Un Gemello Digitale di Ischia per una gestione della ricostruzione efficace e intelligente
Ischia Information Modeling, così Dimitri Dello Buono del CNR ci svela tutti i particolari del nuovo contenitore digitale. Ischia ieri, oggi e la visione di un domani tra territorio, patrimonio edilizio e fascicolo del fabbricato. L’emergenza si approccia ad una nuova ricostruzione attraverso la realtà virtuale.
Con il Gemello Digitale le persone possono lavorare insieme a distanza e si possono simulare gli effetti delle decisioni da prendere
Estratto da una intervista di Ida Trofa fatta sui luoghi dell’emergenza.
“Per cambiare le cose bisogna cambiare qualcosa”. Con queste parole Dello Buono ha voluto sintetizzare le ragioni che stanno alla base della realizzazione del gemello digitale delle aree devastate dal sisma del 2017 e dagli eventi di novembre 2022 del territorio di Ischia.
Un Gemello Digitale che modella e rimodella Ischia attraverso le informazioni che la riguardano. Ischia Information Modeling, parafrasano i moderni sistemi BIM.
In questa intervista il tecnico del Consiglio Nazionale delle Ricerche ci svela tutti i particolari del nuovo contenitore digitale, lo strumento pensato per passare dalla sciagura ad una opportunità irripetibile: “Abbiamo tutti gli ingredienti per sfornare la pietanza ottimale, importante è trovare lo chef giusto”
Un contenitore di dati da gestire e condividere aumentandone il valore. Ci sono tutti i dati: “Mancano solo quelli dei comuni. Ma mancheranno sempre ed attendere che arrivino tutti significa non usarli mai”.
Ida Trofa:
Chi è Dimitri Dello Buono e come si è approcciato all’emergenza di Ischia ma anche alla ricostruzione?
Dimitri Dello Buono:
“Lavoro al CNR, e mi occupo da ormai trent’anni di condivisione dei dati specializzandomi sui dati geospaziali. Sono oltre vent’anni che collaboro con la Protezione Civile ad utilizzare al meglio questi dati.
Nel corso di questo percorso sono stato responsabile del laboratorio geoSDI del CNR, ossia il Centro di Competenza Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile. Quest’estate sono stato chiamato per dare una mano alla razionalizzazione dell’informazione e quindi dei dati che riguardano Ischia per poter fare il piano di ricostruzione post-sisma.”
Ida Trofa:
E quale è stato il suo primo supporto sull’isola?
Dimitri Dello Buono:
“Avevamo praticamente quasi concluso la fase tecnica e tecnologica del piano. I dati, finalmente, erano stati aggregati, analizzati - questo perché si passa dal dato all’informazione e l’informazione, opportunamente utilizzata e gestita, diventa conoscenza - e quindi eravamo arrivati ad un livello di conoscenza elevato.
Dovevamo presentare il piano il 28 novembre 2022 avevamo già tutto pronto ma il 26 novembre accade quello che tutti sappiamo.
Quando si è messa in moto la macchina del Sistema Nazionale di Protezione Civile, ero la persona che doveva gestire il flusso di dati e di informazioni. Dovevo farlo in pochi giorni. È capitato in un periodo anche abbastanza infelice. Eravamo a cavallo dell’Immacolata, era difficile colloquiare con i colleghi. Ischia è un luogo diverso dagli altri, dove diverso è bellissimo di estate, ma in inverno diventa complicato, partendo dal come arrivarci. Quindi tutti i colleghi avevano difficoltà logistiche ed ho creato questo sistema di condivisione dei dati in pochi giorni, per cui tutti riuscivano a vedere Ischia senza venire sull’isola.
Il programma europeo Copernicus ha cominciato a produrre, come sempre fa, una grossa mole di informazioni da satellite, da aereo, da rilievi sul posto. Basti pensare che, già il 27 novembre, avevamo un volo totale dell’isola.
Ricordo che il 27 novembre pioveva a dirotto e il 30 novembre, il dato mi è stato consegnato. Il 29 novembre è stato fatto un secondo volo, poi è stato fatto un sorvolo il 5 di dicembre, è stato fatto un volo nei giorni successivi. Sono arrivate una mole incredibile di informazioni ed in qualche modo abbiamo cominciato a creare dei modelli.”
Ida Trofa:
E poi?
Dimitri Dello Buono:
“La comunità scientifica è stata divisa immediatamente in gruppi e questi gruppi, divisi per tipologia di studio, hanno cominciato a produrre le loro risposte. Come dicevo prima, il dato ha cominciato a diventare informazione e poi è diventata conoscenza.
Questa conoscenza si è tradotta in tutta una serie di informazioni, di dati, che noi chiamiamo “file” che poi sono le foto, i video, le mappe, i modelli. Li abbiamo messi a disposizione della comunità.
Il risultato di qualcuno diventava dato d’ingresso di altri che continuavano nel percorso di analisi.
Abbiamo perimetrato le aree, supportato il commissario a snellire le procedure di evacuazione. Quindi sono venuti i colleghi di Firenze insieme ad altri colleghi ed abbiamo montato della strumentazione a terra. Cominciavamo ad avere il controllo della situazione.”
Ida Trofa:
Poi cos’è accaduto?
Dimitri Dello Buono:
“Man mano che prendevamo il controllo della situazione, il cittadino ha visto alleggerirsi le procedure di sicurezza. Meglio si conosce il territorio, meno sono i vincoli che si debbono imporre. Spesso, troppo spesso, si passa dall’assenza totale di controllo alla imposizione di norme ferree ed eccessive dovute alla consapevolezza di non conoscere bene cosa sta accadendo”.
Ida Trofa:
Così prende forma quello che lei chiama Gemello Digitale?
Dimitri Dello Buono:
“A questo punto le cose sono andate avanti e abbiamo creato un vero e proprio gemello digitale mettendo insieme tutta una serie di informazioni, di tecnologie e di condivisione non solo dei dati e delle informazioni, ma anche delle persone.
Le persone riuscivano a lavorare a distanza come se fossero nella stessa stanza e, di fatto, si è creato questo modello digitale che non solo ci dà una visione di quello che era l’isola, di che cosa è accaduto, di come intervenire nelle prime fasi, ma ci mette nella condizione di avere degli scenari predittivi.
Ad esempio, si possono simulare gli effetti di scelte senza doverle per forza applicare. La conseguenza immediata è stata la perimetrazione delle aree.”
Ida Trofa:
Perché questa soluzione si è trasformata in una importante opportunità?
Dimitri Dello Buono:
“Abbiamo la possibilità di avere, per la prima volta, una cosa di cui in Italia si parla da una vita: il fascicolo del fabbricato. Scendere al livello del fabbricato e conoscerlo nelle singole specificità. La sua storia, il contesto in cui questo si trova, le relazioni tra fabbricati e creare le fantomatiche UMI. Sono le Unità Minime di Intervento per cui più edifici che condividono situazioni di legame dovranno essere considerati come un condominio di fatto. Il legame può essere di vario tipo, come un muro in comune piuttosto che essere fisicamente vicini, dove incidono dei problemi che legano le unità.”
Ida Trofa:
Qual è l’importanza di questi dati trasformati in informazioni? Perché sono utili?
Dimitri Dello Buono:
“Il dato va letto e per leggerlo bisogna avere degli strumenti di facile lettura. Per cui il primo livello è prendere il dato e darlo. Ricordo a me stesso che “dato” è una declinazione del verbo dare, non del verbo trattenere.
Quindi va condiviso, va utilizzato, va letto e va trasformato in informazione. 10 cm di pioggia o una percentuale di umidità sono un dato. Domani pioverà è un’informazione.
Quindi, quando ho l’informazione “domani pioverà”, probabilmente esco con l’ombrello. Far viaggiare il dato e l’informazione mette nelle condizioni ottimali le persone per fare delle scelte. La scelta di uscire o no con l’ombrello può essere banale, man mano che saliamo di livello, però, le scelte diventano più importanti.”
Ida Trofa:
Nel caso di Ischia di che scelte si tratta?
Dimitri Dello Buono:
“Il dato ha un’altra caratteristica, ossia quella di essere oggettivo e non confutabile. Una misura significa che quel qualcosa è misurabile. L’utilizzo dei dati genera informazione.
Quando si passa al livello di informazione, bisogna saperla leggere. C’è un livello di lettura più approfondito e la politica, intesa come gestione della res publica, deve saper leggere i dati e le informazioni. Se non ci si basa su dati e informazioni, le decisioni vengono prese alla “sfera di cristallo”.
Il mio ruolo è quello di rendere facilmente leggibili i dati a tutti i livelli, in modo tale che si possano prendere meglio le decisioni che siano condivisibili.”
Ida Trofa:
Quindi un contenitore di dati è un valore aggiunto per la scienza e la tecnica, ma anche per la popolazione che è più consapevole del territorio in cui vive?
Dimitri Dello Buono:
“Per tutti. Io faccio sempre il solito esempio, lo troverà decine di volte girando su Internet.
Immaginiamo di andare dove c’è stato un incidente stradale.
Si fanno delle fotografie e quelle foto il carabiniere le usa per il suo verbale. L’avvocato le usa per dire di chi sia la colpa, il medico le usa per capire se la persona ha avuto un trauma a destra o a sinistra, l’assicuratore le utilizza per altri scopi e l’amministratore le utilizza per decidere che forse quella strada ha qualche problema perché si fanno troppi incidenti. Quindi, lo stesso dato e la stessa informazione viene letta e utilizzata dagli occhi di chi la legge e di chi la utilizza. Il dato rimane sempre lo stesso, l’informazione è sempre la stessa, cambia il modo con cui la si usa.
La pistola può essere utilizzata sia dal rapinatore sia dalla guardia della banca. La pistola è sempre la stessa, è l’uso che se ne fa che fa la differenza”.
Ida Trofa:
In due battute. Lei adesso sa qual è lo stato di Ischia? Che futuro immagina?
Dimitri Dello Buono:
“Ischia, innanzitutto, non ha uno stato…ha tanti stati.
Nel senso che ci sono una serie di realtà, esistono una serie di condizioni, una serie di scenari, una serie di situazioni che conosciute possono essere gestite. Ci sono delle aree che assolutamente non vanno antropizzate e se lo sono vanno bonificate. Se c’è un edificio, una strada, una baracca, una qualsiasi opera dell’uomo va tolta perché lì si rischia veramente tantissimo. Ci sono delle altre aree che, probabilmente, non sono state utilizzate nel modo ottimale.
Ci sono aree che noi stiamo prevedendo come aree di atterraggio e che probabilmente possono essere una grande risorsa per l’isola. Se io uso un’area e costruisco degli edifici ho gli stessi costi che avrei alle pendici della montagna. Per cui infrastrutturare un’area sicura è molto più agevole, veloce ed economico che bonificare un’area dove ci sono grandi problemi di sicurezza. Conoscere mi rende disponibile tutti gli scenari.
La realtà aumentata e la tecnologia mi permettono di simulare, prima ancora di intervenire fisicamente, tutto ciò che voglio.”.
L'INTERVISTA PROSEGUE NEL PDF IN ALLEGATO...
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