vogliono toglierci INARCASSA ? Sì, No, Ni
In questi giorni si è diffuso un allarme per la libera professione, che sarebbe messa a rischio da una proposta di legge (la n. 2100 giacente alla Camera) per un presunto aumento del contributo previdenziale soggettivo fino al 28% e l’istituzione di una pensione di base aggiuntiva a quelle esistenti
(qui il testo depositato alla Camera: LINK)
INGENIO aveva preso nota di questa notizia, resa piuttosto drammatica da alcuni post sui gruppi social più civini ai professionisti tecnici. Sulla base delle stessa notizia qualcuno ha anche avviato una petizione pubblica.
E proprio su questa ultima iniziativa ha preso posizione il delegato Inarcassa di Bergamo (Giuseppe Bassi, ingegneri) evidenziando che la notizia è vera ma tutto è fermo. Il delegato, in particolare, non condivide l'iniziativa che può essere non solo inutile ma potrebbe essere dannosa.
Riportiamo qui le considerazioni del Delegato.
PETIZIONE: SI O NO?
In questi giorni si è diffuso un allarme per la libera professione, che sarebbe messa a rischio da una proposta di legge (la n. 2100 giacente alla Camera) per un presunto aumento del contributo previdenziale soggettivo fino al 28% e l’istituzione di una pensione di base aggiuntiva a quelle esistenti (qui il testo depositato alla Camera: LINK)
Tale voce è confermata da una petizione dai toni perentori lanciata da una associazione che chiama all’appello i liberi professionisti per ostacolarne il cammino.
Vorrei far presente che:
a) la proposta di legge risale al febbraio 2014, da oltre due anni non è mai nemmeno arrivata in commissione, e gli stessi proponenti (oggi interpellati) non si sognano minimamente di darne un seguito;
b) pur con la scusante che è scritta in un italiano perlomeno discutibile, e che non risulta lineare in numerosi passaggi anche con espressioni verbali e riferimenti che si prestano a equivoci, tuttavia la semplice lettura del testo esclude chiaramente che riguardi la libera professione di ingegneri e architetti.
Nel merito:
1) La relazione esplicativa cita espressamente i riferimenti normativi alla base della proposta, tutti, guarda caso, inerenti solo norme di previdenza pubblica (successive riforme Amato, Dini, Prodi, Maroni, Damiano, Fornero).
2) Fin dallo stesso titolo emerge che lo scopo della proposta è di istituire una pensione di base per compensare la soppressione dell’integrazione al trattamento minimo delle recenti riforme, e anche qui è evidente che riguarda certamente l’INPS, probabilmente altre Cassa privatizzate, ma non certamente INARCASSA che prevede già una pensione minima.
3) L’unificazione del contributo al 28% per istituire la pensione”di base” si riferisce chiaramente all’intento di uniformare le varie aliquote delle diverse gestioni di INPS - 27-24-32% ecc. – per equità sociale, non certo a raddoppiare la nostra (14,5%) che al suo interno ha già la misura che serve per la pensione minima.
4) Infine la proposta prevede che la pensione di base sia posta a carico dalla fiscalità generale: e qui si chiarisce definitivamente che non può riguardare noi, che con la fiscalità generale non abbiamo nulla a che fare, se non altro perché è elemento costitutivo irrinunciabile dell’ente privatizzato e regolato dal D.Lgs. 509/94 quello di non gravare in alcun modo sulle finanze pubbliche.
Tutto ciò - pur in presenza nel testo, ripeto, di qualche riferimento non propriamente felice alle casse private - fa dubitare che la proposta sia meritevole oggi di una pur tardiva attenzione e preoccupazione dei liberi professionisti, e meno che meno di una petizione in difesa della libera professione.
Certamente il sospetto che il mondo dell’amministrazione pubblica e della politica voglia allungare mani pelose sui nostri risparmi non nasce oggi, e oggi non svanisce; ma altrettanto certamente il sospetto non autorizza a interventi sopra le righe che in fin dei conti riducono lucidità nel dibattito previdenziale e credibilità della categoria.
Per noi è un valore assoluto la difesa della razionalità e la stessa coesione sociale nell’ ambito della nostra comunità: in onore a ciò gli ingegneri e architetti devono dare un segnale forte stringendosi a fronte comune sui problemi davvero reali che ci affliggono, a partire dalla drammatica riduzione di lavoro e fatturati, alla tracimazione legislativa, alla persecuzione fiscale e normativa della attività di lavoro autonomo, all’ininfluenza sulle decisioni della politica, a una previdenza rinnovata e adeguata ai tempi, e così via.
Ing. Giuseppe Bassi
Delegato degli iscritti INARCASSA della Provincia di Bergamo
g.bassi@ia-consulting.it