalle leggi di bilancio, in modo da incrementare la platea di progetti che potranno essere velocemente posti a base di gara;
  • sblocco dei Contratti di Programma Anas e Rfi che sono incagliati da due anni e mezzo con circa 28 miliardi di euro destinati in particolare alla manutenzione stradale e ferroviaria;
  • deroga al 31 dicembre 2021 per i lavori pubblici in corso di esecuzione;
  • rigenerazione urbana: misure aggiuntive dirette a massimizzare l’operatività degli incentivi legati all’acquisto di fabbricati “energetici” ed antisismici, incidendo sull’attuale “sismabonus acquisti” (che dovrebbe essere esteso anche ai fabbricati ristrutturati in chiave antisismica, senza demolizione) e sull’incentivo all’acquisto dei fabbricati energetici, in vigore sino al 2017 e i cui termini di applicabilità andrebbero riaperti sino al 2023.

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