Il BIM - Execution and Implementation Planning - nella Conservazione Programmata
In primo luogo, il BIM Execution Plan, al di là degli intimi scopi relativi alla Gestione dei Protocolli di Regolazione dei Flussi Informativi, rappresenta il luogo in cui si prevede come evolverà la Progressione nella Definizione dei Livelli di Configurazione (non solo a livello della Progettazione) per singoli Elementi o Spazi, in funzione della Matrice.
Il BIM (Execution and Implementation Planning) nella Conservazione Programmata
Angelo Luigi Camillo Ciribini, DICATAM, Università degli Studi di Brescia
1. Le funzioni di Committenza
All'interno degli Interventi sul Costruito in cui la finalità e la dimensione conservativa (dello stato materico) abbiano una particolare priorità valoriale, la necessità di privilegiare la Tutela del Bene Culturale Immobiliare deve essere resa coerente con l'assicurazione di idonee e di compatibili condizioni di Fruibilità da parte degli Investitori Privati capaci e desiderosi di apportare capitali di rischio e di debito, carenti sul versante della Proprietà Immobiliare Pubblica, attraverso una delle diverse procedure previste dall'ordinamento legislativo.
Ciò presume, pertanto, che la Conservatività della Consistenza Materica del Bene debba accompagnarsi alla Dinamicità Monitorabile della Operazionalità dello stesso.
Il che richiede che la Struttura di Committenza definisca, sin da subito, una duplice strategia di azione che verta tanto sul piano degli Oggetti, quanto su quello degli Spazi (dei Flussi e dei Beni Culturali Mobiliari).
Di conseguenza, gli Employer's Information Requirements (EIR) da mettere a punto nell'ambito della redazione del Documento Preliminare alla Progettazione, dovranno essere accompagnati da un Asset Information Model (AIM) che contenga, a partire, da un rilievo basato su Point Cloud, i dati grafici e alfanumerici computabili utili a configurare lo stato di riferimento del Bene.
È da precisare che le caratteristiche che l'AIM deve possedere sono profondamente influenzate dagli intenti della Committenza, sia in termini di priorità attribuita alla Conservazione sia a quelli riferentisi all'Uso.
Non sussiste, infatti, alcuna versione che si possa dire neutrale dell'AIM e, pertanto, l'Accuratezza non coincide con l'Oggettività.
Ovviamente il grado di delega e di differimento che il Committente intende attribuire alla Controparte Contrattuale non risulteranno marginali nei confronti dei modi di evoluzione della Negoziazione, anche in termini prettamente pragmatici di addossamento degli oneri analitici sul Bene Culturale Immobiliare, con tutte le conseguenze del caso, spesso rese obbligate dai Quadri Economici.
In ogni caso, compete alla Struttura di Committenza impostare, negli EIR, l'Elemental e la Spatial Breakdown Structure del Modello Informativo anche in funzione del grado di singolarità assegnato alle Unità tramite la Matrice di Model Authoring e i Room Data Sheet.
Da una parte, pertanto, la Matrice implica che il Committente richieda ai Progettisti di specificare successivamente in sede di Offerta, ruoli e tempi a livello Elementare e Spaziale, mentre, dall'altra, la Scomposizione Spaziale riflette particolari, e non generiche, concezioni d'uso che, naturalmente, dovranno essere contrattate coi Gestori che, indipendentemente dalla procedura competitiva adottata, possiedono Modelli e Profili di Utenza univoci (si pensi, ad esempio, alla gestione ricettiva nel settore alberghiero).
Il che vuol dire che spetta al Committente assumere una decisiva Progettualità nella Conservazione Programmata nel momento in cui è chiamato inequivocabilmente a stabilire se adottare una logica di specializzazione degli Elementi che compongono il Bene esistente e in quale misura ciascuno di essi sia distinguibile dagli altri.
È palese come il Modello Informativo denunci più facilmente che non i repertori consueti l'entità delle lacune e delle omissioni informative da cui prende avvio il Briefing e, in un certo senso, possa alimentare una declinazione inedita del contenzioso.
L'intera procedura è, infatti, connotata da condizioni di Riproducibilità, di Tracciabilità e di Legittimazione che si scontrano, tuttavia, con l'opacità propria di approcci meno sistematici e meno flessibili che, a prezzo di inefficienze gravi, consentono, tuttavia, maggiori aggiustamenti e derivano ad alcuni Operatori od Attori posizioni di privilegio nel Processo Decisionale.
Gli EIR e l'AIM, per come sono definiti nel documento BS PAS 1192-2:2013, costringono la Struttura di Committenza (e, all'interno di essa, il Dirigente Competente e il Responsabile Unico del Procedimento) a esercitare una facoltà di indirizzo e di orientamento per la Controparte Contrattuale assai impegnativa e responsabilizzante, chiamando, in qualche modo, a oneri solidali con quest'ultima.
Specialmente, però, la qualifica progettuale che il Committente deve accogliere è inerente alla Performatività attesa dal Bene Culturale Immobiliare nel Ciclo di Vita.
In una certa ottica, la Struttura di Committenza, oltre a definire classicamente il Quadro Esigenziale, contribuisce decisivamente a precisare gli Obiettivi Prestazionali, divenendo Attori della Progettazione, anzitutto, in termini di Servizi Erogabili tramite i manufatti.
Ovviamente la Servitization che è connaturata alla Digitalizzazione dei Processi implicanti l'Ambiente Costruito si coniuga con il complesso e contraddittorio dialogo (dicotomico?) tra Bene Comune e Bene Privatizzato, Tutela e Valorizzazione, Continuità della Conservazione e Dinamicità della Fruizione.
Sotto questo profilo, i Processi di Digitalizzazione nel Settore delle Costruzioni e, nello specifico, nella Conservazione Programmata non sono affatto neutrali né casuali, bensì riflettono una situazione, per alcuni versi paradossale, per la quale la necessità di Valorizzazione (Exploitation: con le sue diverse traduzioni) impedisce che il Bene Culturale Immobiliare possa essere conservato senza una intenzionalità specifica e, addirittura, possa essere abbandonato al Ruinismo o alla Trasformazione.
Sono, cioè, le ragioni della Messa a Reddito del Cespite Culturale, attraverso l'attivazione di fattori funzionali e simbolici, che diventano, pur con tutte le ambiguità intrinseche, fattori ostativi alla Trascuratezza e Motori della Conservazione Programmata.
2. Il Processo di Modellazione Informativa
Il BIM Execution Plan (BEP) che sarà fornito alla Committenza dalla Controparte Contrattuale (che, a seconda dei casi, acquisirà competenze solo progettuali oppure progettuali e realizzative ovvero progettuali, realizzative e gestionali) dovrà, pertanto disciplinare sia le modalità di sviluppo delle strategie progettuali (ricordando che, in questo ambito, i Progettisti operano quali Costruttori, Manutentori e Utenti Digitali) sia le transazioni informative che caratterizzeranno l'operato dei Soggetti.
In altri termini, se, da un lato, il BIM Execution Plan descrive il Processo Virtuale Digitalizzato di Progettazione/Esecuzione/Gestione dell'Intervento (o, meglio, degli Interventi), dall'altro procura criteri di valutazione preziosa sulla Supply Chain della Controparte.
In primo luogo, il BIM Execution Plan, al di là degli intimi scopi relativi alla Gestione dei Protocolli di Regolazione dei Flussi Informativi, rappresenta il luogo in cui si prevede come evolverà la Progressione nella Definizione dei Livelli di Configurazione (non solo a livello della Progettazione) per singoli Elementi o Spazi, in funzione della Matrice.
Qui si palesa, infatti, il primo fattore di sconvolgimento delle logiche usuali, poiché il percorso progettuale si articola non solo oggettualmente, ma anche spazialmente (il che non rappresenta certo una novità), ma lo fa tramite una sequenza di approfondimento dei Livelli di Dettaglio e di Sviluppo che, appunto, è individuale, concerne il singolo Elemento o Spazio, potendo, quindi, perturbare gravemente una sequenza sinottica di avanzamento omogeneo della Progettazione.
Se, purtuttavia, il Livello di Dettaglio, pur individualizzato nell'ambito del Lean Design, rientra nell'ordine delle cose, non altrettanto si può dire del fatto che il Livello di Sviluppo governi il Grado di Certezza Decisionale, intreccia, dunque, Flussi Informativi e Flussi Decisionali e, pur veicolando il dato alfanumerico attraverso quello grafico (magari tridimensionalmente) conduce la Conservazione Programmata all'interno dell'alveo della Simulazione contrapposta alla Rappresentazione e, di conseguenza, allo Script Making.
È tutto l'armamentario disciplinare e professionale a essere costretto a una profonda rivisitazione a causa della Computazionalità dei Dati in termini meccanicistici (dis-umani? in-umani?).
In secondo luogo, però, il BIM Execution Plan è la sede in cui il Committente monitora (in tempo reale, nella misura in cui il Modello Informativo, Federato o Singolo, gli sarà contrattualmente reso disponibile eventualmente in Cloud) il funzionamento dei Processi Progettuali, Esecutivi e Gestionali, poiché può, se ne è in grado, introdurre Metriche apposite dei Flussi Informativi e Decisionali.
Qui la scomparsa della logica documentale, della primazìa dell'Elaborato, svanisce quasi completamente poiché il Flusso, essendo Computabile, diviene Misurabile e richiede al Committente una impostazione contrattuale affatto innovativa, ma gli permette anche di entrare, sia pure con diversi gradi di accesso privilegiato, in corpore vili, nell'anima delle sequenze operative della Controparte.
In questa occasione è davvero visibile quanto la Capacità del Committente possa influire su un Procedimento BIM-Based.
3. Legittimazione e Autorizzazione
A questo punto, è ormai evidente quale sia l'enjeu di un processo cosiffatto: le ragioni della Valorizzazione e della Fruizione devono essere sostenute da flussi economici e finanziari che impongono la Mitigazione del Rischio.
Se, da un canto, la Modellazione Informativa, oltre a essere Collaborativa e Integrativa (pertanto, riduttrice della rischiosità) è pure Tracciabile, da un altro lato, soprattutto, la sua Computazionalità può agire, dal punto di vista degli Stockholder, virtuosamente in termini di Legittimazione.
Ciò significa che il Code & Model Checking, con i suoi Rule Set, con le sue Regole Computazionali, potrebbe, entro una certa misura, scardinare il potenziale soggettivo e ostruzionistico proprio degli Organi di Tutela.
È scontato, peraltro, che tutto il ragionamento sia fortemente ambiguo, poiché il Riduzionismo dei Criteri di Vincolo a Regole di Computazione può apparire, nella prospettiva rigorosamente umanistica, aberrante e certamente mantiene ampi margini di discutibilità.
È, però, chiaro che, così come la impellenza della Redditività conduce alla Valorizzazione (e, dunque, il grado di Tutela e di Conservatività della stessa dipenderà dalla volontà di accettare la sfida e non di negarla aprioristicamente come frutto di Scientismo e di Economicismo), la esigenza dell'Accountability porta a richiedere che il Processo Autorizzativo che si alimenta dei Vincoli finalizzati alla Tutela avvenga nella massima Trasparenza e, in particolar modo, Riproducibilità.
Se, in effetti, il confine tra auspicabile o meno è scivoloso, troppo spesso una Soggettività che si declina in Discrezionalità ha innescato posizioni ostruzionistiche inaccettabili dal punto di vista degli Investitori sui Beni Culturali Immobiliari.
Al contempo, però, è evidente che la Mitigazione del Rischio nei riguardi di flussi finanziari non può prestarsi a una strumentalizzazione.
La ragione principale per cui sovente si attivano posizioni avverse all'Investimento è data dalla natura mediocre delle Proposte e dalla identità improbabile dei Proponenti.
Se la Fruizione del Bene Culturale può essere assoggettata a Valorizzazione occorre che la Compatibilità si giochi anche grazie alla qualità delle Proposte e dei Proponenti.
Ivi si manifesta un tratto caratteristico del Cambiamento in atto nel Nostro Paese: categorie e linguaggi appropriati e innovativi scadono in contenuti e in atti assai mediocri e poco meditati.
4. Operazionalità e Dilatazione
Si giungerebbe, nell'epilogo della riflessione, a una conclusione non casuale.
Il destino del Modello Informativo, una volta conclusosi l'Intervento, apre ai successivi interventi, nel senso che il nuovo AIM è corredato da Operational Information Requirements (OIR, secondo il documento della BSI PAS 1192-3:2014).
La Conservazione è Programmata poiché l'oggetto, esplicito o implicito, del contratto è ormai, per le ragioni culturali e operative descritte, e dilatato, esteso nei lustri e nel medesimo Ciclo di Vita.
L'Intervento sul Bene Culturale Immobiliare non è che il primo di una lunga serie, il Modello Informativo che sin qui è stato il frutto delle Previsioni e delle Azioni, diventa una Entità Digitale che si alimenta dal suo Doppio (l'Originale) Analogico grazie anche alla sensoristica, ne disciplina, in qualche modo, le vicende e, soprattutto, si fa Infrastruttura, nel senso che si attribuisce al singolo manufatto nell'Internet of Things e nelle Smart Cities.
In questo caso la Gestione del Contratto, così come lo era stata in precedenza la Progettazione/Esecuzione a monte, diviene frutto della Ingegneria delle Alternative, dell'Optioneering, costringe progressivamente le Controparti a divenire Parti, le clausole negoziali Deterministiche a divenire Probabilistiche, i Risultati Attesi a giocarsi sugli Usi e sui Profili di Utenza.
La Dematerializzazione del Prodotto Immobiliare (qui della sua versione più nobile e complessa) avviene, dunque, per effetto delle logiche contrattuali e finanziarie, così come ieri era avvenuta sulla base della cultura purovisibilista.
Con una differenza di fondo, tuttavia: che oggi la Digitalizzazione e la Computazionalità potrebbero permettere che i valori che si attribuiscono alla Matericità, alla Conservazione della stessa come veicolo di Autenticità (della Stratificazione) possano concretarsi nella Conservazione purché questa legittimi la Trasformazione degli Usi e delle Funzioni, allorquando, in passato, il Restauro ne aveva decretato la Staticizzazione irreversibile.
È evidente, infine, che la dialettica tra Conservazione ed Evoluzione (dei Principi Costituzionali così come dei Beni Culturali) richiede atteggiamenti inediti e coraggiosi, ma anche una certa perizia e riflessività.
Ma è proprio il fatto che il Modello Informativo coinvolga Beni Immobiliari, Beni Mobiliari e Fruitori a indicare come nuove possibilità si aprano nella Digital Built Europe.
La possibilità di generare dal Modello Informativo Ologrammi per la migliore e tempestiva Comprensione da parte dei Decisori, di impiegare lo stesso nelle realtà immersive delle CAVE per la Validazione Pre-Occupazionale da parte di Investitori e di Utenti, di adattarlo nei game engine per lo stesso motivo, di stampare tridimensionalmente parti derivanti dallo stesso (con le immaginabili conseguenze sulla Riproducibilità, che già ora con i sistemi di riconoscimento automatico delle Nuvole di Punti innescano una stimolante riflessione tra Originale e Copia, tra Specifico e Canone che ci riporta ai dibattiti Seicenteschi e Settecenteschi), rappresentano indizi di quello che potrebbe accadere, in positivo o in negativo.
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