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UE, nuovi limiti alle emissioni: –90 % di gas serra entro il 2040 e carbon-budget da 16 Gt

La proposta di regolamento COM(2025) 524 ridisegna l’agenda verde europea: la Climate Law impone un nuovo limite, –90 % di emissioni nette al 2040 rispetto al 1990. Un carbon-budget da 16 Gt, crediti Art. 6, rimozioni tecnologiche e finanziamenti dedicati trasformano il target in un volano per energia accessibile, industria net-zero e sicurezza climatica.

La proposta COM(2025) 524 che riscrive la Climate Law

Perché la soglia 2040 è lo spartiacque della transizione europea

Dal Green Deal del 2019 alla Legge Climatica UE del 2021, Bruxelles ha tracciato una rotta a tappe: –55 % di emissioni nette entro il 2030, neutralità climatica al 2050.

Ma la crisi energetica scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina, l’impennata dei prezzi delle materie prime e la corsa globale alle tecnologie pulite hanno reso evidente che la “scala” della transizione andava ripensata: servivano obiettivi più netti, strumenti più flessibili e una bussola industriale capace di trasformare il vincolo climatico in vantaggio competitivo. È in questo contesto che nasce la proposta COM(2025) 524: un emendamento alla Reg. 2021/1119 che scolpisce il 2040 come anno-cerniera fra l’urgenza del 2030 e l’approdo del 2050.

   

Dalla soglia del 55 % al salto del 90 %: costruire la traiettoria 2030-2050

Con la proposta di regolamento COM(2025) 524 (COD), la Commissione riscrive l’art. 4 della Legge Climatica UE:

  • Nuovo target giuridicamente vincolante: riduzione del 90 % delle emissioni nette di gas serra rispetto al 1990 entro il 2040. Il dato si traduce in un carbon-budget complessivo di 16 Gt CO₂-eq per il periodo 2030-2050, valore che si colloca nella fascia alta (13-16 Gt) suggerita dallo Scientific Advisory Board ma ritenuto “realistico” alla luce dei colli di bottiglia tecnologici e di rete. ecologic.eueuroparl.europa.eu
  • Flessibilità calibrata: a partire dal 2036 gli Stati membri potranno coprire fino al 3 % del target con crediti internazionali di alta qualità (Art. 6 Accordo di Parigi) provenienti da progetti di conservazione forestale o tecnologie negative-emission. Mossa voluta soprattutto da Francia e Germania per alleggerire i settori hard-to-abate e preservare la competitività dell’industria ad alta intensità energetica. reuters.com
  • Integrazione delle rimozioni tecnologiche: il testo collega esplicitamente Bio-CCS, DACCS e stoccaggio minerale al mercato ETS, riconoscendone il ruolo nel compensare le emissioni “residue” di acciaio, cemento e aviazione civile.
  • Revisione periodica e criteri socio-economici: la Commissione dovrà presentare, entro due anni dall’entrata in vigore, proposte di adeguamento per ETS, ESR II e LULUCF, valutandole alla luce di 18 criteri che spaziano dal costo marginale della CO₂ alla protezione della biodiversità, dal sostegno alle PMI alla sicurezza energetica.

In sintesi, il nuovo articolo 4 non si limita a fissare una cifra: istituisce un cantiere normativo permanente, in cui target climatici, politica industriale e architettura finanziaria saranno rivisti con cadenza quinquennale per restare allineati al budget carbonico e alle dinamiche geopolitiche. Così l’Unione prova a trasformare il “vincolo carbonico” nel carburante della sua prossima rivoluzione industriale.


2. Anatomia dell’emendamento

La proposta COM(2025) 524 interviene con pochi, ma incisivi bisturi sul corpo della Regolazione (UE) 2021/1119, trasformando un dispositivo di indirizzo in un vero regolamento di marcia per il decennio 2030-2040.

Articolo 1 – Cambia l’orizzonte della legge
Alla seconda frase del dispositivo compare un’aggiunta semplice ma densa di implicazioni: «La presente regolazione stabilisce inoltre un obiettivo vincolante dell’Unione al 2040». Con una sola riga, la neutralità 2050 non è più un faro lontano, bensì un traguardo “intermedio” scandito da checkpoint obbligatori. climate.ec.europa.eu

Articolo 4 – Il cuore rifatto in tre passaggi

  1. Paragrafo 3: introduce il nuovo –90 % di emissioni nette entro il 2040 rispetto al 1990. Dietro la cifra c’è un “carbon-budget” indicativo di 16 Gt CO₂-eq per l’intero periodo 2030-2050, valore estratto dal modello centrale dell’Impact Assessment e allineato alla fascia “1,5 °C compatibile” dello Scientific Advisory Board. 
  2. Paragrafo 4: obbliga la Commissione a riesaminare tutta la normativa climatico-energetica (ETS, ESR II, LULUCF, norme su idrogeno e infrastrutture) per renderla coerente con il nuovo target. È una clausola-cerniera che trasforma l’emendamento in un cantiere legislativo continuo, fondato su valutazioni di impatto dettagliate e sulla “forza elastica” del mercato interno.
  3. Paragrafo 5: sostituisce la vecchia “lista di raccomandazioni” con 18 criteri guida che dovranno orientare ogni proposta post-2030: efficienza dei costi, sicurezza energetica, competitività delle PMI, impatto sociale, protezione della biodiversità, digitalizzazione e neutralità tecnologica sono alcuni dei pilastri esplicitamente elencati. La transizione viene così incastonata in una matrice di policy coherence che lega clima, industria e coesione territoriale.

Flessibilità mirata e salvagente per i settori hard-to-abate
Per ridurre le frizioni industriali, il testo prevede – dal 2036 – la possibilità di utilizzare crediti internazionali ad alta integrità (Art. 6 Accordo di Parigi) fino a un massimo del 3 % delle emissioni 1990. Questi crediti, esclusi dall’ETS per evitare distorsioni, dovranno provenire da progetti che rispettino criteri stringenti di addizionalità e trasparenza.

Rimozioni permanenti e mercato ETS
Per compensare le emissioni residue dei settori più difficili da decarbonizzare (cemento, acciaio, aviazione), l’emendamento apre la porta all’integrazione di Bio-CCS, DACCS e stoccaggio minerale nel perimetro ETS 2026: un passo decisivo verso la “terza generazione” di politiche climatiche, dove la riduzione e la rimozione diventano due facce della stessa moneta regolatoria. climate.ec.europa.eu

In sintesi
L’emendamento non si limita a fissare un nuovo numero-obiettivo. Esso ricodifica la Governance europea della decarbonizzazione, trasformando la legge da bussola a mappa stradale: indica la destinazione (–90 %), disegna i tornanti (revisione normativa quinquennale) e offre corsie di sorpasso controllate (crediti Art. 6, rimozioni tecnologiche). La traiettoria 2040 diventa, così, lo spartito sul quale imprese, mercati e territori dovranno sintonizzare le proprie note nei prossimi quindici anni.

Nodo chiaveContenuto tecnico
Art. 1 – AmbitoInserito il riferimento esplicito all’obiettivo 2040.
Art. 4(3)Target «-90 %» di emissioni nette entro il 2040.
Art. 4(4)Impegno della Commissione a rivedere tutta la normativa climatico-energetica post-2030, con analisi d’impatto dettagliate.
Art. 4(5)18 criteri di guida per le future proposte legislative: cost-efficiency, sicurezza energetica, competitività PMI, biodiversità, accesso ai finanziamenti, ecc.
Alleggerimenti/crediti internazionaliDal 2036 potrà essere usato un massimo del 3 % delle emissioni 1990 in “high-quality Article 6 credits” per contribuire al target.
Rimozioni permanentiIntegrazione di Bio-CCS e DACCS nel sistema ETS per compensare i “residui hard-to-abate”.

UE, LA LEGA: VON DER LEYEN VUOLE DISTRUGGERE INDUSTRIA ITALIANA ED EUROPEA

La proposta della Commissione europea di fissare il target di diminuzione delle emissioni del 90% al 2040, è totalmente scollegata dal mondo reale. E’ l’ennesima follia di questa Ue, che anziché cambiare rotta rispetto alle scelte disastrose degli ultimi anni, prosegue sulla strada che ha messo in ginocchio imprese, lavoratori e famiglie di tutto il continente: evidentemente Ursula Von der Leyen vuole distruggere l’industria italiana ed europea. Non è possibile sacrificare sull’altare dell’ideologia green interi settori produttivi: riconoscano gli errori fatti e facciano marcia indietro. All’Europa non servono estremismi ideologici, ma buonsenso e concretezza per cambiare gli obiettivi, togliere divieti, obblighi e nuove tasse.
Così una nota della Lega.

Un telaio di policy a prova di industria

La proposta si incastra con i pilastri strategici lanciati negli ultimi mesi:

  • Clean Industrial Deal – roadmap per filiere net-zero e protezione dai rischi di carbon leakage;
  • Affordable Energy Action Plan – riduzione strutturale del costo dell’energia;
  • EU Competitiveness Compass – integrazione di politiche climatico-industriali e concorrenza globale.

L’obiettivo è trasformare la transizione in volano di investimenti piuttosto che in zavorra regolatoria, garantendo regole certe per i mercati ETS, CBAM, idrogeno rinnovabile e finanziamento delle infrastrutture per il carbon-management.

   


Quali strumenti “abilitanti” dobbiamo attenderci?

La Commissione non ha alzato semplicemente l’asticella: ha preparato un cassetto degli attrezzi, denso di leve finanziarie, normative e industriali, destinato a rendere praticabile la traiettoria 2030-2040.

Di seguito la bussola degli interventi attesi più rilevanti.


Finanza per la decarbonizzazione profonda

Nuovo meccanismo Funzione Cronologia indicativa
Industrial Decarbonisation Bank (≈ €100 mld) Prestiti e garanzie per progetti hard-to-abate, con Carbon Contracts for Difference (CCfDs) per acciaio, cemento e chimica Proposta nella Clean Industrial Deal; start operativo 2027 (morganlewis.com)
Innovation Fund II Gare “competitive bidding” (es. Heat Auction 2025) e bandi dedicati a DACCS, Bio-CCS, idrogeno rinnovabile Nuovi inviti entro fine 2025 / inizio 2026 (climate.ec.europa.eu, cinea.ec.europa.eu)
Riciclo dei proventi ETS & CBAM Parte dei ricavi sarà dirottata a: i) Social Climate Fund, ii) compensazione export-intensive post-fine quote gratuite Prima finestra di compensazione fissata per il 2026 (reuters.com)

Energia accessibile e reti “net-zero ready”

  • Action Plan for Affordable Energy – pacchetto di misure per tagliare di €260 mld/anno la bolletta UE entro il 2040: accelerazione dei permessi FER, aste congiunte per l’idrogeno, piattaforma “EU-Flex” per stoccaggio e demand-response.
  • Hydrogen Backbone & Offshore Grid Corridors – finanziamento prioritario nei Progetti d’Interesse Comune (PCI) 2025-27 per creare un mercato transfrontaliero di idrogeno rinnovabile e collegare 300 GW di eolico offshore entro il 2040.

Norme e mercati a prova di industria

  1. ETS 2026 «3.0» – estensione delle rimozioni permanenti al sistema cap-and-trade; integrazione graduale di Bio-CCS e DACCS come unità fungibili fino a 50 Mt CO₂/anno al 2040.
  2. Effort Sharing Regulation II (ESR II) – algoritmo di ripartizione basato su costi marginali + principio di solidarietà per garantire equità tra Stati membri.
  3. Quadro Art. 6 Accordo di Parigi – standard UE su tracciabilità dei crediti e corresponding adjustments per impedire il double counting, limite massimo: 3 % delle emissioni 1990 nel periodo 2036-2040.

Pilastro competitività e clean-tech

  • Net-Zero Industry Act (NZIA) 2.0 – “fast-track” permessi < 12 mesi per impianti clean-tech europei e programmi di skills upskilling finanziati da Erasmus-Pro.
  • EU Competitiveness Compass – dashboard annuale sugli indicatori di costo-energia, penetrazione tecnologie net-zero e digitalizzazione delle PMI, a cui si agganceranno eventuali “clausole di salvaguardia” (es. sospensione temporanea di obblighi se i prezzi dell’energia superano soglie di stress).

Valvola sociale e territoriale

  • Social Climate Fund II – dotazione potenziata per riqualificazioni energetiche di edilizia popolare e programmi reskilling nei distretti industriali in transizione.
  • Just Transition Mechanism+ – esteso alle regioni con intensità carbonica > 300 t CO₂/ML€ di VAL, includendo cluster cementieri e raffinazione.

In sintesi

Il nuovo pacchetto di “abilitanti” è concepito come una cerniera tra ambizione climatica e realismo industriale: finanza dedicata, infrastrutture intelligenti, mercati del carbonio evoluti e protezioni sociali puntano a rendere il –90 % un obiettivo raggiungibile senza sacrificare competitività e coesione. La sfida ora è di governance: coordinare questi strumenti in un’unica sinfonia regolatoria, affinché il 2040 non resti un numero scolpito nella legge, ma diventi un orizzonte condiviso di innovazione, lavoro e salute del pianeta.

   


Impatti settoriali

  • Energia: confermata la neutralità tecnologica; mix 2040 basato su rinnovabili, nucleare di nuova generazione, accumulo e reti “smart-flexible”.
  • Industria hard-to-abate (cemento, acciaio, chimica): incentivati i piani di cattura-stoccaggio e l’idrogeno rinnovabile; prevista flessibilità ETS su quote removals.
  • Trasporti: convergenza con lo stop alle vendite di ICE light-duty al 2035 e road-map per l’aviation allowance phase-out.
  • Uso del suolo: rafforzamento dei sink naturali, sinergie con la Nature Restoration Law e strategie su biochar.

    


Passaggi procedurali

FaseTempistica indicativa
Presentazione a Parlamento e ConsiglioLuglio 2025
Primo reading ParlamentoQ1 2026
General approach in ConsiglioEstate 2026
Triloghi e adozione finaleInizio 2027
Entrata in vigore20º giorno dalla pubblicazione in GUUE

     

Commento conclusivo

La bozza di modifica alla Climate Law innalza l’asticella della decarbonizzazione e, al contempo, disegna un ponte di realismo verso il 2040: flessibilità settoriale, apertura a crediti internazionali limitati, centralità delle rimozioni tecnologiche e una lista dettagliata di criteri socio-economici.

Per industria, finanza e territori non cambia solo il “quanto” tagliare, ma soprattutto il “come” e il “con cosa”: il nuovo framework sarà, in fondo, un test di maturità per l’ecosistema europeo dell’innovazione pulita. Se saprà trasformare il vincolo climatico in vantaggio competitivo, l’Ue potrà confermare il proprio ruolo di laboratorio globale per la transizione. In caso contrario, il -90 % resterà un faro acceso su una rotta ancora da tracciare.


    

Elenco delle fonti consultate

#FonteRiferimento
1Proposta di regolamento COM(2025) 524 final – 2 luglio 2025 («Proposal for a Regulation … amending Regulation (EU) 2021/1119…»)climate.ec.europa.eu
2Press release “EU Climate Law: new way to reach 2040 targets” – Commissione europea, 2 luglio 2025commission.europa.eu
3Communication “Delivering on the Clean Industrial Deal I” – 2 luglio 2025commission.europa.eu
4Pagina tematica “Clean Industrial Deal” – Commissione europeacommission.europa.eu
5Communication “A Competitiveness Compass for the EU” – COM(2025) 30 final, 29 gennaio 2025commission.europa.eucommission.europa.eu
6Affordable Energy Action Plan – notizia “European Sustainable Energy Week 2025: Clean and Affordable Energy for the EU”, 10 giugno 2025commission.europa.eu
7Notizia “New action plan to save €260 billion annually on energy by 2040” – 26 febbraio 2025commission.europa.eu
8Commission Staff Working Document – Impact Assessment Report: “Securing our future: Europe’s 2040 target and path to climate neutrality by 2050”climateactiontracker.org

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