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Valutazioni di impatto sismico a scala territoriale nella pianificazione di emergenza

Introduzione
L’Italia è un paese ad elevata “sismicità”, caratterizzato da aree nelle quali si verificano frequenti terremoti di bassa energia (ad esempio: Colli Albani a Sud di Roma, area vesuviana, area etnea), ed altre, invece, nelle quali si verificano rari terremoti di elevata energia (ad esempio Appennino campano- calabro e Sicilia orientale).
Dal 2003, i comuni italiani sono classificati in quattro categorie sismiche principali , indicate in Tabella 1, in base alla probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di accelerazione massima su suolo rigido (Peak Ground Acceleration, PGA).
La pericolosità dei comuni è soggetta a continui aggiornamenti. In Figura 1 è illustrata la classificazione al 2015.
La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola - lungo la dorsale appenninica interessata da alcuni tra gli eventi più forti e distruttivi che la memoria storica ricordi (Abruzzo 1915, Irpinia 1980, Calabria - Sicilia 1908, etc.). Le aree meno sismiche, interessate da terremoti mai superiori al VI grado della scala Mercalli, sono, invece, la Sardegna, il Piemonte, parte della Lombardia e dell’Alto Adige, la costa tirrenica dalla Versilia al Fiume Volturno, quella adriatica a sud di Ancona (escluso il Gargano) ed il Salento.

Molti sono gli eventi sismici del passato che hanno prodotto effetti disastrosi. Ad esempio, lo storico terremoto di Messina del 1908 (magnitudo 7,2) ha causato la morte di oltre 100.000 persone. Il terremoto dell'Irpinia del 1980 (magnitudo 6,8) ha causato 2570 morti, oltre 9000 feriti, lasciando senza casa circa 300.000 persone. Più di recente, il terremoto dell'Aquila del 2009 (magnitudo 5,9) ha provocato 308 vittime, 1500 feriti e 65.000 sfollati circa.
Allo scopo di ridurre gli effetti di un evento sismico (come di altre calamità), la Legge 100 del 2012 prescrive per i comuni l'obbligatorietà di approvazione dei cosiddetti Piani di Emergenza Comunali, da intendersi come uno strumento atto a definire le attività coordinate e le procedure da adottare per fronteggiare un evento calamitoso atteso e/o in atto nel territorio comunale. Ciò al fine di garantire una risposta efficiente ed efficace mediante l’impiego delle risorse disponibili e necessarie ad organizzare i primi interventi, per prevenire, soccorrere e superare un’emergenza e favorire il ritorno alle normali condizioni di vita.
Il Piano di Emergenza Comunale è il supporto operativo di riferimento fondamentale per la gestione dell'emergenza, con l'obiettivo di salvaguardare la vita delle persone e i beni presenti in un'area a rischio riducendo il danno che l’evento provoca sul territorio.
I Piani di Emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione, oltre che le informazioni relative alle fenomenologie che determinano le condizioni di rischio sul territorio ed ai relativi scenari.
L’Amministrazione Comunale, partendo dai dati disponibili a scala regionale e/o provinciale, deve porre in essere tutte le azioni per arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta una visione particolareggiata, rispetto alla dimensione dell'evento atteso.
Per ciascuna tipologia di evento atteso (alluvioni, terremoti, frane, ecc.), occorre elaborare gli scenari di evento in grado di descrivere la possibile dinamica e dimensione dell'evento stesso,sulla base di dati storici e/o simulazioni analitiche dei fenomeni e del loro conseguente impatto sul territorio. Per ciascuno scenario di impatto occorre, poi, predisporre una risposta operativa cui dovrà corrispondere un modello di intervento associato, costituito da una serie di attività organiche, organizzate in un quadro logico e temporale coordinato, finalizzate alla gestione e al superamento dell'emergenza .
Il presente articolo ha lo scopo di illustrare delle metodologie utili a valutazioni di impatto sismico su alcuni elementi esposti (popolazione, edifici e rete viaria) per la redazione dei Piani di Emergenza Comunali.


 

Figura 1. Classificazione sismica dei comuni italiani al 2015 (www.protezionecivile.gov.it).

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